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Fondata nel 1870 dai Baroni Pizzini, sin dagli esordi l’azienda ebbe una guida illuminata. Nel 1993 furono coinvolti nella proprietà alcuni imprenditori e dal 1998 venne avviata la sperimentazione biologica cui fece seguito negli anni successivi la certificazione biologica di tutti i vigneti; nel 2007 fu inaugurata la nuova cantina costruita secondo criteri di bioedilizia.

Oggi l’azienda Baroni Pizzini conta 25 vigne, dislocate in diverse zone della Franciacorta, che si estendono su una superficie totale di 47 ettari. L’altitudine è di 200-350 m s.l.m. e l’età media degli impianti è attorno ai quindici anni. Ogni vigneto possiede proprie caratteristiche per esposizione, altitudine, composizione del terreno che lo rendono diverso da tutti gli altri. Il suolo è di origine complessa, in parte morenico, ma arricchito da deposizioni fluvioglaciali.

La cantina è testimone della volontà di ridurre l’impatto ambientale e massimizzare il risparmio energetico. Le scelte architettoniche sono funzionali a garantire un ambiente ideale per produrre vini nel rispetto della sostenibilità. Per questo la struttura, interrata per due terzi e su una superficie di circa 5.600 mq, adotta strategie e soluzioni bioclimatiche. Pannelli fotovoltaici, sistema naturale di raffrescamento, utilizzo di pietra, legno e fitodepurazione delle acque sono solo alcuni degli accorgimenti utilizzati. Si tratta di una cantina tecnologizzata con personale che riceve le singole partite che arrivano in cantina adottando per ciascuna interventi specifici che pertanto non sono uguali per tutte. Ciò comporta un impegno in termini di energie umane e di tempo (e ovviamente costi) ma permette di scegliere per ogni partita gli interventi ad hoc, come per esempio, nella chiarificazione, la quantità di materiale utilizzato varia secondo le caratteristiche del vino e non viene standardizzata.

Silvano Brescianini, direttore generale di Barone Pizzini e il professore Leonardo Valenti, enologo, hanno organizzato un tasting della vendemmia 2015 di 15 vini utilizzati per la produzione dei Franciacorta Barone Pizzini. Si tratta di basi alcune affinate in acciaio, altre in barrique, che verranno spumantizzate con il Metodo Classico (rifermentazione in bottiglia). Sono pertanto di vini ancora acerbi, ottenuti soprattutto da uve chardonnay  e in minor misura di pinot nero. Leonardo Valenti nel corso dell’analisi sensoriale da lui condotta ha spiegato come la conoscenza sia della composizione del vino (alcolicità, acidità, ph), sia delle caratteristiche organolettiche, è imprescindibili per la valutazione corretta dei vini base e quindi per la loro giusta destinazione. Per esempio una maggiore alcolicità della base insieme con un’alta acidità e a un ph basso, accompagnata da sentori di frutta acerba, fa destinare preferibilmente il vino alle cuvée dei Franciacorra da invecchiamento. Per contro una base definita da moderata alcolicità accompagnata da moderata acidità e da ph più elevato sarà destinata alla produzione di Franciacorta di più immediato consumo. A conclusione sono stati messi in degustazione alcuni Franciacorta già posti in commercio.

Sono sei i Franciacorta Barone Pizzini:

Animante, comprende in sé la natura di tutti i vigneti

Saten dalle migliori selezioni di chardonnay

Naturae dalle uve del vigneto più elevato, definito da accentuata sapidità

Rosé, da pinot nero, è un effluvio di profumi di piccoli frutti

Bagnadore non dosato, da uve di un’unica vigna, prodotto solo nelle migliori vendemmie in quantità limitata

Brut da uve chardonnay completate da pinot nero unisce eleganza e struttura.

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