Ruffino, storica azienda vitivinicola chiantigiana fondata a Pontassieve nel 1877 ha rifatto il look alle proprie etichette delle linee Chianti Classico Riserva Ducale e Chianti Classico Riserva Ducale Oro.
Per l’occasione è stata organizzata una verticale che ha avuto per protagoniste sette annate, ossia le 1977, 1982, 1988, 1996, 2000, 2014, 2018 del Chianti Classico Riserva Ducale Oro (foto 1), la collezione più rappresentativa della maison. La degustazione è stata condotta da Filippo Bartolotta, giornalista e wine educator. Si è trattata di un’occasione unica per percorre la storia di uno stile di vinificazione in continua crescita dalla seconda metà del secolo scorso sino ad arrivare ai giorni nostri in concomitanza di un restyling grafico delle etichette disegnate in stile fresco e fortemente contemporaneo.
Le annate in degustazione
Chianti Classico Riserva Ducale Oro 1977
È prodotto con uve sangiovese (75%), canaiolo (10%), malvasia (5%) e colorino (5%) allevate nella nella zona a nord di Greve in Chianti ossia la parte settentrionale del Chianti Classico, più esattamente a Castello di Montemasso e a San Polo in Chianti. Il pigiato ha svolto la fermentazione alcolica in cemento vetrificato per 2 settimane quindi ha proseguito la macerazione postfermentativa per circa altrettanto tempo.
Il vino è stato elevato in botti di rovere di Slavonia di 80 hl per 12 mesi, successivamente in cemento vetrificato.
Note gustative
Trentacinque anni e non li dimostra, ossia non si notano evidenti ossidazioni. Nel calice il colore è brillante, con una nota sfumata arancione data dal lungo affinamento pluridecennale e ha mantenuto la tipica trasparenza del Sangiovese. Il profumo non passa inosservato, con richiami di scorza arancia, kumquat, frutti a bacca rossa come l’amarena, cera d’api e ancora sentori di incenso, nuance fungine e erbe officinali: “ha dentro di sé” come spiega Bartolotta” tutto quello che deve avere un Sangiovese”. In bocca è morbido, vibrante, possiede una vena acida molto intensa, ma non abrasiva; sapido quasi salino, iodato, si riconosce l’ arancia rossa e il tannino assolutamente vellutato.
Chianti Classico Riserva Ducale Oro 1982
Nasce dalle stesse uve dell’annata 1977, ossia sangiovese (75%), canaiolo (10%), malvasia (10%) e colorino (5%) allevate nelle stesse località a nord di Greve. La fermentazione alcolica si è svolta in vasche di cemento vetrificato in due settimane, quindi è seguita la macerazione post-fermentativa.
E come il 1977 il vino è stato elevato in botti di rovere di Slavonia di 80 hl per 12 mesi quindi in cemento vetrificato.
Note gustative
Nel calice riflette brillantezza, trasparenze, colore un poco più scuro del 1977. Al naso cambia il profilo, profumi di finocchio selvatico, di aneto, di liquirizia, una parte floreale più evidente rispetto al 1977. In bocca un tannino importante, affiora di più che nel 1977. Mentre nel 1977 era la nota acida ad emergere in questa annata è quella salina.
Chianti Classico Riserva Ducale Oro 1988
Da uve sangiovese (90%), canaiolo (7%), malvasia (3%) allevate nella zona a nord di Greve. La malvasia si riduce e la vinificazione avviene in tini inox termocondizionati per 2 settimane seguita dalla macerazione sulle bucce. Il vino è elevato in botti da 80 hl per almeno 12 mesi, quindi è affinato in bottiglia per 6 mesi
Note gustative
Rispetto alle annate precedenti il 1988 evidenzia maggiore equilibrio. Emergono profumi più balsamici, ricordi di chinotto, di bergamotto, di rosmarino; il frutto si fa un po’ più scuro, mora di gelso, foglia di alloro, profumi mediterranei, liquirizia e nota di tabacco e cacao, ma cercando, come segnala Bartolotta, anche di noce di cocco. In bocca è armonico, piacevole acidità ben integrata al tannino e al tenore alcolico in un insieme armonico.
Chianti Classico Riserva Ducale Oro 1996
Con questa annata avvengono importanti cambiamenti nella produzione di Riserva Ducale. Dall’uvaggio scompare la malvasia, ed entrano vitigni alcuni internazionali:
sangiovese (90%), colorino, canaiolo, cabernet sauvignon e merlot (10%). Le uve non sono più solo della zona a nord di Greve, ma anche e soprattutto di Castellina, posta più a sud e il vino è elevato anche in barrique. I terreni a nord di Greve sono ricchi di argilla, tessitura media, scheletro, mentre quelli di Castellina sciolti con scheletro, galestro. Le uve a Castellina maturano più lentamente, e danno vini eleganti. Nel 1996 convergono l’eleganza di eleganza e struttura di Greve con passaggio del vino prima in botti grandi e poi in barrique. La presenza del merlot della zona di Castellina tende a riprodurre vini balsamici, leggermente mentolati.
Note gustative
Al naso si riconosce vaniglia, la caramella d’orzo, il fieno, e come avverte Bartolotta sentori “più di pot-pourri che di viola pura, un po’ fumé, un po’ shitake, cuoio”. In bocca pur avvertendo la speziatura del rovere continua ad avere un carattere citrico, di arancia rossa, e quella parte di balsamico comunicata dalla scorza d’arancia. È un vino elegante, armonico, complesso.
Chianti Classico Riserva Ducale Oro 2000
Nasce da uve sangiovese (85%), colorino, merlot, cabernet sauvignon (15%); la vinificazione si svolge in acciaio inox e dopo 10 giorni di fermentazione a temperatura controllata, ha luogo la macerazione post-fermentativa che si svolge in 2 settimane. In questo caso non si parte dalla botte grande, come per il 1996, ma dalla barrique, pertanto il vino è elevato 5 mesi in barrique, quindi 28 mesi in botti di 40 e 80 hl.
Note gustative
Rispetto alle precedenti annate ha colore più scuro, molto ricco di antociani. Profumi di frutti scuri come il mirtillo, la ciliegia nera matura. Il vino è più morbido e al tempo stesso più strutturato del 1996, grazie anche a una vendemmia più tardiva. Risulta maggiormente concentrato, ma anche maggiormente morbido, con frutto ben espresso.
Chianti Classico Riserva Ducale Oro 2014
Sparisce il cabernet: sangiovese 85%, merlot 10% e colorino 5%. L’annata ha riservato temperature più basse e abbondanti piogge, pertanto ha influito sul vino riducendone la dolcezza, mentre l’alcol dà più volume e rotondità. Il cabernet è stato eliminato perché influiva con note un po’ troppo vegetali, mentre il merlot, con il colorino, comunica più graditi ricordi di eucalipto.
Note gustative
In bocca acidità e tannino ruvido potrebbero togliere piacevolezza al sorso, ma l’elevato grado alcolico restituisce una beva rotonda. Annata impegnativa che ha dato un prodotto con caratteristiche uniche, di gran valore.
Chianti Classico Riserva Ducale Oro 2018
È prodotto con uve sangiovese (83%), merlot (12%) e colorino (5%). La fermentazione alcolica ha avuto luogo in tini di acciaio inox termocondizionati, quindi la macerazione si è svolta sulle bucce per 21 giorni. Il vino matura 36 mesi in vasche di cemento, poi 12 mesi in botti grandi, infine 12 mesi in barrique.
Note gustative
L’impatto olfattivo è fruttato con ricordi di prugna, di ciliegia, cui si uniscono sentori di liquirizia, di china, di rabarbaro e, come sottolinea Bartolotta, “un po’ mineralità, polvere da sparo; in bocca acidità, succosità, trama tannica infiltrante, sensazione di ceneri nobili”.
Le etichette
Dal 1977 a oggi le etichette sono cambiate (vedi foto 1) e evidenziano un rinnovamento che si inserisce in un concetto di evoluzione che l’azienda sta affrontando. Nel corso della degustazione abbiamo assaggiato annate che appartengono a una grande storia proiettata verso il futuro. In questo contesto Ruffino ha sentito il bisogno di rendere più contemporanea la veste delle proprie etichette, pertanto ha affrontato il progetto di restyling, presentando per l’occasione il nuovo logo, partendo da Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro.
Conclusioni
Ciò che ha evidenziato questa verticale è l’evoluzione del Chianti Classico nel succedersi delle annate e con esse delle concezioni enologiche i. Le prime annate vedono ancora l’impiego di malvasia nell’uvaggio, ossia di un’uva a bacca bianca, destinata negli anni a scomparire, e sono utilizzate unicamente uve autoctone: i vini maturano in grandi botti di 80 hl. Man mano che trascorrono gli anni il Chianti Classico Riserva Ducale Oro assume un’altra fisionomia e nel 1996 l’ingresso delle uve del comprensorio di Castellina, che sostituiscono in parte quelle allevate a nord di Greve, forniscono maggiore eleganza al vino definito anche dall’ingresso dei vitigni merlot e cabernet sauvignon e dall’impiego di barrique. Si giunge così alla fisionomia assunta con l’annata 2018 dove sparisce il cabernet e diventa più rilevante la presenza del merlot conferendo al vino maggiore morbidezza.