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Originario della Mesopotamia, l’asparago era noto già a Egizi; i Greci, lo chiamarono aspharagos, cioè germoglio. Gli asparagi in commercio oggi si riconoscono in base al colore: ci sono gli asparagi verdi, bianchi e violetti, ma esiste anche l’asparago selvatico, che si distingue perché è particolarmente saporito. L’asparago bianco è molto tenero e delicato; si cucina nei risotti e nelle zuppe. L’asparago violetto è poco fibroso e diffuso soprattutto nella zona di Albenga e in Puglia; si consuma in insalata o cotto al vapore. L’asparago verde è molto saporito, mentre gli asparagi selvatici sono sottili e un po’ amari e devono essere sbollentati se cotti in umido. Per scegliere gli asparagi freschi è necessario controllare sia il gambo (che non deve essere legnoso), sia la punta (che deve essere sempre chiusa). Gli asparagi si possono anche conservare fuori frigo, immersi come un mazzo di fiori in acqua fredda.

Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile

Proteine: 3 g
Lipidi: 0,1 g
Carboidrati: 3 g
Fibre totali: 2,1 g
Valore energetico: 25 kcal

Gli asparagi contengono potassio, calcio, fosforo, acido folico e vitamina A; si trovano da fine marzo a fine giugno.

Curiosità
L’asparago scomparve per quasi tutto il Medioevo e la ripresa della sua coltivazione si ebbe solo a partire dal XV secolo, come prodotto d’élite: era particolarmente apprezzato dal Re Sole di Francia, e infatti alla sua corte dovettero trovare nuove tecniche di coltivazione per assicurare asparagi freschi per parte dell’anno.

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