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Alice Bel Colle è una Cantina Cooperativa nata nel 1955 che abbiamo presentato qui in occasione di un digital tasting.

Si tratta di una realtà vinicola dell’Alto Monferrato Acquese che ha come obiettivo precipuo riprodurre nei propri vini i caratteri originari delle uve. Aspetto non secondario, la vinificazione con zero zuccheri residui che è una vera scelta di campo e propone pertanto il vino “nature”, ossia il più fedele a sé stesso. Inoltre in questa fase in cui il cambiamento climatico si fa sempre più estremo e minaccioso, la cantina ha scelto, da anni, la sostenibilità, e non è poco. Riteniamo che produrre a basso impatto ambientale sia una faccia della medaglia di chi produce qualità. La cantina, come riportato nel proprio sito cliccando qui recita: “La definizione di sviluppo sostenibile secondo la Commissione delle Nazioni Unite vede questo concetto come lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”. La conduzione virtuosa della cantina è certificata anche dal 2021 da Equalitas la cui mission è anche promuovere la sostenibilità delle filiere agroalimentari e del vino. Certificazione che traccia una discriminante tra chi è sostenibile a parole e chi lo è nei fatti.

Il vigneto della cantina si estende su 350 ettari dei quali 200 a moscato, 60 a brachetto, 50 a barbera e il resto diviso tra chardonnay, cortese, dolcetto. Affiancano i vini “classici” quali Asti, Moscato, Barbera, Dolcetto due etichette che escono dagli schemi, quantomeno quelli tradizionali, ossia Filarej Piemonte DOC Moscato secco e MonteRidolfo Acqui Docg secco. Si tratta di due vini da uve aromatiche, ossia moscato e brachetto, tradizionalmente vinificate per l’ottenimento di vini dolci.

Rappresentano entrambi un’esperienza gustativa intrigante, da provare. Rispetto alla versione dolce il profumo è più delicato e anche in bocca l’aromaticità è più contenuta. Caratteristiche, queste che ne migliorano la bevibilità, rendendola più fresca, più immediata e a al primo calice segue facilmente il secondo. Aprono pertanto ad abbinamenti nuovi, non più cioè con i dolci del dessert, ma entrano nel menu accompagnando i cibi salati. E aumentano le occasioni di consumo: dall’ aperitivo alla bottiglia da stappare con gli amici in cerca di novità. Ma veniamo ai vini.

I vini in degustazione

Filarej Piemonte DOC Moscato Secco 2023

Le uve moscato bianco, dopo una breve criomacerazione sono vinificate in acciaio inox e il vino ottenuto matura due mesi prima di essere imbottigliato dove affina sino alla commercializzazione.
Nel calice riflette colore giallo paglierino scarico. Al naso il profumo è ampio, intenso, garbato. Si riconoscono i sentori primari propri del vitigno. In particolare si colgono profumi floreali, fiori di sambuco, di acacia, di biancospino e note fruttate di prugna gialla e, lasciando evolvere il vino nel calice, una fuggevole impressione di frutta tropicale. In bocca è suadente, rotondo, fresco senza essere croccante, lungo con nuance minerali e di mandorla dolce; il sorso è lungo, scorrevole.
Abbinamenti
Da stappare con rombo in salsa bearnese

MonteRidolfo Acqui Docg Secco 2022

Le uve brachetto d’Aqui in purezza sono pigiate sofficemente, quindi dopo una criomacerazione di circa 48 ore ha luogo la fermentazione, inizialmente sulle vinacce, quindi per limitare l’estrazione, prosegue la fermentazione alcolica del solo mosto. Il vino matura sei mesi in vasche di acciaio inox, successivamente affina in bottiglia per 2 mesi. Nel calice possiede colore rubino tenue. Profumo floreale in cui si riconosce la rosa, il geranio poi sentori fruttati di fragola e ricordi muschiati. In bocca è secco, armonico, con garbate note aromatiche; il tannino, non verde, contribuisce alla complessità del sorso. Finale lungo.
Abbinamenti
Branzino in salsa allo zafferano

Di questo vino parlammo qui quando era ancora in fase sperimentale.

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