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Carlo Piccinini l’AD della Cantina Valsamoggia, con Daniele Artioli, l’enologo, e Luca Gardini, wine educator, ha presentato in un incontro con la stampa su piattaforma Zoom organizzato dall’agenzia di comunicazione Fruitecom  il nuovo Pignoletto Doc Spumante Brut Ricordo di San Luca.
La storia della Cantina Valsamoggia comincia molto prima della sua nascita in quanto fa parte della Cantina di Carpi e Sorbara, sita nella Bassa Modenese, di cui Carlo Piccinini è Vicepresidente, fondata nel 1903 a Carpi e che oggi conta 1200 soci conferenti.

Tutto ha inizio nel 2014, spiega Carlo Piccinini, quando la Cantina di Carpi e Sorbara fa il proprio ingresso nella zona Colli Bolognesi, dove si produce Pignoletto. Qui affitta la vecchia Cantina Sociale di Bazzano, che versa in cattive condizioni, cercando così di aiutate i viticoltori associati.

Dopo due anni la cantina è acquistata e per dare un segno di discontinuità con il passato nasce la Cantina Valsamoggia, così da poter partire con un nuovo brand. Inizialmente si è trattato di conoscere i nuovi soci, studiare le vigne, i vini, capire il territorio molto diverso da quello della Bassa Modenese.

Dopo alcuni anni, quando lo staff si è sentito pronto, ha dato il via alla produzione di un primo vino, un Pignoletto che, secondo l’ambizione della cantina, potesse lasciare il segno, un vino importante, capace di diventare un classico, a cui, pur forte dei numerosi territori dei soci che gli hanno dato vita, non si è voluto dare particolare enfasi.

Poi ne sono stati prodotti altri dividendo in maniera netta i prodotti che venivano dalle Colline, ossia dai Colli Bolognesi, dai prodotti della pianura. Si sono così ottenuti un prodotto Docg strutturato, con un grado alcolico evidente, molto tipico per tutte quelle che sono le caratteristiche del Pignoletto, e un vino Doc di pianura di più facile beva, più leggero, adatto a essere distribuito nella GDO.

Ma veniamo ai nostri giorni e al nuovo vino che, per come nasce, avrà sicuramente visibilità. Si chiama il Ricordo di San Luca ed è un Pignoletto Doc Spumante Brut (foto 2), da uve grechetto gentile, con in etichetta il Santuario della Madonna di San Luca di Bologna, prodotto in 7000 bottiglie.

Questo è affiancato da due limited edition ciascuna con una propria etichetta disegnata dall’artista interprete della Pop-Art Enrico Dicò, presente all’incontro. Perché queste due etichette? Perché si è voluto considerare questo vino alla stregua di un’opera d’arte e quindi meritevole di essere collegato all’arte pittorica della quale Dicò è ritenuto maestro. Queste due etichette, che affiancano quella del Santuario, più canonica, tranquillizzante, pensata soprattutto per i ristoranti della tradizione, riproducono una Marilyn Monroe (foto 3) e l’altra Joker (foto 4) e strizzano l’occhio ai giovani, ai loro aperitivi.

Dicò, ha spiegato che i soggetti delle sue etichette erano i cavalli di battaglia della sua mostra al Vittoriano (Roma) del 2017. L’origine emiliana del vino, ma anche dei suoi interpreti, è figlia di una vitivinicoltura costellata da vini popolari e pertanto, per coerenza è stato scelto per realizzare le etichette delle limited edition un’artista assolutamente pop come, appunto, Dicò. Si aggiunga che il santuario della Madonna di San Luca scelto per l’etichetta, ha una valenza non solo simbolica ma anche artistica.

Da un punto di vista tecnico, come ha precisato Daniele Artioli, l’enologo, per produrre questo vino sì è voluto compiere un passo in più rispetto al lavoro normalmente svolto, ossia la cantina ha seguito un’altra strategia. Ha selezionato i cru migliori di tutte le zone di cui dispone. Il territorio va dagli alti Colli Bolognesi sino a scendere in pianura. Questi terreni sono molto diversi e ognuno ha le proprie particolarità: vi sono territori collinari, scendendo verso la bassa vi sono i terreni vicini ai fiumi che sono limosi e quelli della pianura sono più argillosi. Pertanto si tratta di terreni che hanno capacità produttive diverse in rese: basse in collina, medie scendendo, alte in pianura. Sono state scelti i vigneti più vocati di ogni fascia e con queste eccellenze si è voluto produrre un vino che da un lato avesse la tipicità del Pignoletto, ma dall’altro anche caratteristiche di mineralità, di sapidità, di tensione, con bolla fine, un vino cioè capace di piacere ai consumatori, per cui ai mercati. Di conseguenza, selezionate le basi si è formata la cuvée che è stata affinata, quindi portata in autoclave con lunga permanenza sulle fecce nobili (Charmat lungo) per cui una fermentazione lenta. In sintesi la Cantina ha voluto riprodurre un prodotto tipico però di facile beva che si adattasse agli aperitivi, non semplicemente al consumo a pasto cui è legato il mondo della Docg con un prodotto più impegnativo

Pignoletto Doc Spumante Brut Ricordi di San Luca
Il vino, grazie alla lunga permanenza ina autoclave ha una bolla molto fine, ma, precisa Luca Gardini, percettibile, presente, piena. Bolla che aiuta a sostenere la tensione del sorso.

Nel calice riproduce colore paglierino percorso da bollicine continue.

Al naso il profumo pulito, netto, con piacevoli note agrumate si uniscono a ricordi di erbe aromatiche e di lavanda.

In bocca l’impatto è morbido, suadente. Piacevole bevibilità e la stessa pulizia rilevata nell’analisi olfattiva. All’impatto morbido fanno seguito freschezza che rende particolarmente piacevole la beva, verticalità, croccantezza, e un finale salino e ammandorlato.

Abbinamenti gastronomici
E’ un vino con cui accompagnare stuzzichini, pasticceria salata oltre a pesce crudo come salmone, tonno e ricciola. Grazie alla freschezza e alla carbonica può essere abbinato a salumi anche grassi, fritti dell’orto e di mare, gratinati.

Nella foto 5 Carlo Piccinini in un momento della presentazione.

Questi e gli altri vini Valsamoggia e della Cantna di Carpi e Sorbara sono acqustabili on-line cliccando qui.

Di questo Autore