L’anno appena concluso è stato dichiarato dall’ONU come anno internazionale del turismo sostenibile, un’opportunità unica per ribadire il ruolo centrale di un settore che genera ogni anno un fatturato di circa 1.260 miliardi di dollari. Le potenzialità di questa industry possono inoltre contribuire in maniera significativa alla concretizzazione dei Sustainable Development Goals che le stesse Nazioni Unite intendono traguardare al 2030 per migliorare, attraverso la salvaguardia ambientale e la riduzione delle disuguaglianze, la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Anche l’Italia ha recepito tale richiamo ed elaborato il Piano strategico del turismo per i prossimi 6 anni rimettendo tale tema al centro delle politiche nazionali. Ma torniamo a noi: cosa si intende per turismo sostenibile? Il viaggiatore di oggi è un viaggiatore nuovo, digitale, che utilizza servizi differenti e sempre più in autonomia. Il concetto di viaggio non è più da intendersi solo come spostamento da un punto a un altro ma come ricerca di una vera e propria esperienza per scoprire nuovi territori, conoscere nuove persone, entrare in contatto con nuove culture e tradizioni nel rispetto dei luoghi e dell’ambiente in cui ci troviamo. Un turismo responsabile è nulla più che un turismo consapevole. Consapevole della realtà che si sta visitando, dell’eventuale contributo o rischio che il nostro passaggio possa determinare su una comunità locale, consapevole di far parte di un mondo da preservare. Per questo le stesse linee guida del Piano strategico del MIBACT si basano su: sostenibilità, innovazione e accessibilità. La sostenibilità nel turismo non è solo da intendersi in termini ambientali come salvaguardia dei territori ma anche come elemento di competitività, per favorire lo sviluppo economico, la mobilità, la fruizione del patrimonio e la sua accessibilità in tutte le forme e possibilità. Occorrono quindi investimenti per migliorare le infrastrutture, digitalizzare il sistema turistico ma anche lavorare sulle competenze delle imprese che fanno turismo, per svilupparle e renderle adeguate all’evoluzione del mercato e accrescere la cultura dell’ospitalità. E noi cosa possiamo fare singolarmente? Ad esempio scegliere mezzi di trasporto che salvaguardano il territorio (escursioni in kayak, bike elettriche ecc), limitare i consumi di acqua ed energia durante il nostro viaggio, contribuire all’economia delle comunità del paese visitato con acquisti diretti di prodotti artigianali locali o affidarci a tour operator già orientati ad un “viaggio sostenibile”. Conoscenza, rispetto e condivisione: per essere i nuovi viaggiatori di domani.
Articolo di: Luisa Gulluni