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Abbiamo partecipato al Wine Tech Symposium 2023, l’evento annuale promosso dall’impresa tecnologica Divinea, che ha avuto per tema “Intelligenza artificiale e Direct to consumer – Riflessioni tra pratiche consolidate e nuovi strumenti per la sostenibilità del settore vino e la valorizzazione delle innovazioni”.

Si è parlato di intelligenza artificiale (AI) applicata alle di vendite dirette, di economia circolare e di sostenibilità ambientale. Si è parlato di enoturismo, realtà centrale in quanto conta 14 milioni di turisti in Italia (fonte: “XVII Rapporto Città del Vino) e un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro l’anno (fonte: “XVII Rapporto- Osservatorio del Turismo del Vino) e si è visto come gli strumenti digitali ne aumentano le potenzialità.

L’obiettivo di questo Simposio – ha sottolineato Filippo Galanti, co-founder & business development Divinea – è quello di mettere una pulce nell’orecchio agli addetti ai lavori, mostrando da vicino un’anteprima del futuro che sta avanzando, attraverso una visione olistica delle tecnologie, delle innovazioni, delle scelte sostenibili e dei sistemi.

Ma quello che a noi interessa, è ciò che riguarda il vino in quanto prodotto, ossia vi sono nuove pratiche enologiche anche in risposta alla sostenibilità? Esistono già applicazioni dell’AI percepibili da parte del consumatore.

Dal convegno, in merito,  è emerso:

per quanto riguarda nuove pratiche enologiche e sostenibilità, è esemplare, oltre che unico, il lavoro svolto dal Consorzio Jamin Portofino rappresentato da Emanuele Kottakhs (dove “Jamin” termine genovese, sta per “faticare, lavorare duro”), specializzato nell’affinamento dei vini subacqueo. “UnderWaterWines – spiega Kottakhs – è un termine che abbiamo inventato e che caratterizza l’affinamento subacqueo del vino con una base scientifica. Nasciamo con l’obiettivo di essere un Consorzio che possa normare questa pratica di sostenibilità che utilizza una risorsa naturale. Con un metodo scientifico, in collaborazione con dipartimenti universitari, definiamo la sostenibilità in termini territoriali: incorporare UnderWaterWines nella propria strategia di logistica permette di ridurre la dimensione della cantina terrestre, riducendo il consumo di suolo. Il cantinamento sott’acqua è una pratica di sostenibilità”;

per quanto riguarda invece le applicazioni dell’AI direttamente al vino percepibili dal consumatore, Somelia, società che certifica l’efficienza della filiera del vino di alta qualità, dalla cantina alla tavola, ha voluto dare una risposta alla domanda di come utilizzare la tecnologia nella bottiglia perché possa essere di aiuto al consumatore finale fornendogli informazioni in sul vino acquistato.
Enrico Ferrara di Somelia ha spiegato che pertanto l’azienda ha realizzato un progetto che si è concretato in un prototipo diventato oggi un prodotto reperibile sul mercato. Per attuarlo sono state utilizzate una serie di tecnologie elettroniche in un microchip (foto 1) che si colloca all’interno della capsula di chiusura del vino. Questo permette al consumatore di monitorare il vino così da ottenere informazioni quali i parametri ambientali di conservazione come temperatura ed umidità al semplice tocco di uno smartphone, e che può mostrare informazioni accurate sui movimenti della bottiglia, in merito alla durata dell’affinamento e verificarne l’integrità ( foto 2 – per la demo cliccare qui).
La bottiglia si trasforma, pertanto in un’interfaccia digitale che guida il consumatore in un percorso interattivo assicurando che venga conservata e degustala al meglio. Per sbloccare l’esperienza completa di utilizzo, è importante scaricare l’App dedicata di Somelia
Un’azienda che ha adottato il microchip è la Cantina Capellini delle Cinque Terre, che ha deciso di utilizzare questa tecnologia per celebrare un’etichetta importante ossia lo Sciacchetrà. Il titolare Mirco Capellini: “Abbiamo inserito un sensore Somelia con tutte le informazioni tecniche relative al vino. Un modo di portare un vino di prestigio nel terzo millennio”.

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