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Riceviamo da Redazione Fondazione Idea e volentieri pubblichiamo.

Nel mondo del lavoro ci sono settori in cui ancora oggi la percentuale di donne che riesce a fare carriera è molto limitata. Oggi tutto sembra possibile e ormai tantissime bambine in tutto il mondo non sognano più di diventare delle ballerine o delle principesse ma magari di diventare astronauti, piloti o chef.

Tra queste bambine c’erano anche Samantha Cristoforetti e Anna Carrasco.

Scopriamo le loro storie.

Samantha Cristoforetti (foto 2)

Nei film quando si tratta di andare nello spazio, sono sempre gli astronauti
uomini ad essere gli eroi, ma nel mondo reale, una donna è riuscita ad abbattere
tutti i pregiudizi. Diventare un’astronauta è forse una delle cose più difficili al
mondo. Non tutti ce la fanno, soprattutto se donne.
Samantha Cristoforetti però grazie al suo duro lavoro e ad anni di sacrifici è
riuscita a sbarcare sulla luna e oggi è la prima donna europea comandante
della Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2012, l’Esa (European Space
Agency) annunciò gli astronauti selezionati per la missione “Futura” che sarebbe
durata 199 giorni. Samantha era fra questi.
La preparazione durò 2 anni durante i quali ‘astronauta italiana decise di iniziare
a scrivere un diario giornaliero in cui raccontava tutti gli step e le difficoltà da lei
affrontate durante questo percorso. Questo diario è stato poi pubblicato in lingua
inglese e tradotto successivamente in Italiano, Francese e Spagnolo. L’obiettivo
era di abbattere le barriere tra questo mondo così complesso e il pubblico.
Oggi Samantha è estremamente legata ai suoi fan tanto che nel 2021 ha deciso
di aprire un profilo TikTok in cui, direttamente dallo spazio, spiega come si vive
a 345,000 km dalla terra ammaliando milioni di spettatori.

Ana Carrasco (foto 3)

Un’altra donna che è riuscita a brillare in un mondo prettamente maschile è Ana
Carrasco Gabarrón. All’età di 3 anni scopri il mondo dei motori e se ne
appassionò fin da subito facendolo diventare la sua vita. A 15 anni debutta nel
Motomondiale in Qatar sotto la categoria Moto3 e poco dopo passa a Moto2
gareggiando anche nel Campionato Mondiale SuperSport 300.
Ana è oggi nell’Olimpo degli dei del motore e non ha intenzione di fermarsi. In
un’intervista Ana afferma che “il fatto di essere donna ha reso più difficile questo
percorso. La cosa più difficile è stata soprattutto convincere gli sponsor che
una donna potesse vincere tanto quanto un uomo”. Ana ha lottato e ha
cambiato l’opinione di tanti che pensavano che non ce l’avrebbe fatta.
Oggi Ana ancora non è riuscita ad arrivare in MotoGP a causa di una serie di
infortuni che l’hanno costretta a rallentare, ma chissà che un giorno non la
vedremo sul podio proprio a fianco ai suoi colleghi uomini.
Ci sono tantissimi altri settori in cui le donne ancora oggi non sono considerate
abbastanza, e nonostante stiano riuscendo pian piano a farsi spazio, non è
semplice cambiare una visione così radicata nella cultura. Le associazioni che
cercano di combattere per i diritti delle donne sono tante e speriamo che per le
prossime generazioni sia più semplice arrivare alla vetta e che un giorno
esisteranno altrettante astronauti e piloti donne.

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Di questo Autore