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Il Sud Italia non è solo terra di sole e mare, di tuffi infiniti tra vento caldo e brezza marina, nel profondo si nascondono zone impavide, di difficile conduzione, dove la coltura diventa imprevedibile perché bersagliata da condizioni climatiche completamente diverse dal resto della regione. Il clima cambia vertiginosamente, senza rispetto per le stagioni, ancor più tra il giorno e la notte con escursioni termiche che sfiorano anche i 15 gradi, ricambiando con grandi caldi e profonde gelate. Complici le discontinue altitudini che prevaricano tra vallate, colline, altipiani e monti, una natura che tanto regala ma che altrettanto incute. Dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia alla Basilicata, Campania e Molise, quest’ultimo nell’Italia Centrale, ma confinante con il Sud, andremo a scoprire le bacche fredde che regalano grandi vini, vini che rappresentano forza e coraggio, proprio di quei vignaioli che giorno dopo giorno con carattere deciso e radioso, lasciano che il vino parli delle loro affascinanti terre. Non ci si può fermare alla sola regione di appartenenza, si cerca in profondità fino a capire il mistero di questi piccoli atolli facenti parte di realtà vitivinicole davvero uniche.

La storia è a farla da padrona come per la Basilicata ad esempio, terra di brigantaggio dove ad oggi sotto vigneti si nascondono grotte intatte, covo di briganti, e l’Azienda Eubea di Ripacandida nel cuore del Vulture ne è un esempio lampante, è da pensare che non molto tempo fa con degli scavi si sono scoperte grotte affrescate e ritrovati utensili serviti alle pratiche enoiche. Il territorio tutt’intorno è brullo, difficile, ma l’Aglianico è proprio così, identificativo di questo posto, di origine greca ma che nel Vulture, sotto le pendici del vulcano ormai spento, trova la sua massima vocazione. Eubea coltiva e vinifica solo uve di questo vitigno e Il Covo dei Briganti una delle espressioni più emozionali.

Ci si sposta in Campania, nel cuore del Sannio, dove Fosso degli Angeli da tre generazioni coltiva la Falanghina del Sannio, vino meraviglioso che a 420 slm trova la condizione ideale per dimostrare la sua massima espressione, Maior l’etichetta top di gamma. La biodiversità di questo territorio tanto brullo, argilloso e sassoso è invece un toccasana per oliveti e pascolo che abbracciano i sette ha vitati.

C’ è il Molise,  quasi a due passi, una regione schiva ma verdeggiante ed infinita, dove Claudio Cipressi, vignaiolo per passione, ama la sua Tintilia del Molise e Macchiarossa l’etichetta rappresentativa, autoctono a bacca rossa per eccellenza. L’altitudine segna la difficile coltivazione di questa regione che per certi versi diventa estrema, solo il clima, grazie alla vicinanza del mare mitiga le condizioni austere.

Anche la Puglia affascina e Pietraventosa lo sa, tra pietra e vento sulla piana della Murgia, ultimo esempio di steppa mediterranea presente in Italia, ha investito i suoi cinque ettari e mezzo in Primitivo di Gioia del Colle, lo vinifica in rosso ed Allegoria ne è un bellissimo esempio e rosato grazie ad Est Rosa, regalando così un prodotto davvero unico. La difficolta è che a soli cinquanta cm di profondità, il sottosuolo è caratterizzato da uno strato impenetrabile di roccia, caratterizzato da Gravine, habitat ideale le radici della vite.

Ci si sposta nella generosa e complessa Calabria, territorio selvaggio e misterioso perché caratterizzato da situazioni ampelografiche diverse, dove L’Acino ha creduto fin dal 2009 nella tipicità dei vitigni antichi autoctoni. Tra la piana di Sibari e il Pollino, tra lo Ionio e il tirreno, l’altitudine crea fortissime escursioni termiche e la neve presente nel Pollino fa sì che la vendemmia, quasi tardiva, abbia inizio dalla metà di ottobre. Il Magliocco è fantastico, verticale, fruttato, vero esempio di territorialità assoluta.

In Sicilia anche l’Etna affascina sempre e L’Azienda Calabretta a Randazzo, una delle più antiche nel versante Nord, in Vigna Calderara a 750 m slm, regala un Nerello Mascalese senza precedenti.  Un suolo a Ripiddù caratterizzato da sassolini che regalano struttura a Vigne Vecchie l’etichetta Cru dell’Azienda.

Escursioni termiche anche di venti gradi tra il giorno e la notte, inverni rigidi, piovosità accentuata ma l’Etna non abbandona mai, grazie al territorio vulcanico, la brezza del mare, resuscita sempre regalando inaudite sorprese.

La degustazione Le Bacche fredde del Sud si è conclusa con massima enfasi da parte degli ospiti presenti, comunicare il vino deve far trasparire tanta conoscenza, dalla peculiarità del territorio, origini dei vitigni, storia e tradizioni, filosofia delle aziende fino a far riscontrare la complessità all’assaggio nel bicchiere.

Relatori:

Antonio Lodedo

www.vinoevo.com

Lionella Genovese

www.lionellagenovesewineeevent.it

Vini in degustazione:

Fosso degli Angeli Maior 2012 da uve Falanghina del Sannio
Casalduni BN

www.fossodegliangeli.com

L’Acino Chora Rosso 2016 da uve Magliocco
San Marco Argentano CS

www.acinovini.com

Pietraventosa Allegoria 2015 da uve Primitivo di Gioia del Colle
Gioia del Colle BA

www.pietraventosa.it

Eubea Il Covo dei Briganti 2013 da uve Aglianico del Vulture
Ripacandida PZ

www.agricolaeubea.com

Claudio Cipressi Macchiarossa 2012 da uve Tintilia del Molise
San Felice del Molise CB

www.claudiocipressi.it

Calabretta Vigne Vecchie IGT Sicilia 2007 da uve Nerello Mascalese
Randazzo CT

www.calabretta.net

Location:

Coccinella Due Punto Zero Concordia Sagittaria Venezia

Articolo di: Lionella Genovese- Eleganzaveneta

 

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