E, improvvisamente, una donna bella, brillante, dinamica, di successo, blocca il racconto della sua impetuosa cavalcata nel mondo del vino perché il ricordo di un messaggio del padre nella segreteria telefonica gli toglie quasi la voce per la commozione. E’ successo ad Angela Velenosi (foto 1), la Grande Signora dei vini delle Marche, in occasione della presentazione della novità proveniente dai vigneti recentemente acquistati in Abruzzo, nel comune di Controguerra, un Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane docg della vendemmia 2017 che ha chiamato “Verso sera” (foto 2).
Non ci aspettavamo questa debolezza – commovente anche per noi invitati a casa della maestra di cucina Francesca D’Orazio Buonerba (foto 3) che Angela (nel salotto di Francesca D’Orazio Buonerba foto 4) ha coinvolto in questa presentazione conviviale, quasi intima – della dinamica e infrenabile Angela quando parla dei suoi vini ma anche del territorio dove opera, la provincia di Ascoli Piceno, che lei è riuscito a fare conoscere in 53 paesi, dove esporta gran parte dei 2,3 milioni di bottiglie di vini che produce. Infatti, prima di presentare e poi dare inizio alla degustazione del suo ultimo gioiello, Angela ha ritenuto opportuno raccontare la sua storia, come è iniziata l’avventura, nel giugno del 1984, nel mondo del vino insieme al marito Ettore, senza nessuna esperienza perché cresciuti in famiglie che non avevano nulla da spartire con questo mondo: “decidemmo di iniziare questa avventura nell’area in cui oggi operiamo, un territorio ancora tutto da scoprire e, quindi, si partiva già abbastanza svantaggiati. Ho voluto iniziare questo nuovo percorso, senza grandi capitali, nè denominazioni famose. Credo che la mia sia una storia bella, soprattutto perchè all’inizio nessuno avrebbe scommesso su di me. Però non l’ho mai vissuta come una sfida, ma come qualcosa fatta con il cuore, una cosa che volevo portare avanti.
Quando credi in qualcosa e ti accorgi che è diventata parte di te non puoi fallire. Faccio tante attività, non mi fermo mai e non capisco quando mi chiedono se sono stanca. Il lavoro è la mia vita e non posso essere stanca”. In questa cavalcata di successo che ha portato Angela Velenosi ad essere uno dei volti più famosi dell’Italia del vino, una donna che ha raggiunto importanti e prestigiosi traguardi grazie a straordinarie capacità manageriali e ad un grande lavoro, è capitato anche la separazione dal marito, non accettata “da mio padre, che mi aveva quasi cancellato dalla sua vita. Poi gli capita di vedere in tv una mia intervista e diventa orgoglioso di me. Me lo vuole dire subito, attaccandosi al telefono. Non ricevendo risposta perché ero all’estero, mi lascia nella segreteria telefonica una bellissima espressione d’amore che ogni volta che la ricordo, mi viene il nodo alla gola e il desiderio di piangere di gioia per aver ritrovato l’amore paterno”, racconta Angela, a fatica per la commozione, agli ospiti che a chiamato a casa di Ladyerbapepe, questo il nome della scuola di cucina di Francesca D’Orazio.
E’ l’aspetto emozionate di una donna di successo che si lascia andare per la commozione, dimenticando che gli ospiti sono a casa della maestra di cucina sia per degustare il nuovo vino firmato Velenosi ma, anche, per una ripassata di un po’ tutta la gamma produttiva di questa superpriemiata azienda vinicola marchigiana – con propaggini in Abruzzo -, accompagnata dai piatti tipicamente abruzzesi preparati dalla signora D’Orazio coniugata Buonerba. Un modo veramente simpatico, conviviale di degustare e parlare di vino; di raccontare un territorio che come ricorda Angela, è ancora poco conosciuto.
Tant’è vero che nella cartella stampa dell’azienda Velenosi, le prime pagine sono dedicate alla bellezza, ai paesaggi e alle denominazioni dei vini delle Marche e, dopo, ai grandi vini di Velenosi, con, in fondo alla cartella, la descrizione del re della serata conviviale, “Verso sera”, un Montepulciano dal colore rosso rubino quasi impenetrabile, dai profumi complessi per la quantità e qualità dei sentori che si avvertono al naso e dal gusto di grande carattere, possente nella sua struttura sostenuta da un tannino morbido e vellutato. Un vino molto sapido, di lunga persistenza, affinato in botti grandi per 10 mesi. Molto ridotta la produzione di uva, all’incirca 60 quintali per ettaro, racconta a mano a metà ottobre e vinificata in fermentini in cemento termocondizionati. All’etichetta è attaccata una piccola forbice da pota appositamente realizzata per questo eccellente vino.
A fare gli onori di casa, però, è stato Grand Cuvée Gold, metodo classico ottenuto da uve Chardonnay (70%) e Pinot nero (30%), raccolte nei vigneti di proprietà presenti in agro di Ascoli Piceno. Si tratta di una bollicina elegante, dal perlage persistente, che sprigiona sentori floreali e fruttati molto intensi. Attacco setoso al palato, sostenuto da richiami fruttati e floreali.
Ottimo anche l’Offida docg Pecorino Villa Angela per la sua spiccata freschezza, le note di frutta bianca matura, la buona struttura e persistenza finale.
E, il sempre più “raccoglitore di premi”, il Rosso Piceno doc superiore Roggio del Filare 2014, frutto di un uvaggio di Montepulciano (70%) e Sangiovese (30%), prodotto per la prima volta nel 1993 e dal 2001 sempre premiato con i tre bicchieri da Gambero Rosso. E’ un vino vellutato di grande carattere, giustamente tannico, fruttato, speziato e dal sapore caldo e armonioso.