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A Milano non mancano le proposte di ristoranti e tra cucine tradizionali, innovative, creative, sperimentali, etniche, pizzerie… si trova di tutto… o quasi . Mancava però la cucina cilentana, lacuna gastronomica colmata in quanto da pochi mesi ha aperto Li Mastri (foto 1) un ristorante a conduzione familiare che bene rappresenta l’esprit cilentino. Il Cilento non è molto conosciuto, se non per Paestum e qualche località costiera di rara bellezza o, ma non ha la notorietà, rimanendo nella stessa provincia, per esempio della Costiera amalfitana.

Li Mastri è un locale piccolino, raccolto, con la finestra passavivande della cucina, dove si respira un’aria accogliente, simile a quella che si prova entrando in una casa ospitale. Ciò grazie anche alla gestione che è familiare ossia genitori, figlio e nipote nonché aiuto chef talentuoso (nella foto 2 da sinistra padre, madre, figlio,nipote). Ed è il figlio, Mirko Gorrasi a rappresentare la nuova generazione intraprendente e imprenditoriale, forte della presenza della mamma Caterina che prepara la pasta a mano, del papà Bruno Gorrasi, lo chef con esperienza pluritrentennale, coadiuvato dal nipote Francesco Monaco giovane cuoco che ha esperienze in ristoranti stellati e la potenziale capacità di dare tocchi di leggerezza a una cucina che nasce contadina, per cui povera e sapida.

Li Mastri è anche negozio dove acquistare conserve e altri prodotti esposti su scaffali.

Chi invece si siede ai tavoli potrà assaporare i prodotti tipici del territorio selezionati con molta perizia, alcuni dei quali di presidi Slow Food: sia i formaggi di diverse stagionature tra cui la manteca, ossia un caciocavallo che racchiude un cuore di burro, nato per conservare il burro, sia i salumi tipici ossia il capocollo, la pancetta, la soppressata e due salsicce, una delle quali piccante, dalla consistenza del salame. Da non perdere i crostini con le melanzane e fiocchi di ricotta di bufala (foto 3).

Il Cilento ha il clima e l’umidità adatti all’allevamento dei bufali e a Li Mastri va assolutamente assaggiata la freschissima mozzarella di bufala (foto 4). Possiamo dire “freschissima” perché abbiamo verificato non solo la consistenza tenace quando si mastica, ma anche perché al taglio si evidenzia la struttura a cipolla, tipica delle mozzarelle appena prodotte mentre con il passare dei giorni gli strati fondono formando un unico impasto. Va da sé che la mozzarella ci è piaciuta non solo per la consistenza, ma per il sapore pieno, la sensazione tattile di succosità, la pulizia del sapore.

Per quanto riguarda la cucina qui si possono ordinare la tagliata di bufala, le “braciole”, ossia gli involtini di maiale altri piatti tipici. Una specialità della casa da non perdere sono i f’rrcieddi, ossia i fusilli fatti al ferretto con pasta all’uovo (foto 5 vdeo 6), conditi con ragù di vitello e maiale e formaggio di capra (foto 7): è una pasta da addentare per gustarsi lo spessore, la “masticabilità”; il ragù è cucinato con carne tagliata a coltello a pezzetti, non trita, per cui rustico come piace a noi.

Qui è proposto inoltre un dolce “fusion” ossia il Brunomisù, ossia un tiramsù che utilizza ricotta di pecora in luogo del mascarpone e Amaro Teggiano, made in Cilento.

Abbiamo provato due vini, entrambi della Cantina Rizzo, un bianco (foto ) piacevolmente fruttato con note dichiarate di mela e il rosso Fiix (foto), a base di Aglianico con un corredo di piccoli frutti e morbido impatto gustativo.

Ma oltre a essere ristorante e, come visto, anche negozio, da Li Mastri dal martedì al giovedì è possibile passare per l’aperitivo tra prodotti tipici e vini cilentani.

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