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Jacopo Di Battista, patron di Querceto di Castellina, Azienda vitivinicola chiantigiana con agriturismo di Casellina in Chianti, in un lunch press organizzato dall’Agenzia di Comunicazione PR Counicare il Vino, al ristorante Mibabbo di Milano, ha presentato le proprie etichette.

L’azienda, a conduzione familiare, è stata acquisita nel 1945 da Guido Masini, nonno dell’attuale proprietario. Originariamente era la casa di campagna di famiglia che dimorava a Firenze. Guido Masini non era interessato al mondo del vino anche se il podere aveva una propria produzione enologica mezzadrile che veniva venduta localmente sfusa, ma con l’abolizione della mezzadria diede il vigneto in gestione. Alla fine degli anni 80 la famiglia decise di ristrutturare il complesso composto da edifici quattrocenteschi così che diede vita nel 1988 all’attuale agriturismo.

Alla fine degli anni novanta entra in scena Jacopo Di Battista, epoca in cui si è cominciato a ripiantare i vigneti per proseguire sino al 2008. E ancora alla fine degli anni novanta, nel 1998, viene inaugurata la cantina ed è imbottigliata la prima annata di Querceto.

L’azienda sin dall’inizio ha prestato molta attenzione alla sostenibilità anche se all’epoca non era un’impresa facile. Dal 2009 è stata intrapresa la conversione in bio ed essendo la tenuta completamente contornata da boschi, per cui isolata, gli impianti sono ben protetti da eventuali contaminazioni esterne. L’azienda si trova in località Querceto, nella parte settentrionale del comune di Castellina il Chianti al confine con Radda. L’estensione attuale del vigneto è di 11 ettari in terreni ricchi di alberese, un calcare marnoso con un alto contenuto di carbonato di calcio. L’80% del vigneto è piantumato a sangiovese, mentre il merlot rappresenta l’estensione maggiore della restante superficie; ultimamente è stato messo a dimora anche il cabernet sauvignon. Una piccola vigna di 2000 mq è dedicata al vino bianco; qui sono allevati i vitigni vioignier e roussanne a densità quasi estrema, con 2000 piante, unica vigna in piano. L’Azienda attualmente vinifica tutte le uve prodotte, ma non riesce a imbottigliarle totalmente in quanto, imbottiglia 40-50 mila bottiglie l’anno con un potenziale di 70 mila bottiglie.

E’ privilegiata la produzione di vini monovarietali, in prevalenza sangiovese. Chanti Classico e Gran Selezione, che ha sostituito la Riserva nel 2010, sono prodotti con uve sangiovese 100% Sono vinificati anche un merlot, una piccola produzione di sangiovese e merlot oltre all’anchessa piccola produzione di vino bianco.

I vini degustati

Livia IGT Toscana Bianco 2020 (foto 1)

Nasce dall’insolito blend di vioignier e roussanne.
Dopo la fermentazione alcolica il 30% del vino ottenuto affina in tonneau per 10 mesi mentre il restante il 70% in acciaio per altrettanto tempo. Il vino assemblato prosegue l’affinamento in bottiglia per 3 mesi.

Alla commercializzazione nel calice il vino riflette colore paglierino che vira al giallo oro.
Il profumo è fruttato con ricordi di pesca e di rosa.
In bocca il vino è verticale grazie alla ben espressa spalla acida con sentori di spezie dolci e fondo di mandorla.

Bottiglie prodotte 2000.

L’Aura Chianti Classico Docg 2019 (foto 2)

Prodotto unicamente con uve sangiovese, il vino è elevato in tonneau per 12 mesi e affinato successivamente per 3 mesi in bottiglia.

Nel calice riflette colore rosso rubino.
Al naso è fruttato con ricordi di prugna matura, di ciliegia, di lampone; si riconoscono note floreali di viola e una sfumatura balsamica.
In bocca è succoso, fresco, i tannini sono levigati, l’alcolicità ben integrata con l’acidità. Si ritrovano sensazioni fruttate già percepite in fase olfattiva. Sorso lungo.

Bottiglie prodotte 26 mila.

Sei Chianti Classico Gran Selezione 2018 (foto 3 video 4)

Da uve sangiovese 100%, il vino è elevato in tonneau per 18 mesi dei quali metà di primo passaggio e la restante metà di secondo passaggio, quindi affina in bottiglia per 12 mesi.

Possiede colore rosso rubino vivo che con qualche anno di invecchiamento assume sfumature granate.

Profumi balsamici, di macchia mediterranea si uniscono a ricordi fruttati, di ciliegia sotto spirito, di confettura di lampone.

In bocca è pieno, caldo, avvolgente con tannini soffici, e conserva una piacevole freschezza che dà tensione al sorso e lo allunga.

Bottiglie prodotte 9 mila.

Podalirio IGT Toscana Merlot 2018 (foto 5)

Da uve merlot in purezza, il vino è elevato per 18 mesi in barrique di rovere francese di primo, di secondo e di terzo passaggio, quindi affina 12 mesi in bottiglia.

Nel calice riflette un bel colore rosso rubino.
Al naso si coglie subito un’intensità fruttata in cui si riconoscono la ciliegia e il lampone, i frutti di bosco oltre a note vanigliate, di pepe e un vago ricordo di caffè.

In bocca è caldo, morbido, carezzevole, con tannini educati; vivacizzante acidità così ben integrata che i 14,5 gradi alcolici non si colgono e la beva è fluida.

Bottiglie prodotte 4 mila.

Venti IGT Toscana 2017 (foto 6)

E’ una piccola produzione che nasce dai vitigno merlot e sangiovese equamente rappresentati, utilizzando le migliori selezioni di entrambi i vitigni. Pur non essendo il vino più rappresentativo dell’azienda, potremmo definirlo il top di gamma. Vinificati separatamente il merlot è elevato in barrique di rovere francese per 20 mesi, mentre il sangiovese è elevato per altrettanto tempo ma in tonneau di rovere francese. Il vino, dopo essere stato assemblato, affina in bottiglia per 12 mesi.

Alla commercializzazione possiede colore rosso rubino che vira al porpora.
Al naso è un ventaglio di sensazioni olfattive fruttate di prugna, ciliegia, frutti di bosco, e reminiscenze floreali di viola, oltre che di pepe e si avverte una vaga sensazione di cuoio.

In bocca è intenso, rotondo, avvolgente con la freschezza propria dei vini di alta collina, con un tannino soffice e una notevole lunghezza.

Bottiglie prodotte 1500.

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