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Per chiamare un vino Mine (foto 1) di cui abbiamo detto qui, si presuppone che alla base ci sia un progetto davvero esplosivo per giustificare il nome. Il progetto esplosivo c’è davvero. Intanto l’idea di utilizzare le uve provenienti dai vigneti di tutte le 11 terre della denominazione Gavi docg: non ci aveva pensato nessuno. Ed è già una bomba innescata da una donna, né enologa né agronomo ma con un’esperienza trentennale acquisita lavorando in alcune rinomate cantine del Gavi dove si è interessata un po’ di tutto. E questa è Giusi Scaccuto Cabella (foto 2 e 3), che inizia a lavorare compilando quelle scartoffie che assillano le cantine, poi cominciando a mettere il naso nelle problematiche delle vigne e subito dopo a entrare da protagonista in cantina per completare l’esperienza con la commercializzazione del vino.

Come fai, a questo punto, a non farti venire la voglia di creare un vino che non c’è? Cioè, un’etichetta che rappresenti tutte le caratteristiche del Gavi, assicurate da 11 terre diverse tra suoli marnosi, calcarei e argillosi e da microclimi molti differenti. In pratica, l’essenza di un territorio affascinante. E, un bel coraggio per una donna che non possiede vigne, deve convincere qualche decina di vignaioli a conferire le uve Cortese che lei vuole per il suo Mine, a badare affinché il processo produttivo sia perfetto e, infine, a proporre una bottiglia trasparente – una vera e propria sciccheria – molto elegante per un bianco davvero raffinato, oltre che unico.

Quest’anno è stato prodotto in 20mila bottiglie che già soddisfano il sogno di Giusi, ma anche il successo di un progetto unico nel suo genere, con un vino a cui nessuno aveva mai pensato finora. Vino che in poco tempo ha conquistato l’interesse di consumatori italiani, svizzeri, nordeuropei, russi e nordamericani. Il suo è un omaggio alla denominazione Gavi ma è anche la caparbietà di dire “voglio fare un Gavi che sia mio in tutto e per tutto, e che racchiuda la vera anima di queste 11 terre dalle caratteristiche tanto diverse, sia per clima, altitudine e composizione dei suoli. La scelta delle percentuali di ciascuna terra tiene conto dell’andamento dell’annata e di come si sono espresse le zone nel corso della stagione”. Una sfida per Giusi, che ha dovuto capire e armonizzare queste anime in un unico vino. Che, aggiunge “è stata una sorpresa anche per me scoprire le caratteristiche organolettiche di un blend nato da terre rosse, bianche e di mezzo, perché non avevo idea di come si potessero esprimere in un unico prodotto. Di fatto, credo di aver realizzato un Gavi che rappresenti la mia personalità, tanto complessa quanto sfaccettata”.

Il territorio del Gavi si estende su 11 comuni – Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo – per un’estensione di 1.500 ettari vitati. Che Giusi ha avuto mondo di conoscere bene con la sua trentennale esperienza lavorando per aziende della zona. Esperienza tornata utile al momento di pensare al suo Mine Gavi Docg ottenuto da uva Cortese – praticamente regina del territorio – vinificata in purezza, senza utilizzo di prodotti chimici, e che in un’area complessa come il Gavi, si esprime in modo originale a seconda della zona. E, quindi, capace di generare vini freschi, fini ed eleganti ma anche di buona struttura e capaci di invecchiare, di affrontare maturazioni in legno, di essere perfetta per essere spumantizzata. Un’uva decisamente in grado di stimolare la fantasia di vignaioli e vignaiole.
E, poi, l’anticipazione che Mine Wine – è il nome dell’azienda di Giusi Scaccuto Gabella – potrebbe anche proporre un vino rosso. La sperimentazione è in fase molto avanzata e, prima di confermare questa nascita, la coraggiosa produttrice di Tassarolo vuole essere sicura che anche il rosso sia un ottimo vino.
Da registrare, inoltre, il dispiacere di Giusi aver dovuto ricorrere al digital per presentare la sua elegantissima Mine.

Mine Gavi Docg 2019
Ottenuto solo da uve Cortese, è un vino di colore giallo paglierino, con riflessi luminosi e da un ricco ventaglio di profumi tra l’agrumato con prevalenza di mandarino, alla frutta rossa croccante e alle erbe aromatiche. Il sorso è dagli aromi intensi, con una buona componente alcolica riequilibrata in freschezza e sapidità e il ritorno di gradevolissimi sentori di mandarino e una buona persistenza.

E’ un vino di facile beva e dalla capacità di accompagnare numerosi piatti: dai risotti al pesce, dai frutti di mare ai crostacei, dalle carni bianche ai formaggio freschi. Eccellente come aperitivo.

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