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Ottocento: inizio di una nuova età, quella contemporanea che, almeno agli albori, ha il rumore delle fabbriche, delle locomotive, della febbre del progresso che porterà al telegrafo, alla luce elettrica, alle prime automobili. Ed è questo il clima che si respira a Torino alla vigilia dell’unità nazionale, con i treni che sfrecciano da e verso Genova collegando due delle tre città che costituiranno con Milano, il triangolo industriale. A Torino, nel 1856 Paul Ballor, Henry Freund ed Emile Roussette fondano la Freund, Ballor & CIA per la produzione di amaro, gin, cognac, vino chinato, ma soprattutto Vermouth.

Si tratta di tre personaggi stranieri che arrivano dalla Francia curiosi di conoscere Torino, città dallo spirito contemporaneo e innovativo. Arrivano spinti da motivi diversi, e finiscono per incontrarsi così da dare vita a un percorso produttivo che conoscerà il successo. È l’epoca d’oro del vermouth servito in graziosi piccoli calici; nelle case bene è immancabile, da proporre agli ospiti importanti. Intanto la Freund Ballor procede sulla strada della qualità con la mission di raggiungere l’eccellenza. Partecipa agli eventi dedicati per far conoscere le proprie etichette anche in ambito internazionale e i risultati non mancano considerate le medaglie acquisite tra il 1861 e il 1900 alle esposizioni di Firenze, Londra, Parigi, Chicago.

La Ballor dal 1920 cambia proprietà, passa di mano in mano e cinque anni fa è rilevata definitivamente dalla Bonollo,  di Padova, azienda da oltre cento anni dedita all’arte della distillazione: sua la Grappa OF Amarone Barrique. La fascia di consumatori che apprezzava i prodotti Ballor corrisponde a quella attuale della Bonollo, ossia una clientela attenta alla qualità, aperta alle innovazioni, attenta alle tendenze.

Ciò è quanto emerso dalla Conferenza Stampa per la presentazione di due referenze Ballor, tenuta da Elvio Bonollo in rappresentanza della proprietà e da Valentina Ursic, Responsabile Marketing e Digital Marketing, organizzata dallo Studio Suitner di Torino allo Sheraton Diana Majestic di Milano.

Si tratta del rilancio di due referenze storiche: il Vermouth di Paul e il Gin di Emilie attualizzate da Bonollo grazie a un know how dettato da una storia di quattro generazioni. Sono prodotti pensati per la soft mixology, riferimento dei clienti Bonollo, che si identifica nei locali multifunzionali dove si comincia con la colazione mattutina e si conclude alle nove con l’aperitivo di prima serata.

Ma per fare emergere oggi un brand come Ballor è sufficiente che abbia una storia più che centenaria?
Bonollo ritiene che un brand per avere successo oggi debba avere una forte identità e ha individuato in Ballor tre elementi chiave. È cioè:
anticonvenzionale;
contrario agli stereotipi;
fa le cose fatte bene per cui mira alla perfezione.

Sono proprio queste le caratteristiche che trovano nei millennial il pubblico attuale maggiormente sintonico.

 

Ma veniamo ai prodotti.

Come ieri, la perfezione è l’obiettivo imprescindibile aziendale raggiunto oggi dalle attuali linee Premium.

Vermouth Ballor
Le fasi produttive più qualificanti che fanno di questo prodotto un Vermouth Premium partono dalla raccolta delle botaniche, una trentina tra erbe e radici, al raggiungimento del picco aromatico. L’essiccazione avviene all’aria, evitando forzature in modo da preservare la maggiore qualità aromatica: le botaniche si utilizzano essiccate e non fresche per dare continuità gustativa al prodotto. Queste sono successivamente macinate per ottenere la giusta grana, la più adatta all’estrazione. La macerazione è statica, per cui non forzata, avviene a freddo e dura circa un mese. Particolare non trascurabile, la scelta delle botaniche avviene in base alla ricetta più che centenaria che utilizza erbe tipicamente padane. La torchiatura finale è soffice, cui fanno seguito due settimane di decantazione, quindi è formato il blend che riposa circa un mese.
La base dei vermut sono gli assenzi, responsabili della parte amaricante. Per il Vermouth Ballor sono state utilizzate tre varietà: romano, pontico e gentile. Romano conferisce nota amara che chiude al balsamico. Pontico ha una nota aromatica di anice. Gentile conferisce il gusto più intenso, quello tipico dei vermut ma in questo caso il bilanciamento è studiato in modo da ottenere l’equilibrio dei tre.
Alla degustazione si coglie il profumo vinoso, corredato da spezie. Si distingue il chiodo garofano, ma non in modo preponderante. In bocca l’impatto è fruttato, di frutta candita, di datteri, quindi emerge la crema inglese. Si riconosce una sensazione marsalata moto fine, quindi ancora spezie, cannella, noce moscata per finire con percezioni di vaniglia e di origano.

Dry Gin Ballor
Le caratteristiche produttive che ne fanno un prodotto premium vanno ricercate innanzitutto dal ginepro italiano; le coccole di ginepro sono selezionate in varie regioni per disporre di un più ampio spettro aromatico. La macerazione statica, ossia la più rispettosa del prodotto, estrae al meglio gli aromi. L’infuso ottenuto è successivamente distillato in alambicco per valorizzarne le sfumature aromatiche. Il Gin Ballor in qualche modo acquisisce territorialità grazie all’aggiunte di bucce di agrumi diversi e di erbe aromatiche mediterranee.
Alla degustazione la nota prevalente è la freschezza, comunicata dal mix di agrumi, ossia bergamotto calabrese, pompelmo rosa, arancia e di mandarino di Sicilia, completato dalle botaniche, in particolare dalla menta piemontese, che è molto delicata, e che aggiunge freschezza senza prevalere sulle note agrumate. Chiudono in leggerezza note di basilico, di timo e di cardamomo.  Il Gin Ballor bevuto in purezza è decisamente piacevole, ma va assolutamente provato nelle bevande miscelate. Infatti è un prodotto pensato per la mixology, per gli abbinamenti, in quanto conferisce rotondità ai mix.
È perfetto con la tonica, ed è stata redatta anche una drink- list con i migliori suggerimenti.
Per lanciare il prodotto sono stati messi a disposizione al comparto vendita 50 kit festa per organizzare party a cominciare dal primo di luglio sino alla fine di settembre, su tutta la costa nazionale dove invitare i clienti mettendo a disposizione a ogni evento un’ hostess per meglio veicolare il messaggio.

Del Gin Ballor ne parliamo anche qui.

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