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Abbiamo avuto il piacere di incontrare Valperto degli Azzoni Avogadro, rappresentante del gruppo Degli Azzoni Wines, presente in Italia con diversi marchi: Conte Aldobrando in Toscana, Conti degli Azzoni nelle Marche, Conti Riccati in Veneto e, più recentemente, LeVide in Trentino.

L’incontro è stato l’occasione per degustare la collezione LeVide e due vini bianchi marchigiani.

LeVide: La Tradizione Trentina

LeVide, che in dialetto trentino significa “le viti”, è situata nella zona di Ala, a sud di Trento, in direzione del Santuario di San Valentino. I vigneti si trovano su colline che variano in altitudine da 300 a 650 metri sul livello del mare, a stretto contatto con aree boschive. Queste diverse altitudini comportano variazioni significative nei suoli, nelle esposizioni e nei microclimi, influenzando in modo distinto le uve in base alla parcella di provenienza, determinando diverse caratteristiche di zucchero, acidità e aromaticità. Questo consente di creare vini complessi, che esprimono l’unicità del territorio.

La filosofia produttiva di LeVide si basa su alcuni principi fondamentali:

  1. Metodo Classico e Permanenza sui Lieviti
    LeVide si dedica esclusivamente alla produzione di spumanti, con una permanenza sui lieviti di almeno 36 mesi. Secondo Valperto degli Azzoni, citando l’agronomo Pierluigi Donna, la differenza tra un Metodo Charmat lungo e un Metodo Classico di 15 mesi è minima, poiché la vera complessità del Metodo Classico emerge dopo almeno 18 mesi sui lieviti.
  2. Sostenibilità Ambientale
    Degli Azzoni Wines ha una consolidata esperienza in sostenibilità; con il marchio marchigiano Conti degli Azzoni è stato tra i primi in Italia a redigere il  Bilancio di Sostenibilità (ne abbiamo parlato qui). Anche la gestione dei vigneti di LeVide presta grande attenzione all’impatto ambientale, evitando l’uso di diserbanti chimici e optando per trattamenti meccanici e l’utilizzo di rame e zolfo, riducendo al minimo i prodotti di sintesi.
  3. Ricerca e Sperimentazione
    La sperimentazione è un elemento chiave per LeVid Un esempio significativo è l’uso innovativo del tappo di sughero per il tiraggio, pratica comune nella regione dello Champagne ma insolita in Trentino. Questa scelta favorisce la micro-ossigenazione, arricchendo i vini di note aromatiche come vaniglia e nocciola. Tuttavia, il rischio di non ottenere il risultato sperato è sempre presente, come accaduto con il primo tiraggio del 2021, il cui vino è ancora in evoluzione e sarà valutato nuovamente l’anno prossimo.

Attualmente, LeVide gestisce 7 ettari di vigneti di proprietà e 6 ettari del proprio enologo. “Abbiamo iniziato circa 10 anni fa, ufficialmente nel 2018, ma la produzione era già avviata prima” spiega Valperto. La commercializzazione dei Trentodoc è iniziata nel 2015, con i primi vini denominazione AltiliA, un richiamo all’altitudine.Annata che abbiamo degustato nel 2020 con Valperto Degli Azzoni. All’epoca i Trentodoc della maison erano denominati AltiliA per comunicare il senso dell’altitudine, della montagna. La degustazione comprese AltiliA Trentodoc Brut Millesimato 2015; AltiliA Trentodoc Extra Brut Millesimato 2015; AltiliA Trentodoc Brut Rosé dei quali abbiamo detto qui definiti da freschezza e mineralità con note piacevolmente saline.Nel 2021 abbiamo degustato nuovamente gli stessi vini, ribattezzati Cime di Altilia, notando un’evoluzione che ha conferito una maggiore complessità pur mantenendo la verticalità. Oltre a questi, abbiamo assaggiato per la prima volta il Maso Alesiera Brut Nature Riserva Trento Doc 2015, vinificato in acciaio con sosta in bottiglia sui lieviti per la presa di spuma di 36 mesi, espressione pura dello chardonnay, in tutta la sua eleganza e ampiezza.Le Degustazioni OdierneDurante l’incontro odierno, abbiamo degustato:

Cime di Altilia Trentodoc Extra Brut Millesimato
Anch’esso a base di chardonnay in purezza, con fermentazione in acciaio e 36 mesi sui lieviti. Il gusto è secco, con una vivace freschezza e ricche note minerali.

Cime di Altilia Trentodoc Brut Rosé
Un blend di 70% chardonnay e 30% Pinot Nero, con una macerazione a freddo delle uve di Pinot Nero per conferire complessità aromatica. È un vino morbido, con note di piccoli frutti grazie alla criomacerazione.

Maso Alesiera Brut Nature Riserva Trento Doc Millesimato
Prodotto con uve chardonnay, il vino riposa sui lieviti per 36 mesi prima della sboccatura. Il sorso è secco, elegante e complesso, con un finale lungo e persistente.

I Vini Marchigiani

Abbiamo inoltre degustato due vini bianchi marchigiani prodotti da Conti degli Azzoni:

Colli Maceratesi Ribona Doc Recina

È prodotto con l’uva autoctona ribona, conosciuta anche con la denominazione di maceratino in quanto propria della provincia di Macerata. Recina è vinificata in acciaio, quindi il vino matura in acciaio per 12 mesi e affina in bottiglia per 8 mesi. Nel calice ha colore brillante e rivela tutta la complessità data dalla lunga maturazione ed è secco, sapido, armonico, raffinato, con freschezza che non stanca il palato.

Bianco Marche Igt a passo d’uomo

Nasce da una sperimentazione. È prodotto con uve verdicchio sottoposte a lavaggio al fine di migliorarne le performance fermentative e la “pulizia” dell’uva e del vino. È, come anticipa l’etichetta, a misura d’uomo, vale a dire senza interventi tecnologici se non il controllo della temperatura a causa del cambiamento climatico. Leggermene torbido, è un vino fresco, con un ampio spessore aromatico in cui si riconoscono note di idrocarburi che si svilupperanno con il proseguire dell’affinamento in bottiglia. Sono, questi, vini che non vanno valutati con i parametri comuni, proprio per la loro specificità.

Uno sguardo al futuro

LeVide è la dimostrazione di come l’impegno nella sostenibilità, la sperimentazione e il rispetto per il territorio possano portare a risultati di eccellenza. La voglia di esplorare nuove strade, senza però abbandonare i principi tradizionali della viticoltura, è una caratteristica distintiva di questo gruppo. La scelta di produrre bollicine esclusivamente con il Metodo Classico e la continua ricerca per migliorare le tecniche produttive dimostrano una chiara visione a lungo termine, volta a creare vini di alta qualità che siano espressione autentica del territorio da cui provengono

L’approccio innovativo di LeVide, con l’introduzione del tappo di sughero per il tiraggio e l’attenzione all’impatto ambientale, conferma la volontà dell’azienda di distinguersi nel panorama vitivinicolo. Allo stesso tempo, la sperimentazione su vini come a passo d’uomo mostra come la cantina sia aperta a sfide e innovazioni, sempre con l’obiettivo di migliorare la qualità e la distintività dei propri prodotti.

Conclusione

La degustazione di LeVide e dei vini marchigiani Conti degli Azzoni è stata un’esperienza che ha messo in luce l’importanza della diversità e della sperimentazione nel mondo del vino. Da una parte, le bollicine trentine hanno mostrato il potenziale del territorio, con vini capaci di esprimere grande freschezza, mineralità e complessità aromatica, frutto di un’accurata selezione delle uve e di tecniche produttive all’avanguardia. Dall’altra parte, i vini marchigiani hanno sorpreso per la loro capacità di innovare rispettando la tradizione, offrendo un’interpretazione attuale dei vitigni autoctoni.

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