Biografia
Ha iniziato il percorso professionale, scrivendo di società e costume per La Stampa e Il Sole 24 Ore.
In Tv ha collaborato con le Reti Mediaset come autrice, conduttrice e inviata in programmi e speciali di informazione e servizio.
Appassionata e studiosa accademica dei Paesi Arabi, del Medio Oriente, dei temi legati all’Islam, del dialogo religioso e del multiculturalismo, vive fra l’Italia e l’Oman. Interviene spesso in trasmissioni radiofoniche e televisive in Rai e altre emittenti, sui temi di attualità politica riguardanti i Paesi arabi e musulmani. Nel novembre 2011 ha pubblicato “Clandestina a Damasco – Cronache di un paese sull’orlo di una guerra civile“, per Castelvecchi RX, reportage del soggiorno in Siria come giornalista sotto copertura, durante la rivolta contro il regime di Bashar al-Assad. Nell’ottobre 2013, per Quintadicopertina, l’e-book “Qui Siria – Clandestina ritorna a Damasco”. Nel maggio 2012 è stata nominata Ambasciatrice dell’Associazione Telefono rosa “per aver realizzato con la sua professione di giornalista e scrittrice un ponte fra le donne occidentali e quelle del Medio-Oriente”. Ancora nel 2012, nell’ambito della Manifestazione NettunoPhotoFestival 2012, ha ricevuto il Premio Giornalismo come impegno civile.
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1
Ogni comportamento che non rispetti il prossimo.
2
La mancanza di fantasia.
3
Gli aromi, tutti.
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Classica. Amo Mozart: soprattutto la sinfonia n°40.
5
I Giardini della Guastalla, di fronte all’Università Statale.
6
Natalia Aspesi. Un cocktail d’intelligenza e ironia.
7
Va a dormire troppo presto! La mancanza di vita notturna, rispetto a Berlino o a Londra, per rimanere in Europa, la rende molto “borgo”.
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Trasmette ancora, nonostante il momento storico difficile, energia.
9
Un museo di arte islamica.
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Favorire la costruzione di una moschea, un luogo di culto dignitoso per i musulmani.
11
Prima della guerra, Damasco. Ora Masqat la capitale dell’Oman. In Europa Berlino.
12
“La vita è come andare in bicicletta. Per rimanere in equilibrio devi continuare a muoverti” (Albert Einstein).
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Mi piace. Pochi capiscono che le sue bellezze sono nascoste e bisogna saperle cercare. Non è certo come Roma, museo a cielo aperto. Quando riesco a ritagliarmi qualche ora, amo vagabondare, perdermi nella zona etnica di Porta Venezia, andare in giro senza una meta precisa. Scantonare dalle vie invase dalla folla e imboccare stradine a caso. E così che ho “scoperto” il vicolo cieco della Pusterla, entrandoci per caso da Piazza S. Alessandro. Anche a Milano, ci sono luoghi dove il tempo scorre lento, la Biblioteca braidense, per esempio. Ho fatto la tessera e appena posso, ci vado a leggere, studiare scrivere. Profumo di libri e silenzio: il mondo è fuori.