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La storia contemporanea di Fattoria della Talosa, azienda vitivinicola a Montepulciano, e della famiglia Jacorossi, inizia dall’acquisto della proprietà nel 1972 da parte di quest’ultimi. Tutto ha inizio da un’intuizione di Angelo, imprenditore romano, allora alla ricerca di un buen ritiro dove stemperare la frenesia della vita cittadina. Dopo aver trovato a Montepulciano una piccola cantina con un angolo di terra l’acquista e stabilisce con il luogo un legame tutt’ora indissolubile per la sua famiglia. Negli anni la piccola cantina è cresciuta arrivando ad avere oggi 33 ettari di vigneti

Edoardo Mottini Jacorossi, CEO di Talosa ci presenta il loro contesto in cui, negli ultimi decenni ha, con la partecipazione della famiglia, ridisegnato le proprie strutture, ridefinito la produzione vinicola

Negli ultimi anni abbiamo sostenuto numerosi investimenti con l’obiettivo di portare il nostro marchio ai vertici dell’enologia italiana. Abbiamo lavorato tanto per dare un nuovo volto all’azienda, tenendo sempre ben chiari all’orizzonte i nostri traguardi: produrre vini di alta qualità e promuovere un’offerta esperienziale legata al vino che potesse portare gli appassionati e i visitatori a godere delle bellezze di un territorio unico, immergendosi nella cultura e nel nostro stile di vita.

Talosa quindi è cresciuta e continua a crescere molto ogni giorno. Già da tempo ormai abbiamo rinnovato alcuni ambienti, ad esempio il nuovo centro aziendale e la ristrutturazione della Cantina Storica, e abbiamo apportato innovazioni in vigna con diversi impianti nei vigneti. Più recentemente invece abbiamo inaugurato una nuova sala degustazione adiacente alla cantina, uno spazio un tempo utilizzato come rifugio contro i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, che oggi abbiamo riportato alla luce”.

In questo approfondimento vi vogliamo raccontare di due annate del loro Vino Nobile di Montepulciano Riserva. Un’etichetta che nasce dai terreni più argillosi presenti sia in due vigne di quasi 50 anni (Vigna Camponi Vecchia e Vigna Costa Vecchia) così come in una di 20 anni (Vigna Camponi) che conferiscono grande eleganza e territorialità a un vino che profuma di Sangiovese e della terra sui cui le sue uve sono cresciute.

Nel processo della vinificazione, uguale per entrambi i millesimi, dopo una accurata selezione delle uve, la fermentazione alcolica dura dai 20 ai 25 giorni in serbatoi tronco conici di acciaio. La successiva malolattica viene completata in vasche di acciaio, con una parte in legno. In seguito il vino matura per un anno in tonneaux di rovere francese nuovi e di secondo passaggio, a cui segue l’assemblaggio e la maturazione per altri due anni in botti grandi di rovere di Slavonia. Infine, l’affinamento in bottiglia dura per almeno altri sei mesi.

Vino Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2017 (foto 1)

Da solo Sangiovese appare nel calice con una veste di colore rubino intenso. Il naso di buona complessità apre su piccoli frutti rossi tra cui ciliegia, more, mirtillo, a tratti un po’ sotto spirito, sfuma poi su un tocco di arancia rossa, per poi passare al pepe verde, seguito da noce moscata, da ginepro, un tocco balsamico a chiudere. Al palato ha struttura, con tannini presenti, setosi equilibrati da freschezza, poi è sapido, in un sorso equilibrato, senza dubbio persistente, con un buon equilibrio e un retrogusto sui piccoli frutti e sul balsamico.

Vino Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2018

Da solo Sangiovese appare nel calice con una veste di colore rubino intenso, dai riflessi violacei. I profumi di buona complessità esordiscono con piccoli frutti come per l’annata precedente, poi ha un tocco agrumato di arancia rossa, seguito da spezie tra noce moscata e vaniglia. All’assaggio è leggermente più agile, con tannini presenti stemperati da freschezza, seguiti da una sensazione sapida, un buon equilibrio nel complesso, per poi essere di buona lunghezza dal retrogusto giocato sui piccoli frutti e su sensazioni speziate.

Troviamo nell’interpretazione di entrambe le annate un’ottima interpretazione del Sangiovese, sia sul piano agronomico che nell’interpretazione in cantina, così come una lettura corrispondente del contesto territoriale del Nobile di Montepulciano.

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