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Raffaele Gregu con il fratello Federico, in rappresentanza della famiglia proprietaria delle Tenute Gregu, in Gallura,  ha condotto una verticale di quattro annate del Vermentino di Gallura DOCG Superiore Selenu, in occasione di un press lunch organizzato dall’agenzia di comunicazione Pr Comunicare il Vino  presso il ristorante Daniel Canzian.

Il territorio

L’azienda, che abbiamo presentato qui,  dimora a 450- 500 metri di altitudine, su suolo granitico e conta 46 ettari dei quali 30 a vigneto: 25 ettari a vermentino, cinque ettari a canonau, bovale, carignano, syrah e merlot. La zona è ventosa, battuta dal maestrale con un’escursione termica tra dì e notte che dopo ferragosto raggiunge circa 12-15 °C.

Altitudine, suolo, escursione termica, contribuiscono a definire il vino: il terreno conferisce forza alle piante oltre a mineralità alle uve; il vento contribuisce a mantenere i grappoli sani e spirando dal mare apporta salinità, mentre lo sbalzo di temperatura arricchisce il patrimonio aromatico delle uve. Esposizione e caratteristiche climatiche consentono alle Tenute di limitare i trattamenti sistemici a due o tre in un intero anno, nell’ambito della agricoltura integrata; di pari passo vanno gli inerbimenti controllati, che permettono di creare un habitat favorevole alla biodiversità, soprattutto delle api. Inoltre in cantina i solfiti sono ridotti al minimo.

Il Vermentino

L’azienda crede nelle potenzialità del Vermentino di Gallura e nella sua capacità di esprimersi al meglio dopo anni di affinamento tant’è che nella verticale ha compreso la 2014: si tratta dell’annata storica in quanto la prima a essere imbottigliata.
Le uve sono di un vigneto di sessant’anni reimpianto così che le viti nel 2014 avevano 12 anni.

La vinificazione è sostanzialmente la stessa per tutte le annate, ossia le uve vengono raccolte la mattina quando sono ancora bagnate di rugiada per conferire al vino maggiore freschezza e un profumo floreale più intenso. All’arrivo in cantina sono diraspate, il mosto viene lasciato decantare staticamente a temperatura controllata e fermenta in acciaio con lieviti selezionati. Il vino è poi fatto maturare in acciaio sui lievi fini con bâtonnage regolari, quindi è imbottigliato.

Delle quattro annate la 2020 e la 2021 sono state prodotte con uve botritizzate. E Raffaele Gregu spiega che non si è trattato di una scelta ma di una necessità. La zona di produzione gode di un microclima diverso da quello delle aree circostanti “spesso da noi piove e dall’altra parte della strada no” spiega Raffaele. Queste due annate sono state piovose e per quanto i vigneti siano ventilati e spesso spiri il maestrale, le uve non hanno fatto a tempo ad asciugarsi dalle piogge. Le piogge frequenti ritardavano la maturazione delle uve. “Percorrendo le vigne accompagnati dall’enologo Angelo Angioi” spiega Raffaeleci siamo accorti che si stava formando la botrite e considerato che l’uva faceva fatica a maturare, ci siamo appoggiati a questa per arrivare a maturazione e concentrare tutte le sostanze. È stata pertanto una necessità.”

La vinificazione delle quattro annate, come detto, è stata la stessa. L’unica differenza è la data di imbottigliamento che di norma era in maggio, e dal 2020 è stata posticipata in agosto per dare più tempo al vino di maturare sui lieviti.
Selenu risente moltissimo dell’andamento delle singole annate così che mostra differenze dettate appunto dalle condizioni meteo, mentre per Rías, il Vermentino base “è più facile mantenere una determinata linea negli anni.”

La verticale
Pur nelle differenze che si evidenziano, tratti comuni che caratterizzano le quattro annate (2014, 2019, 2020, 2021) sono la componente fruttata in particolare di frutti a polpa gialla, la morbidezza, la freschezza, la lunghezza del sorso e la mineralità diversamente espressa.

Nella 2014, la mineralità si evidenzia virando su note di idrocarburi, e nonostante i quasi 10 anni conserva freschezza e complessità.
Per quanto non si colga una netta differenza tra le annate botriticizzate 2020, 2021 queste sono definite con maggiore enfasi degli aromi primari riconducibili a ricordi di albicocca e di pesca, floreali di ginestra e nota salina.

In particolare rispetto alla 2019, risultano di maggior ampiezza aromatica grazie sia a una maturazione sui lieviti più lunga, sia dalle note, per quanto pacate, conferite dalla botrite.

Considerato che i vini bianchi sardi, ma non solo, non sono tradizionalmente longevi, il lavoro di valorizzazione negli anni che l’azienda si è prefissata per il Vermentino sta ampiamente premiando la lungimiranza dei Gregu.

Nel corso del lunch sono stati proposti il Vermentino di Gallura Docg Rías, che alla frutta a polpa gialla unisce ricordi di melone e sentori agrumati, e il Cannonau di Sardegna Doc rosato Sirè fruttato di ciliegia, di amarena, di frutti di bosco.

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