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Aggiornamento 11 novembre 2017

E’ stata recentmente prrsentata la nuova carta. Rispetto al menu Viaggio in Sicilia tutte le novità e gli abbinamenti consigliati al link: http://www.citylightsnews.com/read/ristorante-il-moro-viaggio-nella-sicilia-gastronomica-contemporanea Con i dessert da provare Caladeitufi, Vendemmia tardiva 2014 Menfi DOC, Mandrarossa  (foto 8), chardonnay in purezza, è un tripudio di sentori fruttati e floreali mediterranei; in bocca è suadente, piacevolmente zuccherino, rotondo e avvolgente

Aggiornamento 29 febbraio 2017

Il ristorante Il Moro con le stagioni cambia il menu proponendo sempre piatti molto ben eseguiti. Tra gli ultimi provati il Polpo, fave, capperi di Salina, origano fresco e Pecorino Siciliano Dop (foto 1): il polpo è cotto a bassa temperatura quindi  passato alla piastra per renderne croccante la superficie e il formaggio è presente in sottili lamelle per completare il sapore del piatto senza  turbarne l’equilibrio. Oltre al menu degustazione Viaggio in Sicilia, che abbiamo descritto, sono proposti i percorsi Tradizione e Pesce crudo. Dai menu si possono scegliere i singoli piatti.

Il Moro è un ristorante che realizza piatti regionali, in questo caso siciliani, utilizzando le tecniche dell’alta cucina.

Il Ristorante Il Moro, aperto da una decina d’anni, è un locale di tono (foto 7), attento all’accoglienza del cliente e con servizio al tavolo ineccepibile. E’ gestito da tre fratelli siciliani, Antonella, Salvatore e Vincenzo Butticè che adorano la propria terra e i suoi prodotti. Salvatore, lo chef, parte dall’ingrediente e lo elabora senza mai snaturarlo, semmai valorizzandone il sapore originario. Ciò non toglie elaborazioni e abbinamenti anche insoliti, ma sempre educati, senza stridori o forzature. Le tecniche di cottura utilizzate comprendono, come detto, quelle dell’alta cucina senza escludere l’impiego di tecnologie avanzate. Vi è la ricerca del sapore dell’ingrediente nella sua purezza e pertanto ciò che entra al Moro deve essere di elevato profilo qualitativo. La carta, che comprende anche preparazioni non siciliane, propone preparazioni di mare crude, cotte, variamente cucinate, e anche di terra compreso un promettente Piccione, il petto, la spuma e il patè, glassa di criollo e Barbaresco, castagne e uva.

Affiancano la carta alcuni menu degustazione. Tra questi il più completo è Viaggio in Sicilia che probabilmente sta molto a cuore allo chef perché è realizzato con amore, che non significa di pancia: piatti ben studiati, senza però mancare di calore. Si comincia con Semplicemente spontaneo (foto 3), una preparazione della cucina povera, il pani cunzatu, ossia il pane condito: da un lato la morbidezza del pane suggerisce sentori di pecorino e anche di sarda presente in spuma; dall’altro una foglia di basilico fritta e una cialda di grana conferiscono sapidità e aroma, ma soprattutto apportano croccantezza così da movimentare la portata con un gioco di consistenze.

Piacevoli contraddizioni (foto 4), consiste in tuorlo di un uovo cotto a bassa temperatura (l’uovo perfetto), per cui cremoso, profumato con tartufo ibleo, cui fanno da contrappunto la piacevole tenacia del calamaro, la dolcezza della patata e le note erbacee dei germogli.

Sfumature di giallo, è un polpo anch’esso “perfetto”, reso leggermente croccante dopo la cottura sotto vuoto, che naviga nella dolcezza di cipolla e zucca.

Carnaroli puro (foto 2), tartufo ibleo e gamberi: il riso ha tutto il sapore dei gamberi, senza aver cotto nel coulis, grazie alla presenza del corallo che, insieme con i pezzetti di coda, insaporiscono in modo uniforme la preparazione; il tartufo chiude il cerchio, con profumi intensi e nota umami.

In Come in altalena, il cuoco da sfoggio delle sua sensibilità gustativa per creare accostamenti di grande armonia. I ravioli hanno tutta la morbidezza del ripieno di patate schiacciate con la forchetta; a dare sapore ci pensano un tocco di provola, l’irresistibile pienezza del riccio di mare accostato a porcini: un tripudio di sapori, tutti garbati.

L’appetito e l’amore dedica a Rossini (foto 5) , un’interpretazione siciliana del piatto che ha mutuato il nome del maestro, ossia tournedos di tonno tenuto crudo nella sezione più interna in crema di cavolfiore, delicata, quasi dolce, gocce di vin cotto, foie gras ai pistacchi servito leggermente freddo per garantirne la tenuta di consistenza, tutto meravigliosamente profumato dal tartufo ibleo.

Dopo aver mostrato la padronanza nell’accostare sapori senza stonature, lo chef conclude con giochi dolci salati,

Misticanza, olio Particella 34 , tradizionale e prezzemolo (foto 6) è solo un accenno: il sapore salato del cucuncio sfida la dolcezza del gelato al fico d’india su crumble croccante con presenze fruttate e profumi di erbe aromatiche. Ma la vera sfida dolce salato si concreta con il dessert, Sussurri siciliani (foto 7) ossia tarte tatin di melanzane cotte con lo zucchero per favorirne la disidratazione, cioccolato e gelato di origano: la pasta è friabilissima, le note saline sono evidenti e si sposano alla perfezione con la dolcezza del dessert.

Carta dei vini ampia, con le migliori referenze; ben rappresentata l’enologia siciliana.

Ristorante Il Moro

via Parravicini 44

Monza (MB)

tel. 039.327899

info@ilmororistorante.it

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