BOCUSE D’OR: annunciati a Milano i 4 chef che rappresenteranno l’Italia nella prossima edizione
Chissà lo stupore e l’orgoglio dei cuochi del Mugello e del gelataio di Urbino che Caterina de’ Medici portò in Francia quasi 500 anni fa. Loro non avrebbero potuto immaginare di essere all’origine della successiva supremazia della cucina del quel paese, al quale va il merito di aver codificato la materia e di essere diventata la patria di talenti ineguagliabili come Paul Bocuse, lo chef di Lione al quale si deve, tra l’altro, la più importante e impegnativa competizione gastronomica mondiale che, dal 1987, premia i nuovi talenti dei fornelli.
E per partecipare alla prossima edizione (2018-2019) ad Alba, nel cuore delle Langhe e Roero, è stata creata l’Accademia Bocuse d’Or Italia, il cui presidente è Enrico Crippa (foto 2), chef tristellato della città piemontese. Lui – e a diverse altre competenze del territorio – spetta il compito di formare e preparare gli chef italiani che sfideranno l’Europa alla selezione di Torino 2018 e il resto del mondo alla finale di Lione 2019.
Oggi a Milano sono stati presentati i concorrenti che rappresenteranno l’Italia (foto 1). Ecco chi sono:
Giuseppe Raciti (foto 3)
iciliano, classe 1985 e fortemente legato alla sua terra, ha già partecipato alla Selezione Italiana del Bocuse d’Or del gennaio 2016, non riuscendo però a vincerla. Attualmente lavora presso il Ristorante “Zash – Country Boutique Hotel” a Riposto in provincia di Catania. Nel corso degli anni ha partecipato con successo a numerosi concorsi di cucina e ha avuto esperienze, anche internazionali, in ristoranti di alto livello. Il legame della sua terra emerge moltissimo nel progetto culinario presentato, con una reinterpretazione dei prodotti scelti per il concorso molto legata alla sua isola.
Paolo Griffa (foto 4)
“Sogno il Bocuse d’Or sin dalla scuola di cucina”. Così ha aperto la sua candidatura per la partecipazione alla Selezione Italiana del Bocuse d’Or e dal suo progetto questa intenzione di ben figurare all’interno del concorso emerge in tutta la sua forza. Molto giovane (classe 1991), attualmente lavora in Francia presso il due stelle Michelin Restaurant Serge Vieira. Nato a Carmagnola, in Piemonte, proprio in questa regione ha mosso i primi passi nella cucina di alto livello, lavorando dal 2010 al 2012 nel ristorante Combal Zero di Rivoli. Dal suo progetto emerge l’ottima conoscenza dei prodotti individuati per il concorso e una particolare attenzione alla stagionalità, tema estremamente importante nella cucina contemporanea.
Martino Ruggeri (foto 5)
Attualmente Head Chef presso il tre stelle Pavillon Lodoyen di Parigi, Martino Ruggieri si contraddistingue per un curriculum di altissimo livello, con esperienze presso il ristorante La Pergola di Heinz Beck e L’Atelier de Joel Robuchon a Parigi. Nel suo progetto culinario emerge con forza l’internazionalità applicata ai prodotti della sua terra d’origine, la Puglia, dove mette in evidenza il gusto del passato, con ricette caratterizzate da una fortissima originalità.
Roberta Zulian (foto 6)
Da tempo nell’entourage di Andrea Alfieri, Roberta Zulian svolge la professione di chef in Trentino Alto-Adige, terra a cui lega moltissimo i suoi piatti, dai quali emerge un forte uso dei
prodotti montani. Nel passato ha lavorato molto nel mondo della pasticceria, acquisendo così una grandissima tecnica di base, elemento fondamentale per un concorso di cucina. La buona esperienza di gestione di un ristorante, all’interno di un hotel, l’Alpen Suite Hotel di Madonna di Campiglio dove lavora attualmente, l’hanno costruita e preparata bene all’intenso rapporto con questo lavoro e allo stress che un concorso come questo è in grado di generare.
Ma come funziona il Bocuse d’Or ? Da oggi, fino a ottobre, i 4 chef, con le relative squadre, prepareranno sul modello della storica competizione, che prevede la preparazione di due piatti in 5 ore e 35 minuti. Per l’edizione 2018 della finale europea che si terrà a Torino, i piatti riprenderanno alcuni tra i più tipici e rappresentativi prodotti della Regione Piemonte. I risultati della performance delle squadre saranno valutati da una giuria composta da chef di altissimo livello del panorama culinario nazionale.
Il training prima della competizione sarà svolto nel territorio delle Langhe, dove il Team Italia avrà la sua casa base. In caso di qualificazione al termine della finale di Torino, la squadra italiana tornerà ad allenarsi ad Alba per preparare la finale mondiale di Lione 2019.
In entrambe le fase l’obiettivo è di portare il più in alto possibile la reputazione della cucina italiana, un’etichetta che riassume l’estro locale senza pari nella trasformazione di tanti prodotti straordinari che testimoniano la biodiversità della Penisola. Auguri !