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Sarà intensivo non solo intenso bere il sorso di “Cinqueanni” il nuovo vino di Casa Ruggeri voluto anche da Giustino Bisol, fondatore della cantina a Valdobbiadene.

Ha lasciato questa vigna terrena dove è stato tra i primi pionieri del Prosecco. Una terra, un vino.

Sarà intensivo per ogni momento trascorso di fronte a lui lavorando, seguirlo nella quotidianità nell’azienda che è stato come essere di fronte al proprio comandante nell’esercito.

Ce l’aveva quello sguardo rude e autorevole, difficile da scrutare ma che nel tempo, ha permesso al suo viso di lasciare che la mimica si modificasse in un sorriso.

La sua azienda era nata da un’idea, un’ottima idea. Tra le colline era nato il vino che oggi conosciamo tutti.
Giustino Bisol aveva compiuto quei 100 anni il 15 novembre scorso.
Salutiamo un pioniere appunto, un ragazzo coraggioso, riuscito a tornare dal conflitto mondiale dopo essere stato ferito. Fatto prigioniero, riuscì a sfuggire a quella guerra.

Risale al 1948, quel progetto messo in atto con cugino Luciano Ruggeri e a Santo Stefano continuò il sogno del nonno, enologo.

Puntuale ogni giorno ad arrivare e andare con la sua valigetta beige, guanti per il freddo e berretto da pilota, attraversava i corridoi dell’azienda senza essere osservato.
Conosceva tutto e l’economia l’aveva studiata.

Non tralasciava niente ed è proprio così che non gli è sfuggito neanche il momento di andare.
Il suo vino resta ora con l’azienda Rotkäppchen-Mumm che dal 2017 gestisce il business creato dalla famiglia di Giustino Bisol che abbraccio molto ricordando il vino che porta la sua firma sull’etichetta.
Ciao Giustino

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