All’ Università degli Studi di Milano ma da oggi in molti luoghi della città e del mondo, il turista, lo studioso, il ricercatore potranno beneficiare del valore della raccolta e della virtualizzazione dei beni e delle opere conservate negli spazi svolta e appena iniziata per diventare il grande VUMM – Museo Virtuale dell’Università degli Studi di Milano.
L’ingente patrimonio museale è custodito in diverse sedi universitarie a Milano e in Lombardia ed è stato deciso di valorizzarlo.
Eredità degli antichi istituti che hanno dato origine all’Ateneo ed espressione del percorso di conoscenza che fin dalla sua fondazione, si sviluppa quotidianamente nella vita universitaria, le collezioni dell’Ateneo hanno uno speciale valore storico e documentario
VUMM Virtual Unimi Museum è stata realizzato grazie a doni, archivi che contengono tantissime opere d’arte, collezioni, beni.
Collezione di Modelli Colturali e di Forme di Allevamento del Frutteto e Vigneto.
“La curatela delle mostre, l’attività archeologica consente sempre buona conoscenza” sostiene Marcella Mattavelli, Responsabile dell’Ufficio Gestione e Valorizzazione dei Beni del Patrimonio Culturale e Museale, “rendendo visibile quello che è invisibile e pare scontato”.
Quel che è stato presentato riguarda solo i primi progetti intrapresi
Le attività di accesso al Museo virtuale proseguono con le scuole e i cittadini non specialisti.
Con Google Art & Culture, la Ca’ Granda, diventa navigabile (13 km percorsi in solo un giorno per una parte del lavoro!) mappata con street view introducendo i visitatori virtuali negli spazi della università addirittura ruotando il bene oggetto di curiosità o studio.
Lo story telling può dunque iniziare, dal simbolo della università, una creazione di Fontana, grazie a un DR code, per tutti.
Dal 2011 Google Art & Culture cerca nuove modalità di diffusione di arte e cultura universale che porta in tutto il mondo la Unimi.
Rendere accessibile universalmente che con un legame intimo tra Unimi e Google. Una coppia che funziona, evidentemente.
Ciò grazie al Prorettore delegato a Innovazione Digitale, Progetti Speciali, Ideazione e Direzione scientifico tecnologica del Vumm Goffredo Haus, la già citata Marcella Mattavelli responsabile anche della Progettazione, realizzazione e curatela dei contenuti, Adriano Baraté Docente per la Programmazione della Musica, Mattia Tarelli GAPP Senior Analyst di Google e di Google Art and Culture.
E grazie a Michele Lanzinger, Presidente Italia Icom e Direttore del Muse a Trento
Tre “oggetti” emblematici sono stati presentati in anteprima, nel corso della inaugurazione.
Si è ricordata Minerva, dea della Saggezza e simbolo della Unimi.
L’edificio, con funzione di ospedale, vocazione iniziale dell’edificio appunto oggi sede universitaria.
Il Gonfalone storico, disegnato negli anni della fondazione della Unimi per le quattro facoltà originarie.
Poi vi sono i chiostri, tra cui quello chiamato la ghiacciaia, luogo delle pause degli studenti di oggi. Si trattava dello spazio utilizzato dalla farmacia dell’edificio che conservava appunto nella ghiacciaia i medicinali.
Il Vumm contiene 1300 immagini, solo oggi e molte di più a cui si potrà i accedere presto, attraverso la porta di Google Art & Culture.
Mangiagalli, primo Rettore della Università, all’inizio pensava di fondare l’Università per i milanesi ma già aveva teso un occhio verso le università europee.
Aggiungiamo a tutto questo grande lavoro, coincide con il Centenario della Università e anche il Centenario del Futurismo.
Centenario per rinascere potremmo dire.
All’ascolto di Gavotte en Roundeau di Bach quale sottofondo musicale … ci aggiriamo per il Vumn.
Il Cortile Maggiore.
L’ Anello Solare, ci suggerisce che necessitiamo del tempo per acquisire Saggezza.