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La paternità della vodka è rivendica sia dalla Russia, sia dalla Polonia anche se nell’immaginario dei più è spesso associata alla Russia, ai cosacchi e ai loro balli. Però a favore della paternità della Polonia gioca la denominazione visto che l’etimo del nome è il polacco voda, ossia acqua: dell’acqua ha la trasparenza e come l’acqua è incolore, adamantina.

E’ un distillato di cereali, talvolta prodotto con ingredienti meno “nobili” come le patate e le barbabietole. Ma a prescindere da queste informazioni generiche, la vodka non è, quantomeno in passato in Italia, un distillato conosciuto quanto il rum o l’whisky. Il fatto che sia conservata in freezer anziché con gli altri distillati permette di capire come sia, o sia stata a lungo, incompresa. Eppure nessuno si stupisce, perché è un distillato che va ancora scoperto. A fornire elementi di conoscenza ci ha pensato Belvedere, distilleria polacca che produce una delle vodka più di tendenza del mercato italiano e internazionale. E lo spiega innanzitutto smentendo il luogo comune che vuole le varie vodka di sapore molto simile (credenza supportata anche dal servizio sotto zero che appiattisce gli aromi).

Per spiegarlo Belvedere, si è basata sul concetto di terroir, termine francese non traducibile con una sola parola. In Borgogna, dove i vigneti sono parcellizzati (un tempo erano vaste estensioni della chiesa romana, ma con la Rivoluzione francese i “domain” vennero fortemente frazionati), colpisce come a distanza di poche centinaia di metri si possano produrre vini tanto diversi sia pur ottenuti dallo stesso vitigno. Ciò si spiega perché è il terroir che infonde le caratteristiche chimiche e pertanto sensoriali al vino. Sarebbe riduttivo considerare il terroir tout court come il territorio in quanto questo comprende un insieme di fattori quali sicuramente il territorio, ma anche la natura del terreno, l’esposizione, il clima, il fattore umano e ovviamente il coltivato.

Ora Belvedere ha dato vita a due nuove vodka, le Belvedere Single Estate Rye Series ( foto 1) entrambe prodotte esclusivamente con segale Dankowskie Diamond in purezza, distillate con le stesse tecniche, ma provenienti da due diversi terroir e il risultato è sorprendente: due profili organolettici segnatamente diversi così da enfatizzare l’importanza della terra di origine.

A spiegare il concetto di terroir, e dei conseguenti differenti profili organolettici che determina ci ha pensato Alice Farquhar Global Education & Training Manager for Belvedere Vodka in occasione della presentazione alla stampa delle Belvedere Single Estate Rye Series al Teatro Gerolamo di Milano.

La distilleria Lake Bartężek ( foto 2) è dislocata a nord dove il clima freddo e la zona è sferzata dai venti gelidi del mar Baltico, in una paesaggio definito dalla presenza di laghi (foto 3) e dove la temperatura raggiunge i – 30 °C d’inverno per arrivare ai + 30 °C d’estate, quindi con un’escursione termica di 60 °C.

L’altra distilleria, la Smogóry Forest (foto 4) è posta a una latitudine più bassa a ovest del paese tra foreste incontaminate (foto 5) dove il clima è più temperato. In entrambi i siti, come detto, viene coltivata la segale ma le condizioni mutano: nel primo in alcuni mesi la neve copre con il suo manto i campi coltivati, mente in quello a occidente la segale è alimentata dal respiro della foresta che la circonda.

Le due vodka sono state proposte in degustazione. Abbiamo lasciato lasciato la parola ai distillati. Odorando Belvedere Lake Bartężek (foto 6) avvertiamo la purezza del freddo che l’ha vista crescere, l’intensità del caldo che l’ha maturata. Ciò determina un profilo aromatico delicato conferito dalla prolungata presenza della neve, ma anche la pienezza della completa maturazione. E sono intensità di fiori, di note erbacce, in particolare di menta, di fieno che le conferiscono una freschezza primaverile, e al tempo stesso un’idea di noce tostata dà profondità al sapore.

Diversa è la Belvedere Smogóry Forest (foto 7) che nasce senza stress climatici. Al naso si coglie una punta eterea che però non è pungente; libera fragranze avvolgenti. In bocca è gustosa, ben intessuta, piacevole; da apprezzare le piacevolissime note di caramello salato, l’insistente sapidità e le nuance speziate, in primo luogo di pepe bianco; finale morbido tra il dolce del miele d’acacia e il salato.

Potremmo infine chiederci, considerato che la prima distillazione è avvenuta nelle singole distillerie, se lo stile del distillatore abbia influito sulle caratteristiche delle rispettive vodka. Ma se ciò fosse… anche questo fattore sarebbe da considerare elemento del terroir.

Di questo Autore