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Abbiamo visitato il Mulino di Sopra (foto 1), ristorante  scoperto per caso, che ci è piaciuto per l’atmosfera accogliente e rilassante. Il nome non è casuale in quanto la location è un mulino dismesso ristrutturato, ma con la ruota ancor funzionante (video 2).

Non vogliamo qui proporre una recensione di questo locale quanto piuttosto una segnalazione anche perché non eravamo lì per valutarlo. Vale però una deviazione per chi viaggia nel comprensorio di Parma. Il ristorante si trova a nord del capoluogo, vicino a Traversetolo, non lontano da Langhirano e da Felino, due epicentri della produzione di salumi emiliana, e ovviamente, ordinando l’antipasto di salumeria ci accorgiamo subito dell’eccellenza dei prodotti tipici locali a cominciare dal prosciutto crudo. La cucina è più attenta alla tradizione che all’innovazione, anche se non manca un ingentilimento dei piatti della memoria.

I tortelli di ricotta ed erbette  (foto 3) ci sono piaciuti.

E qui si può disquisire con i propri commensali se nel ripieno la ricotta debba prevalere o svolgere un ruolo di comparsa, ma si tratta di scuole di pensiero. Più si va verso il Reggiano e più verde è la farcia, mentre procedendo verso il Piacentino è la ricotta ad avere il sopravvento. Di fatto i tortelli del Mulino di Sopra guardano più a occidente che a oriente, e a prescindere dalle preferenze, sono irreprensibili, con un denso burro e un ottimo Parmigiano Reggiano a condirli.

La scottata di carne (foto 4), nella sua semplicità, bene rappresenta una cucina pragmatica, che va alla sostanza. E anche il dessert, ossia la sbrisolona con zabaione (foto 5), entrambi magistralmente interpretati, chiudono il pranzo, o la cena, proponendo un dipping più che goloso, che non insegue la ricercatezza, ma la soddisfazione immediata del gusto. Cantina con molte referenze emiliane.

Che dire? Piatti non pretenziosi, bensì onesti e ben eseguiti. In ogni caso abbimo messo in agenda il Mulino di Sopra… sopra acqua che scorre.

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