Un piccolo territorio del Veneto che si estende a partire da 50 chilometri a Nord di Venezia e arriva a 100 chilometri dalle Dolomiti, questa è la posizione delle Colline di Conegliano Valdobbiadene, diventate dallo scorso gennaio ufficialmente candidate a Patrimonio dell’Umanità Unesco come Paesaggio culturale. Un panorama unico e singolare di alture che si susseguono ritmicamente in una suggestiva successione di alti e bassi dal disegno simile ad una spina dorsale, dove le forme disegnate dalla natura sono state scolpite e rifinite, dettagliate e cesellate dal lavoro dell’uomo, che qui si esprime da sempre nella coltivazione della vite e nella produzione del vino. E’ incredibile infatti come, rispetto ad altri territori, in queste colline sia stato fatto un lavoro capillare, sia stato utilizzato e messo a frutto ogni metro di terra, creando un reticolo fitto di filari che è diventato paesaggio stesso, unico e simile a nessuno. Ecco perché la candidatura di queste colline è sostenuta dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, presieduto da Innocente Nardi, che è anche Presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo, a testimoniare il legame strettissimo e indissolubile fra il territorio e il suo Prosecco Superiore, prodotto che è fra le icone mondiali di italianità. Dal 1° febbraio 2017 è iniziato il processo di valutazione e la Candidatura a Patrimonio dell’Umanità è arrivata ad un passo dal traguardo, l’esito finale sarà annunciato entro luglio 2018 a completamento di un percorso che dura da dieci anni. Ideata nel 2008, lanciata nel 2010 con l’iscrizione nella lista ministeriale delle ‘proposte’, suggellata nel 2015 con l‘iscrizione nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici del Ministero per le politiche agricole e rilanciata in occasione del Vinitaly 2016, la candidatura Unesco delle colline di Conegliano e Valdobbiadene ha conquistato il primo posto nella lista propositiva italiana grazie alle seguenti motivazioni:
a) la dimostrazione dell’eccezionale valore universale del sito, emblema di ‘paesaggio culturale’
b) lo studio dettagliato del valore mondiale della coltura della vite e dell’impronta antropica
dell’uomo
c) le condizioni di integrità, autenticità e conservazione del paesaggio
d) l’esistenza di validi strumenti di tutela urbanistica, ambientale e culturale.
Il Presidente della Regione Luca Zaia, fra i primi e più convinti promotori della candidatura, sottolinea che: “la Candidatura Unesco rappresenta un’occasione importante per crescere definitivamente agli occhi del mondo intero, in osmosi con la natura e nella qualità dell’accoglienza”. Questo anche perché le Colline di Conegliano e Valdobbiadene sono fra i migliori esempi di lavoro nel rispetto della sostenibilità, scelta che ha portato risultati tangibili sul paesaggio e nel bicchiere, ottenere l’approvazione definitiva dall’Unesco sarà un’opportunità per l’intera comunità perché consentirà di incrementare i turismo e servirà a far conoscere finalmente un prodotto unico e inimitabile, sgombrando il campo da ogni confusione e assimilazione. Per chiudere niente di meglio delle parole del Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Innocente Nardi nel gennaio scorso: “Si tratta di un riconoscimento che riceviamo con orgoglio perché risponde all’impegno che quotidianamente ogni abitante di Conegliano Valdobbiadene dedica a questa terra rendendola unica. Questa candidatura conferisce nuovo valore alla bellezza di questo territorio che da secoli esprime le sue potenzialità in molti campi del sapere: la viticoltura innanzitutto, ma anche la tradizione e innovazione enologica, l’arte e l’architettura”.