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Merano Wine Festival 2023 (ne abbiamo parlato qui) apre i battenti venerdì 3 novembre e dopo anni anomali per l’intero pianeta, nel corso dei quali il valore della sostenibilità come unica politica per preservare il territorio che ci ospita è ritornato al centro dell’interesse per tutti, il ritorno della kermesse altoatesina alla formula originaria non poteva non coincidere con la rassegna bio&dynamica.

L’appuntamento con il futuro della viticoltura è fissato quindi per venerdì 3 novembre nelle sale del Kurhaus dove protagonisti della giornata di apertura della 32^ edizione di Merano WineFestival sono i vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI e vini da agricoltura integrata. Grazie alla crescente diffusione di questo segmento del mercato, quest’anno Merano WineFestival vedrà in esposizione ben 160 produttori e più di 300 etichette bio&dynamica, +50% in più rispetto all’anno pre-pandemico.

Vini biodinamici e varietà PIWI, ci spiega il patron Helmut Köcher: «Puntare su vitigni resistenti e sostenibili significa intraprendere la strada migliore e più efficace per una reale viticoltura sostenibile. Infatti, è nota la loro naturale resistenza alle malattie fungine grazie alla quale è possibile ridurre drasticamente il numero dei trattamenti, in questo modo aumentando di molto la tutela dell’ambiente, dei territori e delle persone. Allo stesso tempo, questi vini sono capaci di raggiungere vette di eccellenza assoluta. Sostengo quanto detto, dopo avere visitato decine tra le aziende presenti nella rassegna bio&dinamica, alcune di queste trasformate anche in fattorie didattiche o fattorie sociali. Ho toccato con mano come la drastica riduzione dei trattamenti in queste aziende coincida con un minor consumo energetico e il compattamento del suolo, oltre all’abbattimento delle emissioni di CO2. Aziende presenti a Merano WineFestival perché capaci di produrre eccellenze sostenibili, spesso anticipando quello che dovrà essere il solco della viticoltura di domani».

Bio&dynamica significa vini che uniscono a un concetto di reale e concreta sostenibilità l’eccellenza qualitativa indispensabile per poter essere parte di Merano WineFestival, partendo dal vigneto fino alla bottiglia. Numeri, più che parole, infatti dallo studio scientifico in collaborazione con “Climate Partners” e nato da un’idea delle aziende Resistenti Nicola Biasi, emerge ad esempio che la gestione dei vitigni resistenti produce il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quella dei vitigni tradizionali.

Lo studio pioniere in questo campo ha misurato l’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali rispetto a quella prodotta da vini da varietà resistenti. A parità di condizioni climatiche e territoriali, si è registrato un -37,98% di emissioni in termini di CO2 prodotta nella gestione di un vigneto con vitigni resistenti rispetto a quella emanata da uno con varietà classiche.

Uno studio che fa riflettere in quanto mette in luce in modo chiaro l’impatto delle scelte aziendali sull’ambiente dal quale nascono i prodotti stessi. Il risultato è eccellenza, alta sostenibilità e minori emissioni di CO2 nell’atmosfera. Infine, dati alla mano, varietà resistenti alle principali malattie della vite come la peronospora, l’oidio e la botrite, permettono una sensibile riduzione dei trattamenti, così come un utilizzo moderato di antiparassitari e un risparmio nei consumi di acqua ormai diventato bene prezioso, viste le siccità che sempre più sfideranno l’agricoltura.

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