Skip to main content

All’evento “autoctoni a Milano”, Ornella Bellia di Pramaggiore, ha mandato il figlio Andrea Masat per raccontare l’azienda fondata dal nonno Aurelio e del padre Giovanni; per parlare della nuova doc “Venezia” e, infine, per essere “fedele” all’impostazione data dall’ideatore dell’evento, Carlo Schettino, fondatore dell’azienda di distribuzione Winedrops che prevede addirittura il conto deposito, di Tai e di Incrocio Manzoni.

L’azienda vitivinicola di Ornella Bellia, con i suoi circa 80 ettari di vigna tra proprietà e coltivati da “selezionati e fidelizzati conferitori”, è una delle più importanti dell’area Lison Pramaggiore. E, produce tutti i vini previsti dal disciplinare di produzione della doc “Venezia” (dal Pinot grigio allo Chardonnay, dal Cabernet Franc al Cabernet Sauvignon e Merlot), i doc Lison Pramaggiore (Lison docg, Sauvignon, Refosco dal peduncolo rosso); nonché diverse referenze igt “Veneto” (Chardonnay, Pinot grigio, Sauvignon, Cabermet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbech, Filo d’era Carmenère, Note di Rosa da Carmenère, Refosco dal peduncolo rosso, Novello, Chardonnay frizzante, oltre a diverse versioni frizzanti).

Ed è proprio nella line “Tipici” che poi sono i vini igt “Veneto” dove l’azienda Bellia propone le tre referenze – Incrocio Manzoni 6.0.13, Incrocio Manzoni 6.0.13 vino passito Pensiero d’Amore, Tai – che d’accordo con Schettino ha proposto all’evento milanese. Una scelta dettata dall’originalità dell’iniziativa milanese, che è quella di fare conoscere i vini ottenuti da vitigni autoctoni che per una serie di motivi sono un po’ trascurati. Eppure, come dimostra il caso dell’Incrocio Manzoni, dietro questi vitigni c’è spesso una storia avvincente, spesso con qualche personaggio che ha dedicato la propria vita per valorizzare un territorio o un prodotto. Luigi Manzoni è uno di questi: uno studioso che ha formato migliaia di enologi – è stato direttore della Scuola enologica di Conegliano – e, nello stesso tempo, impegnato in un’intensa attività di ricerca, fino ad arrivare agli Incroci che portano il suo nome e catalogati con un numero, visto il gran numero di dossier su cui ha lavorato a partire dal 1924.

La famiglia Bellia, nelle proprie vigne impiantate su terreno argilloso calcareo di origine alluvionale, ha scelto il Manzoni bianco, meglio conosciuto come “Incrocio Manzoni 6.0.13”, ottenuto dall’ibridazione di Riesling renano e Pinot bianco. Da questo vitigno i Bellia propongono “Incrocio Manzoni 6.0.13 igt Veneto”: un vino di colore giallo paglierino con riflessi dorati che matura in acciaio sulle fecce nobili. Si tratta di un vino dai profumi delicati tra pera matura, frutta tropicale e sentori floreali; al gusto è di buon corpo, sapido, raffinato e armoniosamente bilanciato fra dolcezza e fragranza acida. Vino adatto per accompagnare piatti di minestre, soufflé di verdure e piatti di pesce.

Dalle stesse uve, raccolte perfettamente mature nella seconda decade di settembre, poi appassite per oltre due mesi e pigiate nel mese di dicembre, è prodotto “Incrocio Manzoni 6.0.13 igt Veneto vini passito Pensiero d’Amore”, di colore giallo brillante con riflessi dorati, dai profumi agrumati e sentori di frutta tropicale ma, anche, miele e floreali, su un fondo vanigliato. E’ un vino da meditazione, elegante, dolce, vellutato, sapido, armoniosamente equilibrato tra dolcezza e fragranza acidula.

E, poi, c’è l’ottimo Tai, vitigno conosciuto anche come Friulano – erede del Tocai dopo la decisione di non poter utilizzare più questa denominazione -, in purezza, vino maturato in acciaio caratterizzato da un bel colore giallo paglierino con riflessi verdognoli e dagli intensi profumi di fiori di campo. Al palato è fresco, sapido, di facile beva anche per il delicato e persistente sentore di mandorla. E’ sicuramente il classico vino da aperitivo ma, pure, apprezzato come vino da tutto pasto.

Di questo Autore