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Abbiamo partecipato a un evento che vedeva protagonisti un’atleta che ha già rappresentato l’Italia nelle gare di salto in lungo e un caseificio che le ha affidato un lavoro ad hoc che le permette di allenarsi, pertanto di finanziarsi. Così, siamo venuti a conoscenza di una realtà che vede Laura Strati (foto 2) lunghista con un attivo di 5 titoli italiani assoluti: era impegnata nella preparazione delle Olimpiadi 2020 a Tokyo slittate causa covid nel 2021, proroga che ha messo in forse le sponsorizzazioni necessarie per proseguire la propria attività atletica. L’altra realtà è Brazzale SpA, ossia un’azienda storica che produce burro e formaggi, sponsor di Atletica Vicentina che è la squadra di Laura. Brazzale, come detto, ha permesso all’atleta di continuare ad allenarsi in vista delle Olimpiadi 2021 offrendole un telelavoro che le permette di conciliare impegni lavorativi e atletici.

Nel corso della conferenza stampa Roberto Brazzale, presidente di Brazzale SpA e Laura Strati ( foto 3) hanno raccontato la storia di questa intesa e la positività che implica per entrambi.

Tutto ciò è l’antefatto che ci ha permesso di approfondire la conoscenza della Brazzale nell’ambito della sostenibilità. E qui vorremmo dire per inciso che sostenibilità significa considerare il pianeta non un dono ricevuto dai nostri padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli, come dicevano gli indiani d’America. Tornando ai Brazzale già nel Settecento la famiglia commercia burro e formaggi e da fine Ottocento comincia a produrli inaugurando un caseificio. Da allora l’azienda è in costante crescita: nel 1945 è socia fondatrice di Assolatte; aderisce sin dalla nascita al Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano avvenuta nel 1954; è socia del Consorzio di Tutela dell’Asiago e del Consorzio di Tutela del Provolone di Valpadana.

Ma sono alcune iniziative intraprese in anni recenti che ci permettono di dare una valutazione più complessiva dell’azienda grazie all’avvincente storytelling di Roberto Brazzale. Riteniamo di grande portata due attività aziendali intraprese all’estero, ossia nella Repubblica Ceca e in Brasile. Il gruppo, per dar vita a sistemi agroindustriali fondati sulla sostenibilità, ha individuato aree con un’ampia diponibilità di territorio dotate di più che vaste estensioni, non immaginabili in Italia.

Pertanto nel 2000 Brazzale inaugura un progetto in Moravia, nella Repubblica Ceca, e dà alla luce un’impresa che esprime il meglio della tradizione casearia italiana, rigidamente regolamentata da rigorosi disciplinari. Nasce così nel 2003 Gran Moravia un formaggio grana, l’omologo dei nostrani Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Attualmente nella Repubblica Ceca opera la Filiera Ecosostenibile Gran Moravia con una dotazione di 4,5 ettari di terreno per ogni capo bovino in lattazione .

In Brasile, nel Mato Grosso do Sul, opera il sistema Silvipastoril che vede la consociazione tra pascolo e piantumazione. La piantagione di circa 300 alberi di alto fusto per capo genera un ciclo biologico sostenibile che permette di raggiungere benessere animale ed efficienza economica senza alterare l’equilibrio ecologico. Il sistema Silvipastoril prevede la riforestazione di pascoli che diventano enormi polmoni che assorbono CO2 per un totale di 1,5 milioni di alberi così che nel 2019 è stato raggiunto il traguardo del Carbon Neutral, ossia la totale compensazione dell’emissione di anidride carbonica. In pratica ciò che sta facendo il gruppo Brazzale è rendere ecocompatibile l’allevamento del bestiame grazie e una distribuzione estensiva; una risposta alle bombe inquinanti degli allevamenti intensivi.

Di questa azienda, (oltre ai formaggi va ricordato il Burro Superiore (foto 4 e 5) che abbiamo degustato rilevando eccellenti caratteristiche organolettiche) ci piacciono i prodotti, ma anche l’impegno molto fattivo per raggiungere obiettivi che attualmente sono al di fuori della portata dei più. E alla luce di questo impegno si comprende meglio il valore del rapporto che unisce un’azienda a un’atleta.

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