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“Sono Emozionata per la giornata dello scorso lunedì 20 maggio dedicata al Riso Italiano di Qualità culminata con la firma del Protocollo d’Intesa per la Valorizzazione e Promozione del Riso Italiano di Qualità tra l’Ente Nazionale Risi e l’Associazione Ambasciatori del Gusto” ha dichiarato Cristina Brizzolari (foto 2) fondatrice del marchio Riso Buono, e promotrice del Protocollo.

Un’idea nata poco più di cinque anni fa, quando Cristina iniziò il proprio viaggio nel mondo del riso. Un’intuizione condivisa successivamente da Paolo Marchi e dallo staff di Identità Golose.

La data 20 maggio è importante in quanto presso lo spazio Identità Golose di Milano, si è tenuto un incontro che ha segnato la storia del Riso Italiano: la firma del Protocollo d’Intesa per la Valorizzazione e Promozione del Riso Italiano di Qualità tra l’Ente Nazionale Risi e l’Associazione Ambasciatori del Gusto.

Il primo articolo del Protocollo
Atteso che gli obiettivi in premessa di ADG convergono con quelli di Ente Risi, si ritiene di reciproco interesse attivare una collaborazione per azioni di divulgazione attraverso la sottoscrizione del presente Protocollo d’Intesa – di seguito Protocollo -, utilizzando le conoscenze, le competenze e le informazioni in possesso di entrambi per:
promuovere la conoscenza del riso italiano, materia prima pregiata ed eccellenza italiana del patrimonio agroalimentare;
approfondire i temi relativi alla trasformazione del prodotto, agli strumenti tecnologicamente innovativi e alla preparazione delle ricette che contraddistinguono l’Italia;
valorizzare la produzione del prodotto, proponendolo costantemente nelle ricette che contraddistinguono l’Italia

Alcuni dati per inquadrare l’importanza dell’Italia nella produzione di riso.
L’Italia è il primo produttore di riso nell’Unione europea e copre circa il 52% della produzione europea, seguita da Spagna (26,5%), Grecia (8%), Portogallo (6%), Francia (3%), Romania (2%), Bulgaria (2%) e Ungheria (0,5%).
La produzione di riso si concentra soprattutto in Piemonte (51%) e Lombardia (43%), seguono Emilia-Romagna (3%), Veneto (1,5%) e Sardegna (1,5%).
Gli agricoltori che coltivano riso (risicoltori) sono circa 3.850 con un ettarato medio di 56 ettari.
Le riserie sono poco più di 90 e risultano circa 65 aziende agricole, denominate pilerie, che sono dotate di impianti di lavorazione per trasformare il risone raccolto, proprio o altrui, in riso lavorato.
I risicoltori hanno coltivato quasi 160 varietà diverse di riso nel 2018 e le 10 varietà più coltivate rappresentano circa il 60% dell’intera superficie nazionale investita a riso.
A seguito della lavorazione effettuata dalle riserie e dalle pilerie sul riso raccolto, si ottengono circa 900 mila tonnellate di riso lavorato a cui si aggiungono altre 100 mila tonnellate di riso di importazione, quasi tutto utilizzato come riso da contorno, che in buona parte viene lavorato ulteriormente e confezionato per essere venduto sia in Italia sia all’estero.

Quindi, l’industria di trasformazione italiana commercializza circa 1 milione di tonnellate di riso lavorato per i diversi utilizzi.

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