Mancava a Milano un grande mercato, centro di riferimento per tutta la città. Sembrava impossibile poterlo realizzare in una zona accessibile, non decentrata. E invece dal 2 settembre sarà una realtà. Il Mercato Centrale aprirà i suoi battenti alla Stazione Centrale, ma non sarà solo un luogo di acquisto.
Sarà anche un momento di incontro, di aggregazione, un sito dove darsi appuntamento, bere un bicchiere di vino assaggiando un formaggio o un fritto di pesce e scambiare quattro chiacchiere. Cambierà il modo di approcciarsi al cibo. Ma definiamo meglio il Mercato Centrale.
Innanzitutto dove si trova: Stazione Centrale, più esattamente in piazza Quattro Novembre angolo via Sammartini. Si sviluppa su una superficie di 4500 mq distribuiti su due piani e disporrà dello Spazio Fare per gli incontri, le presentazioni, gli eventi. Al Mercato troverete circa 30 botteghe degli artigiane riunite in un unico luogo come in una piazza, per accontentare qualsiasi esigenza.
Per esempio, Milano, è il mercato ittico più grande d’Europa, e coerentemente al Mercato Centrale l’area dedicata al pesce si sviluppa su una superficie 1000 mq. La pescheria è Pedol quella che ha reso famoso il Mercato Comunale di Piazza Wagner, e che dal 1929 vende il pesce ai milanesi. E se dopo aver acquistato il pesce se volete che ve lo cucinino, potete rivolgervi alla cucina del pesce di Ruggero Orlando. Sempre in quest’area troverete il Fish Bar di Jeremie Depruneaux.
dove degustare preparazioni ittiche cotte e crude.
Ma anche i carnivori più irriducibili troveranno al Mercato Centrale pane per i loro denti. A rappresentare il settore, e riteniamo in modo più che esauriente, vi sono: la carne e i salumi di Fausto Savigni che è allevatore e produttore sia di salumeria, sia di macelleria; l’hamburger di Chianina di Enrico Lagorio; il girarrosto di Alessandro Baronti; il bollito e il lampredotto di Giacomo Trapani, trippaio di quinta generazione presso Bambi Trippa e Lampredotto, e se tutto ciò non bastasse potete sempre rivolgervi all’american barbecue di Joe Bastianich.
Non mancano i formaggi del caseificio Carioni con il bestiame nutrito con alimenti bio. E sempre di Caironi il mercatino biologico dove acquostare latte, yogurt, frutta, verdura oltre ai formaggi.
I settori merceologici comprendono anche Il pane e i dolci di Davide Longoni il panettiere di Milano; ancora dolci con La pasticceria di Vincenzo Santoro della Martesana e se non bastassero vi sono anche il gelato e il cioccolato di Riccardo Ronchi ed Edoardo Patrone e la sfogliatella napoletana di Sabato Sessa.
Potete inoltre trovare prelibatezze come il tartufo e tutti i suoi derivati di Luciano Savini.
Al Mercato Generale si può pasteggiare al ristorante di Piero e Luca Landi, o ordinare una pizza alla pizzeria di Giovanni Mineo e Simone Lombardi.
E da bere? Niente paura, un drink non vi sarà negato presso il Cocktail Bar di Flavio Angiolillo, mixologist noto agli appassionati, o una birra della birreria di Luigi Moretti per non dire dell’enoteca gestita da un brand che conosciamo tutti, ossia Tannico che in epoca di lockdown più che mai ha portato il vino nelle nostre case.
Non manca la scuola di cucina di Alessio Leporatti così come i fiori e le piante della cantafioristai Rosalba Piccinni del ristorante Potafiori.
Potete prendervi un momento di relax e in ogni caso l’WI-FI è assicurato.
Ci dimenticheremo sicuramente di qualcuno, ma vogliamo ugualmente ricordare, oltre ai già citati.
Il succo fresco di Cesare Cacciapuoti e Nicolò De Gregorio
Il mulino di Mattia Giardini e Alberto Iossetti
I dim sum di Agie Zhou
Il riso di Sergio Barzetti
La pasta fresca della Famiglia Michelis
Il laboratorio radiofonico di Alessio Bertallot
La gastronomia genovese di Marco Bruni
Il progetto Mercato Centrale ha preso il via nel 2014 da un’idea di Umberto Montano, imprenditore della ristorazione, e dall’esperienza imprenditoriale del gruppo Human Company della famiglia Cardini-Vannucchi.
Vorremmo ribadire che il Mercato Centrale, aperto agli orari dalle 9 alle 24, non è solo un grande negozio dove si può anche mangiare e bere, ma un modo di proporre il cibo che è cultura.
E per poterlo fare entrano in gioco gli artigiani che sanno raccontare i propri prodotti a filiera corta.
A ciò si aggiungano numerose iniziative pubbliche e gratuite come kermesse ed eventi.