Per accompagnare pranzi e cene dei giorni di festa perché non alternare al vino, in qualche occasione, anche uno spumeggiante e fresco boccale di birra? Si può fare ma è d’obbligo, con i menù ricchi di sapori, sceglierne una di qualità, strutturata e aromatica, come l’olandese Grolsch prodotta in stile Weizen. Senza addentrarci nel complesso mondo delle produzioni birrarie internazionali, la storia di Grolsch è interessante e antica, innanzitutto si deve sapere che è stato il primo birrificio ad introdurre in Olanda la produzione di una Weizen in tipico stile bavarese, ben 400 anni fa, nel 1615 nella piccola città olandese di Grolle (oggi Groenlo) e che da allora viene utilizzata l’acqua della stessa sorgente, che è di qualità altissima e capace di conferire rotondità alla birra mettendone in risalto le note fruttate. Le tipologie di birra Weizen si distinguono per utilizzo del frumento oltre all’orzo, sono ad alta fermentazione, ovvero vengono fatte fermentare a temperature di almeno 15-20°C; sono caratterizzate da aromi e profumi intensi, e da una buona frizzantezza che genera una schiuma bianca, persistente e corposa. Grolsch Weizen deve la sua eccellente qualità alla selezione dei migliori ingredienti e all’utilizzo di una singola varietà di malto e di frumento, è un brand che si è distinto da sempre per originalità e creatività da quando, nel 1676, il mastro birraio Peter Kuijper decise di usare non uno, ma due tipi di luppoli diversi (il primo per il sapore e il secondo per l’aroma) per dare alla birra un gusto vivace e un finale “croccante” ai giorni nostri con il primato di primo birrificio in Europa (e uno dei primi al mondo) per ecosostenibilità, con un riutilizzo degli scarti pari al 99%.