Il risotto, un tempo diffuso quasi esclusivamente al nord, si è nel tempo deregionalizzato così da diventare un piatto presente in tutta Italia, ma che non sfigura anche nei menu internazionali più esclusivi in quanto è di indubbia raffinatezza. La nostra cultura del riso fa sì che per ogni preparazione vi sia la varietà giusta per cui si contano tipologie di riso per minestre, per supplì, per dolci e ovviamente per risotti.
A questi ultimi sono riservati i risi superfini, dal granello più grosso e vitreo, in grado di reggere cotture senza scuocere. Tra questi svolge un ruolo di primordine lo svolge l’Arborio che mutua il nome dall’omonimo comune del Vercellese, dove fu selezionato.
Ovviamente con questa denominazione le proposte sul mercato non mancano. Ma, se vogliamo considerare le eccellenze, prendiamo sicuramente in considerazione il riso della Riseria Vignola, azienda nata nel 1880, per cui di grande affidabilità, che produce, tra i molteplici risi, l’Arborio ottenuto da agricoltura biologica in filiera italiana tracciabile. La sua peculiarità è la coltivazione con l’impiego della tecnica della pacciamatura verde, un sistema totalmente naturale che riduce il consumo di acqua e minimizza l’impiego di fertilizzanti, nel più assoluto rispetto per il prodotto e per l’ambiente.
Puro e sostenibile, il Riso Vignola Arborio Biologico di Riseria Vignola esalta i pregi di questa varietà. I chicchi di dimensione elevata, infatti, aumentano di volume assorbendo i liquidi e hanno una buona tenuta di cottura, permettendo di realizzare un risotto ineccepibile per gusto e consistenza. Con lo stesso riso si possono preparare piatti che richiedono doppie cotture come timballi, crocchette, arancini/e, supplì e via elencando.
Riso Vignola Arborio Biologico è commercializzato in sacchetto da 750 g 100% riciclabile, apri e chiudi salvafreschezza.