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La ristorazione cinese a Milano negli ultimi anni ha conosciuto profondi cambiamenti. Le numerose trattorie a conduzione familiare che proponevano una cucina approssimativa e spesso pesante sono andate via via sparendo in parte convertitesi in ristoranti cino-giapponesi abbracciando spesso la formula all can you eat.

Più recentemente sono sorti nuovi ristoranti di cucina cinese riconoscibili già dagli arredi non appesantiti da cineserie, quanto piuttosto firmati da architetti così da renderli attuali e cosmopoliti. La cucina, a sua volta è, rispetto a quella della tradizione, più fresca, leggera e alterna le tecniche di cottura classiche con quelle contemporanee. Mu dimsum, aperto da circa un mese, rientra ampiamente in questa categoria. L’ambiente è di tono (foto 2), con cucina a vista (foto 3), ampio, soffitti alti, tavoli ben distanziati, legni e soppalco con sala da tè. La cucina è cantonese, o meglio di Hong Kong, che interpreta con un tocco più internazionale quella cantonese, senza rinunciare ad alcuni piatti della tradizione. Internazionali anche gli orari: qui si può pasteggiare da mezzogiorno a mezzanotte. La carta propone un’ampia selezione di dim sum tra i quali alcuni quantomeno insoliti (foto 4), tra i quali i ravioli al vapore in pasta di cristallo, ripieni di gamberi ( foto 5 ), l’uovo al vapore, affumicato, al profumo di osmanto odoroso con foie gras e uova di pesce ( foto 6 ), è un tripudio di sapori che comprende note sapide, dolce-amarognole e umami. Nell’ampio repertorio dei dim sum  non sono compresi alcuni molto abusati come gli involtini primavera.

Vi sono inoltre preparazioni quali l’anatra alla pechinese, ossia laccata, offerta già porzionata, servita con crespelle, salsa e verdure croccanti (foto 7) piatto che ci è particolarmente piaciuto per la consistenza croccante della pelle dell’anatra; per i più golosi il maiale dong po, ossia  pancetta di maiale biologico fresca cotta a bassa temperatura qui servita con verdura fermentata (foto 8): piatto che per consistenza “fondente” e sapidità  decisamente convince,  completato della intrigante verdura fermentata homemade. Sempre di maiale bio sono le puntine cotte al vapore con soia fermentata e peperoncino (foto 9) ricetta del Sechuan… da leccarsi le dita… Ma nonostante si possano elencare piatti impegnativi, quello che stupisce piacevolmente è  leggerezza e digeribilità. Ciò perché l’elevata qualità del cibo è un irrinunciabile caposaldo dell’offerta che si traduce nell’acquisto di materie prime spesso biologiche come le carni, le farine, gli agrumi; non è italiana invece l’anatra per la preparazione alla pechinese in quanto è richiesta una varietà non presente nei nostri allevamenti.

Alla qualità della materia prima si aggiunge la mano “leggera” dello chef Shng Qinglong di Hong Kong che ha cominciato la sua carriera a 16 anni. Nella carta del ristorante sono inoltre presenti preparazioni di pasticceria realizzate da LinYi-Kuan, giovane ma con esperienze professionali di prim’ordine. Il tutto a prezzi contenuti.

L’attualità di questo ristorante è anche data dalle bevande; oltre a tè di pregio e a un’ampia selezione di vini, è presente una carta dei cocktail pensata per questa specifica cucina, per cui la filosofia di Mu dimsum si basa sulla dialettica tra la contemporaneità e la memoria,

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