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L’Azienda Vinicola Ronchi di Cialla della famiglia Rapuzzi, si trova nella Sottozona Cialla dei Colli Orientali del Friuli. Da sempre si è dedicata alla produzione di vini da vitigni autoctoni sfidando anche le normative vigenti quando decise di salvare dall’abbandono vitigni locali ora reputati, ma che agli inizi della seconda metà del secolo scorso non erano ammessi alla vinificazione, per cui messi al bando. Negli anni settanta, per esempio, le uve schioppettino sembravano destinale all’estinzione, ma la famiglia Rapuzzi, oggi alla seconda generazione, ha saputo valorizzarle al meglio.

Da queste uve nasce l’omonimo vino che è il primogenito. Ma merita attenzione anche la Ribolla Nera, il cadetto, prodotta anch’essa con schioppettino: si rivela etichetta più immediata, fresca e dotata di maggiore agilità. Il Rosso Ribolla Nera Ronchi di Cialla, fermenta e affina in acciaio e dopo 12 mesi di permanenza sulle fecce fini viene imbottigliato e lasciato maturare altri sei mesi. In genere si stappa giovane, anche se non disdegna qualche anno di invecchiamento.

Il  rosso rubino brillante, caratteristico di questo vino, ha assunto sfumature granate date dal sia pur breve invecchiamento.

Al naso è fruttato, si avvertono fragranze di piccoli frutti, si coglie la ciliegia sotto spirito e della ciliegia anche il nocciolo; nette nuance di pepe e più sfumati sentori di tabacco.

In bocca l’impatto è gradevole; il vino si fa apprezzare per l’equilibrio delle sensazioni gustative: buona spalla acida, sapidità, note amaricanti di mandorla sul finale. Ci piace inoltre per i tannini soffici, per i sentori fruttati e ancora per quella nota boisé riconducibile al nocciolo di ciliegia.

E’ un rosso di medio corpo, di 12,5 gradi alcolici, dotato di buona persistenza ed è elegante con capacità di invecchiamento di qualche anno ancora. Grazie ai tannini ben intessuti si può servire a 16 gradi di temperatura e d’estate anche più fresco, per abbinarlo a piatti di carne grigliate, oppure a pesci saporiti come l’anguilla al forno o il baccalà in umido.

E’ un vino che se dovessimo associarlo a una stagione penseremmo, per le emozioni che ci comunica, alla primavera.

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