Un viaggio immersivo tra vino, paesaggio e cultura alpina, dove il Nebbiolo racconta la storia di una terra eroica
Dal 6 all’8 settembre 2025, la Valtellina si prepara ad accogliere la prima edizione di ViVa – Vini Valtellina, un evento diffuso e sensoriale che va oltre la degustazione. Tra vigneti terrazzati, racconti di montagna e calici colmi di emozione, il territorio svela il suo volto più autentico: fatto di fatica, passione e comunità. Sarà l’occasione per scoprire una Valtellina diversa, talvolta inaspettata. Per presentare l’iniziativa e raccontare il progetto, si è tenuta una press dinner presso il ristorante Autem, organizzata dal Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina. Il Presidente del Consorzio, Mamete Prevostini, insieme ad alcuni produttori, ha annunciato ViVa, evidenziandone il significato ambientale, produttivo, culturale e sociale. Come ha spiegato Prevostini: “ViVa, acronimo di Vini Valtellina, è una parola evocativa. La Valtellina richiama immediatamente qualcosa di bello. L’evento vuole essere un messaggio, un segnale di ciò che la Valtellina rappresenta oggi.” La valle, attraversata dal fiume Adda nel suo tratto alpino, si estende dal Lago di Como fino al confine con la Svizzera.
Il paesaggio è dominato dai terrazzamenti: opere monumentali frutto di secoli di lavoro, in cui l’uomo ha spostato tonnellate di terra per rendere coltivabili i pendii impervi della montagna, altrimenti inaccessibili. Su questi rilievi sorgono oggi i vigneti, protagonisti di una viticoltura eroica, praticata esclusivamente a mano. Le lavorazioni stagionali sono intense, e ogni fase, sino alla vendemmia, richiede grande attenzione e fatica. Per dare un’idea dell’enorme impegno necessario alla realizzazione dei muretti a secco dei terrazzamenti, basti pensare che il loro sviluppo lineare è stimato in circa 2.500 chilometri. Un lavoro straordinario che ha ricevuto un prestigioso riconoscimento in quanto nel 2018, la Valtellina è stata inserita tra i siti UNESCO come patrimonio immateriale. In merito va ricordata l’attività della Fondazione Provinea. Fondata nel 2003 su iniziativa dei produttori aderenti al Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, l’associazione nasce con l’obiettivo, senza scopo di lucro, di proteggere e valorizzare il territorio, il paesaggio e l’ambiente viticolo terrazzato. Promuove le tradizioni storiche, i beni culturali e naturali della provincia di Sondrio, sostenendo studi e ricerche multidisciplinari legati ai saperi della montagna e all’identità valtellinese.
Un modo per entrare nel vivo delle attività della valle è percorrere la Strada del Vino Valtellina, che da Ardenno a Tirano attraversa la Valtellina snodandosi per circa 67 chilometri. Lungo il tracciato sono posizionati totem informativi che segnalano itinerari dedicati all’esplorazione dei vigneti. Questi percorsi offrono l’opportunità di comprendere realmente cosa sia il terrazzamento, altrimenti difficile da immaginare senza vederlo da vicino. Come spiegano i produttori: “In ogni terrazzamento c’è una storia, c’è un mondo, il mondo di un personaggio valtellinese che lo cura”. Ed è proprio questa relazione che l’enoturista può vivere: incontrare chi lavora la terra, ascoltarne i racconti, connettersi con il territorio. La Strada del Vino si presta a diverse modalità di fruizione: si può percorrere in automobile, oppure scegliere itinerari pedonali ad anello e bike tour pensati per un’esperienza più immersiva. Per approfondire, il sito ufficiale della Strada del Vino è il punto di riferimento ideale per pianificare visite in cantina, conoscere i viticoltori e orientarsi tra le proposte del territorio. La Strada attraversa Sondrio, capoluogo della provincia, che nei giorni 6, 7 e 8 settembre ospiterà ViVa Valtellina: tre giornate animate da un calendario ricco di eventi. ViVa è un’associazione che riunisce vignaioli, ristoratori e albergatori, accomunati dal desiderio di accogliere gli ospiti e valorizzare la cultura locale.
ViVa 2025: Il programma
Sabato 6 settembre, ogni cantina aprirà le porte con esperienze esclusive, promosse attraverso il portale della Strada del Vino. I visitatori potranno prenotarsi e partecipare a tour guidati in cantina, passeggiate tra i filari e picnic con i produttori. La sera, il centro di Sondrio si trasformerà nell’epicentro della festa con “ViVa Nebbiolo”: musica dal vivo, gastronomia locale e degustazioni dedicate al Nebbiolo.
Domenica 7 sarà la giornata dedicata ai banchi d’assaggio, dove i produttori presenteranno le nuove annate e racconteranno i propri vini. Parallelamente, saranno organizzate passeggiate nei vigneti, tour in e-bike tra borghi e filari, e incontri culturali.
Lunedì 8 settembre sarà riservato agli operatori del settore: previa registrazione, potranno accedere gratuitamente ai banchi di degustazione per incontri mirati, degustazioni esclusive e focus tecnici.
ViVa 2025 non sarà soltanto un evento enologico, ma un’esperienza culturale e territoriale, autentica e attuale. Grazie all’impegno del Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina e dei suoi partner, la manifestazione diventa un invito a entrare in una comunità e ad ascoltare un racconto collettivo.
Tre declinazioni di Nebbiolo
Una vitivinicoltura eroica come quella valtellinese poteva dar vita soltanto a un vino con caratteri di unicità. È l’unica zona vinicola al di fuori del Piemonte, dove il nebbiolo, localmente chiamato chiavennasca, dà il meglio di sé: il nebbiolo ha trovato in Valtellina il proprio terreno vocato e qui è il padrone indiscusso considerato che a lui è dedicato il 90% del vigneto. La produzione è ricca e sfaccettata.
Rosso Valtellina DOC: fresco, vinificato spesso solo in acciaio, con frutto croccante. Ottimo con carni come la tartare e sorprendente con pesci saporiti in umido.
Abbiamo degustato:
Luca Faccinelli – Matteo Baldello
Macerazione del mosto sulle bucce di 5 giorni. Elevato in piccoli fusti di rovere francese per alcuni mesi. L’affinamento si conclude con una breve sosta in bottiglia prima della commercializzazione. Colore rosso rubino, profumi ricchi di note fiorali. Al palato è fragrante e di fine beva.
Dirupi – Olè
Fermentazione alcolica in acciaio con 10-12 giorni idi macerazione; il vino matura sei mesi in acciaio. Fruttato, con ricordi di frutti di bosco. Sorso fresco, croccante, teso.
Mamete Prevostini – Santarita
Fermentazione alcolica in acciaio con 7 giorni di macerazione delle bucce sul mosto; il vino matura 8 mesi in serbatoi di acciaio inox. Profumi fruttati di piccoli frutti rossi, nuance floreali di viola. In bocca è verticale, con tannini levigati.
Valtellina Superiore DOCG: più complesso, ma non cencentrato, prodotto dai migliori terrazzamenti di una zona cicoscritta. spesso affinato in legno, caratterizzato da frutta matura e sorso avvolgente.
Abbiamo degustato:
Faccinelli – Riserva Grumello
La macerazione si protrae per qualche settimana a temperatura controllata. Elevato in tonneau di rovere francese da 500 litri per 24 mesi. Vino complesso, fruttato con ricordi di liquirizia. Sorso vellutato, finale lungo.
Dirupi
Lunga macerazione di 25-30 giorni in acciaio; elevato in botti di rovere francese da 20-35 hl. Frutta rossa estiva, note floreali; equilibrio tra acidità e tannini.
Sforzato di Valtellina DOCG: da uve appassite, è intenso, concentrato e morbido, sostenuto da acidità e tannini che bilanciano la naturale dolcezza dell’appassimento.
Abbiamo degustato:
Prevostini – Corte di Cama
Le uve appassiscono per due mesi nel fruttaio. Fermentazione alcolica in acciaio inox con 18 giorni di macerazione; è elevato in legno per 18 mesi e affina in bottiglia 10 mesi. Fruttato, rotondo, caldo, avvolgente di possente struttura senza rinunciare all’eleganza.
Qualunque sia la tipologia di Nebbiolo, Mamete Prevostini sottolinea che «sono privilegiati i profumi primari, ossia quelli fruttati e floreali, che rappresentano il tratto distintivo dei vini della Valle. Al contrario, i profumi terziari tendono a uniformare. Noi dobbiamo diventare identitari: ovunque nel mondo, già dal profumo del nostro vino, si deve capire subito che è valtellinese, perché possiede quelle caratteristiche che derivano da questo territorio unico». Va aggiunto, in conclusione, che tutti i soci del Consorzio hanno trovato una forza straordinaria, soprattutto nelle aziende giovani, nel portare avanti questo principio, poiché sono tutti consapevoli che rappresenti la linea vincente.