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Sicuramente da arditi, mettersi da zero a lanciare un nuovo marchio sul mercato.

Si sa, la fama di questo vino può precederlo e con il corpo snello, dissetante per la sua mineralità si può certamente dire che sia stato fatto un buon lavoro.

Oseremmo un affinamento più lungo sui lieviti, visti i recenti successi, complice un’ottima acidità che assicurerebbe longevità.

La storia dell’Ardito si svolge in una trincea della prima Guerra Mondiale. Un soldato viene tratto in salvo all’interno di quella trincea. Per ringraziare il fratello in armi, il soldato degli Arditi promette di chiamare come il suo salvatore, il suo erede. Si chiamava Tarquinio.

Il cinque maggio nasce Tarquinio. Il vino assaggiato oggi viene dalla vigna 5 maggio in termini dialettali Sinque Majo. S sta per C, J sta per I: L’Ardito Sinque 5 Majo Asolo Prosecco.

L’area collinare la conosciamo benissimo; è un luogo magico e affascinante.
Si tratta della campagna nei dintorni di Asolo a Onigo di Piave, punteggiata di ristoranti storici e nuovi, innovativi e solidi nelle tradizioni che brillano nel servizio e ospitalità come da Gerry e alla Chiesa per citarne solo due.

La cura è consolidata e pure innovativa nella produzione del vino: evviva a questa nuova new entry nella produzione vitini vinicola della denominazione Asolo docg. Complimenti per l’allevamento del vigneto in girapoggio, l’inerbimento e la cura.
Bravo Tarquinio Bedin, grande la sua progettualità, il futuro è vostro.

L’abbiamo abbinato con una cucina che è oggetto di innovazione e una presenza costante sulle tavole natalizie: il bollito, il cappone dalla carne delicatissima e abbiamo osato con i crostini al burro salato e al prezzemolo che raccontano una tavola semplicemente preziosa.

Ah a proposito di futuro, sorgerà un B&B in cima alla collina chiamata “del tedesco” e un nuovo vino.
A presto…
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Di questo Autore