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Un’affettatrice Berkel non si nasconde mai. I collezionisti che custodiscono in casa una Berkel la mettono in mostra come una scultura. Se presente in un ristorante il suo posto non è in cucina, ma in sala e nei negozi se c’è la Berkel, mentre è in funzione è ammirata in religioso silenzio: rossa fiammante con il disco della lama affilatissimo che ruota silenzioso con più che millimetrica precisione. La Berkel non si nasconde mai perché è un pezzo di design industriale, un’opera d’arte.

Siamo stati all’anteprima Berkel di A Slice Odyssey, l’esposizione delle affettatrici Berkel che si è tenuta presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnica Leonardo Da Vinci a Milano.

In una sala Berkel rosse in funzione molto ammirate dal pubblico accalcato (video 2 cliccare), e in una sala molto meno affollata la mostra ossia l’esposizione delle B114: affettatrici a volano imponenti che richiamano i decori dei vari periodi storici che dal 1898 a oggi hanno attraversato e ciascuna racchiude arte, progettazione architettonica, scultura, tecnologia. Si tratta di  sei pezzi decorati a mano a rappresentare gli altrettanti ventenni che si sono succeduti dal nascita sino a oggi.

Dal ventennio 1898 -1918 (foto 3), gli anni in cui lo Zeppelin solcava i cieli, nascevano le note di O sole mio e in Italia si combatteva in trincea nel corso della grande guerra…

sino ad arrivare al ventennio 1998-2018 , periodo in cui nasce l’euro, i social media dilagano nel bene e nel male (Umberto Eco dirà E’ l’invasione degli imbecilli), il ventennio dei millennials cede il passo ai nativi digitali.

E tra questi due ventenni 80 anni di storia dove si mescolano la nascita del Jazz ( foto 3 ) e quella dei regimi totalitari, il secondo conflitto mondiale, la liberazione (foto 4), il boom economico, gli anni di piombo (foto 5), Milano da bere, la caduta del muro di Berlino (foto 5)… raccontati dalla Berkel 

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