Skip to main content

È un sabato di inizio autunno, quando arriviamo al frantoio dei Fratelli Turri. Siamo appena fuori dall’abitato di Cavaion Veronese, poco distanti dalla sponda sud orientale del lago di Garda. Ad accoglierci Laura Turri (foto 2), Presidente del Consorzio Olio Garda Dop, che guida l’azienda di famiglia, con i fratelli Luisa, Mario e Giovanni e un consolidato gruppo di collaboratori. Una donna che, con tenacia e determinazione, porta avanti da anni la missione di rafforzare la tradizione in un contesto di ricerca ed innovazione continua. Sua l’iniziativa di fondare nel 2000 l’associazione culturale Donne dell’olio.

Dalle parole di Laura Turri conosciamo la storia di una famiglia che vive “intorno all’olio” (foto 3). Nel lontano 1951 papà Giancarlo decise di dare una svolta alla sua vita, rifiutando di vestire i panni di castaldo (amministratore di azienda agricola), come da tradizione di famiglia, intraprendendo una nuova avventura: la produzione olearia. La gelata del 1956, che mise in ginocchio i produttori toscani, fu un evento che permise all’azienda di affacciarsi a tutto il territorio italiano. E di lì a pochi anni, riuscì a portare l’olio del Garda anche sugli scaffali della grande distribuzione e a farlo conoscere oltre frontiera. Non si vive di solo olio da queste parti: con 400 piante, quelle che circondano l’azienda, non sarebbe possibile sopravvivere. Quindi si produce olio per conto terzi, anche con olive di altre parti d’Italia. Inoltre elemento fondamentale è la ricerca continua, che assicuri un prodotto finito di qualità superiore: in questo Giancarlo Turri è stato un pioniere introducendo impianti a molitura continua, che sostituirono i frantoi a pressa.  Nel 1997 l’azienda ha ottenuto il riconoscimento della DOP dall’Unione Europea, che ha decretato l’unicità di un olio tipico del territorio.

Nel rispetto del rigido disciplinare del Garda DOP ne viene garantita provenienza e qualità. Oltre all’olio Garda Dop, si produce anche un olio extra vergine 100% italiano, una linea di olio biologico (sin dal lontano 1989), un extra vergine non filtrato (Frescoliva), l’extra vergine Irreprensibile (olio a bassa acidità) e l’extra vergine “Primizia del Fattore”.

All’interno del frantoio rumore e odore intenso riempiono testa e naso di olive e macchine. La gramola compie il miracolo, trasformando una pasta dal colore indefinito in nettare verde (foto 4 ). In tutta la tenuta gli olivi e il silenzio dominano. Oltre la recinzione il lago di Garda, da cui ci separa solo la strada e una leggera foschia che rende i contorni del paesaggio impalpabili. È quasi tempo di raccolta e le reti sono pronte per essere adagiate ai piedi degli alberi, mentre qualche pero accenna a rifiorire.

Nel museo di famiglia attrezzi e utensili dell’olivicoltura testimoniano l’antico legame con l’uomo, fatto di sacrificio, duro lavoro e tanto cuore (foto 5). Nonostante le indiscutibili difficoltà, che negli ultimi anni hanno minato la produzione olearia italiana, quest’azienda, come molte altre, non si dà per vinta. Lo Stato  spesso si sottrae al proprio ruolo di garante della continuità agricola, ma é in questi frangenti che unità e spirito di conservazione spingono i più temerari a proiettarsi nel futuro, mantenendo intatto il legame con le radici. Unità familiare, rispetto delle regole e qualità del prodotto: questi sono i capisaldi dell’azienda. Valori che culminano nella Festa dell’Olio Nuovo, quando la famiglia Turri apre, nel mese di novembre di ogni anno, le porte di casa a tutti coloro che vogliano celebrare il raccolto e la nuova produzione. Un convivio fatto di semplicità, in cui proprio tutti possono toccare con mano l’impegno e la determinazione di chi non vuole cedere il passo.

Articolo di: Giuliana Fais

 

Di questo Autore