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5.500 ettari di superficie vitata (di cui 5.400 classificati a doc); 40 milioni di bottiglie di vino prodotte (62% vini bianchi, 38% vini rossi) con il 70% proveniente dalle cantine cooperativa, e 1/3 della produzione destinata all’esportazione; 218 le cantine in attività che producono mediamente 330.000 ettolitri di vino, pari all’1% della produzione vinicola italiana. Questo l’Alto Adige (una superficie di 740.000 ettari e 530.000 abitanti) che il Consorzio Vini Alto Adige ha presentato prima a Milano e poi a Genova, a Firenze, a Bologna e, ancora il 29 settembre a Ferrara (Princess Art Hotel), il 30 a Roma (Villa Agrippina), il 6 ottobre a Napoli (Palazzo Caracciolo) e, infine, Palermo il 7 ottobre presso Palazzo Sitano, dopo aver percorso 6.000 chilometri per un Roadshow organizzato per fare incontrare i vini altoatesini con gli operatori del settore. In pratica, un’iniziativa voluta per sopperire alla mancanza di iniziative che in un’altra epoca – quella prima del coronavirus – erano numerose e utili per gli incontri produttori-operatori-consumatori. Quest’anno, invece, è saltato tutto, non solo fiere come, per esempio Vinitaly e Prowein ma, anche, molti eventi di settore che permettevano al Consorzio Vini Alto Adige di raggiungere i migliori clienti delle cantine altoatesine.

Che fare, allora? Rinviare tutto all’anno prossimo? E no, se c’è qualche spiraglio per organizzare eventi, perché non approfittare? Così il team del Consorzio ha organizzato il Roadshow di cui abbiamo detto qui che ha praticamente debuttato a Milano con due seminari di degustazione guidati dal giovane altoatesino Eros Teboni, certified sommelier della Court of Master Sommelier.

Con questo roadshow riprende, in pratica, il contatto dei vini dell’Alto Adige con quegli operatori del settore da sempre vicini ai nostri produttori, dice Eduard Bernhart, direttore del Consorzio; e, contestualmente, sottolinea che “abbiamo scelto di dare un segnale all’Italia: l’Alto Adige c’è ed è pronto a rimboccarsi le maniche e a macinare chilometri per incontrare tutti quegli operatori che, per le cause che tutti conosciamo, non sono potuti venire a conoscere i nostri vini in occasione di fiere di settore come Vinitaly o Prowein. Crediamo molto nella qualità e nella versatilità dei nostri vini, che possono essere abbinati ad infinite tipologie di pietanze e cucine tipiche di tutta Italia, dalla cucina di mare a quella di montagna. I nostri vini godono inoltre di grande longevità e per raccontare il loro potenziale d’invecchiamento sono proposte in ogni seminario, oltre alle etichette delle annate in commercio, anche due vecchie annate. Questo è l’obiettivo del Roadshow: coinvolgere e accompagnare i ristoratori e gli operatori del settore alla scoperta del grande potenziale gastronomico dei vini dell’Alto Adige”.

A Milano abbiamo degustato (foto 1):

Alto Adige Kerner Luxs 2019 – Weingut Niklas (foto 2)
Prodotto con uve Kerner dell’Oltradige di Caldaro, con fermentazione a temperature basse in acciaio e 6 mesi di affinamento sui lieviti. Vino dal bouquet pieno e sentori di frutta matura. In bocca è vivace, fresco, sapido ed anche caldo ma tutto in perfetto equilibrio, anche la scia agrumata finale.

Alto Adige Pinot bianco Riserva Passion 2017 – Cantina San Paolo (foto 3)
Nome più che appropriato sia per essere un vino fatto con uve di un vitigno importante in Alto Adige e, oltretutto, da vigne di Appiano Monte che superano anche il secolo di età. La fermentazione avviene in botti grandi di rovere dove il vino matura per 18 mesi. Alla degustazione si presenta con un corredo di profumi fruttati e floreali. In bocca è vellutato e caldo ma calibrato da una decisa freschezza.

Alto Adige Pinot grigio Unterebner 2018 – Cantina Tramin (foto 4)
Affinamento in botti grandi e una piccola parte in tonneaux e sempre a contatto con i lievi fino alla conclusione dell’estate. Mela e pompelmo ma, anche, un accenno erbaceo caratterizzano il bouquet di questo bel vino di colore paglierino lucente e che riempie la bocca con un intreccio fresco-sapido con nuances agrumate.

Alto Adige Pinot grigio Sanct Valentin 2016 – Cantina Produttori San Michele Appiano (foto 5)
Fermentazione malolattica e affinamento sui lieviti in barrique a cui fa seguito un ulteriore affinamento di 6 mesi in acciaio.

Alto Adige Sauvignon Andrius 2018 – Cantina Andriano (foto 6)
Vino ottenuto da uve Sauvignon Blanc vinificate in parte in fusti d’acciaio e in parte in botti di legno grandi, che incanta per il suo bouquet e il gusto brioso e denso che sprizza freschezza e sapidità e una vena agrumata che accompagna sino alla fine.

Alta Adige Chardonnay riserva Freienfeld 2017 – Cantina Kurtatsch (foto 7)
Questo è uno dei grandi Chardonnay dell’Alto Adige fermentato in barrique francesi tostate biondo medio con successivo affinamento per 12 mesi senza fermentazione malolattica. Di colore paglierino lucente, al naso propone sentori fruttati e di erbe officinali. In bocca è fresco, cremoso, appagante e con un bel retrogusto che ricorda il lime.

Alto Adige Gewurtraminer Flora 2018 – Cantina Girlan (foto 8)
Flora è il nome dell’artista che ha dipinto i fiori dell’etichetta e così è diventato uno dei vini più importanti di questa importante cooperativa altoatesina, anche perché le uve vengono selezionate nelle migliori vigne della zona di Carnaiano e Cortaccia. Sfodera un ricco ventaglio olfattivo prevalentemente fruttato. In bocca è elegante, fresco, sapido e decisamente piacevole.

Alto Adige Santa Maddalena Classico 2018 – Wasserhof (foto 9)
95% di Schiava e 5% di Lagrein per questo morbido e fruttato vino che può accompagnare sia piatti di pesce sia quelli di carne. I sentori di frutti rossi sono molto evidenti al naso. In bocca è beverino, vivace e un’eleganza veramente accattivante.

Alto Adige Pinot nero riserva 2016 – Azienda agricola Stroblhof (foto 10)
Ottimo esempio di Pinot nero che viene immesso sul mercato dopo un affinamento in barrique francesi, in parte nuove, per 2 mesi a cui seguono 6 mesi in botti di rovere e ulteriori 12 mesi di affinamento in bottiglia. Alla degustazione si presenta con un’eleganza che ricorda il vitigno e quindi con tutte le sue note fruttate. In bocca sfoggia un tannino morbido e setoso che rende il vino decisamente appagante.

Alto Adige Gewurztraminer Lafòa 2015 – Colterenzio (foto 11)
Ecco come un classico altoatesino può invecchiare con eleganza tra la sua spettacolare espressione olfattiva con prevalenza di frutta esotica e la morbidezza e la vibrante freschezza che avvolge la bocca.

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