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I prodotti dell’Alto Adige sono a tutti noti per l’elevato profilo qualitativo e la genuinità. Alcuni di questi sono contraddistinti dai marchi di qualità europei che permettono ai consumatori di risalirne all’origine e verificarne la qualità.
In particolare, nell’ambito della campagna “Europa, dove la qualità è di casa” finanziata con l’aiuto dell’Unione Europea sono promossi:

Vini Alto Adige DOC, Mela Alto Adige IGP, Speck Alto Adige IGP e Formaggio Stelvio DOP, è stato organizzato un evento a Milano presso Sonia Factory a Milano dedicato alla stampa. L’incontro ha avuto due momenti focali, ossia la degustazione di 12 vini, quindi la presentazione dei prodotti. Parleremo di questi in una successiva puntata che potete vedere qui, mentre ora ci dedicheremo ai vini.

La storia della viticoltura della regione è sicuramente antica considerato che si fanno risalire al cinquecento a. C. i reperti di arnesi impiegati in viticoltura e per la lavorazione in cantina.

I vigneti altoatesini radicano ad altitudini comprese tra 220 e 1300 metri in una condizione climatica ideale per la viticoltura, in quanto il respiro mediterraneo e il clima alpino si fondono in un ambiente protetto dai venti freddi del nord dalla barriera dolomitica. Vi sono vitigni come il pinot bianco e il pinot nero che possono essere coltivati alle altitudini più elevante, mentre altri, come il lagrein preferiscono altezze meno accentuate. Sono 5500 ettari vitati che impegnano più di 500 vignaioli.

Si tratta di una straordinaria parcellizzazione del territorio vitato che rende la viticoltura locale teatro di una competizione virtuosa tra piccoli vignaioli che porta alla continua ricerca della qualità. Si contano venti varietà di uve che godono di una certa diffusione, e di queste sono sei quelle su cui i produttori stanno puntando negli ultimi anni, ossia pinot bianco, sauvignon, gewurztraminer, schiava, lagrein, pinot nero. Sono tutti vitigni che generano vini di elevata qualità:

il pinot bianco rappresenta l’Alto Adige in maniera paradigmatica e si presenta diverso, in tantissime possibili formeanche perché è allevato dalle zone più basse sino alla valle Venosta ad altitudini importanti;

i vini prodotti con uve  sauvignon meritano di entrare nel novero dele migliori produzioni a livello internazionale, con una caratterizzazione aromatica che li differenziano dai Sauvignon della Loira, della Nuova Zelanda e del Collio;

il gewurztraminer è il vitigno vessillo del territorio;

la  schiava, nonostante la sua estensione vitata stia diminuendo costantemente perché è un vitigno non facile, dà vita al vino rosso più caratteristico, più affascinate. Nei vini da uve schiava si avverte in maniera imprescindibile l’appartenenza al proprio territorio e tutte le caratteristiche dei vini rossi di montagna;

per quanto riguarda i vini prodotti con uve pinot nero, tolta la Borgogna e qualche zona della Germania, sono quelli che godono di maggiore reputazione;

il lagrein è il vitigno per eccellenza del territorio, anche il più antico, ed è affascinante a suo modo perché è all’opposto della schiava e del pinot nero: mentre i primi due si muovono sulle sensazioni più sottili del frutto, sui dettagli, sulle sfumature, il lagrein è il vitigno della forza, della potenza della concentrazione, della densità ed è molto interessante che nella stessa regione, a poca distanza gli uni dall’altro si possano esprimere rossi così diversi.

I vini degustati

Sono stati presentati sei vini bianchi (foto 2) e sei rossi (foto 3).

Pinot bianco Langenfeld 2017 Pfischer  (foto 4)
affinato in acciaio è agrumato, teso, vibrante; forte e sapido ricorda agrumi e frutti a polpa bianca con mela non troppo matura

Pinot bianco Riserva Passion 2016 Cantina San Paolo (foto 5)
affinato in legno, è mediterraneo, generoso, buona densità

Sauvignon Mervin 2017 Cantina Merano (foto 6)
affina in legno e in acciaio. E’ complesso e strutturato ed è tutto un frutto: pesca, pesca noce e anche passion fruit

Sauvignon 2016 Bergkellerei Passeier (foto 7)
affina in legno e ha caratteristiche simili ai francesi come il Sancerre, con impatto segnatamente agrumato, pompelmo rosa, kumquat; risetto al Mervin ha maggiore verticalità e tensione, al palato mostra notevole profondità con attacco morbido.

Gewurztraminer Nussbaumer 2017 Cantina Tramin (foto 8)
è un vino che si può dimenticare in cantina per anni

Gewurztraminer Riserva Brenntal 2016 Cantina Kurtatsch (foto 9)

Possiede note floreali, agrumate e ricordi di frutta tropicale

Lago di Caldaro classico superiore Quitessenz 2017 Cantina Kaltern (foto 10)
più morbida mediterranea, tannino vellutato e setoso, e di grande equilibrio

Santa Maddalena Classico Huck am Bach 2017 Cantina Bolzano (foto 11)
più verticale, del Caldaro è più minerale con nuance ferrose

Pinot Nero Turmof 2017 Tiefenbrunner (foto 12)
Assemblaggio di più pinot nero; a livello varietale molto significativo, molto maturo, mediterraneo, espansivo.

Pinot Nero Burgum Nocum 2015 Castelfeder (foto 13)
Uno dei più significativi Pinot, prodotto in una zona vocata con uso del legno particolarmente precisa. Possiede complessità eccezionale, ed è viscerale.

Lagrein Kristan 2017 Tenuta Egger-Ramer (foto 14)
Potente ricchezza, note balsamiche, vino artigiano, affinato in barrique: ha forza, ricco di spezie scure, liquirizia, mora.

Lagrein Tor di Lupo 2015 Cantina Andriano (foto 15)
frutta rossa molto matura, fresco, tannico, speziato e nota di resine.

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