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Quando si menzionano i grandi rossi italiani si nominano soprattutto i figli di uve nebbiolo, sangiovese, cabernet, nero d’avola, aglianico e pochi altri. Stupisce che non venga mai nominato il Pignolo e, nella stessa regione in cui nasce, ossia il Friuli Venezia Giulia, sono regolarmente gli altri, pur validi, rossi a godere di maggiore fama. Il vitigno, presente almeno dal Medioevo, cadde in disuso tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, perché i viticoltori preferivano allevare vitigni di maggiore produttività e più vigorosi.

Fu così nel secolo scorso rischiò l’estinzione. Solo alla fine degli anni settanta e negli anni ottanta, grazie all’intraprendenza di alcuni produttori, venne reimpiantato, ma solo nel 1995 entrò a far parte del disciplinare Colli Orientali del Friuli.

Il Pignolo è talvolta associato al Nebbiolo per i tannini importanti, anche se i due vini nascono da vitigni senza vincoli di parentela.

Nella Sottozona Cialla Friuli Colli Orientali, la cantina Ronchi di Cialla ha creduto sin dalla fondazione nei vitigni autoctoni. Il Colli Orientali del Friuli Pignolo Ronchi di Cialla, abbiamo degustato l’annata 2012, è prodotto con le omonime uve lascate lungamente macerare, per un periodo compreso tra 25 e 30 giorni. Il vino ottenuto è affinato in barrique per circa due anni, quindi segue l’imbottigliamento per almeno sei mesi. Al contrario di vini come il Merlot che anche bevuti giovani posseggono spiccata bevibilità, il Pignolo richiede un minimo di invecchiamento in quanto in gioventù è piuttosto ruvido, con una grazia tutta ancora da acquisire.

Con gli anni si ingentilisce, assume garbo, diventa suadente e caldo. Il Ronchi di Cialla 2012 è un vino maturo che può ancora evolversi in quanto non mostra segni di stanchezza.

Possiede colore rubino con sfumature violacee.

Al naso evidenzia sentori di piccoli frutti, ossia mirtillo, mora, ciliegia cui si unisce la prugna, quindi ricordi speziati con nitida nota vanigliata, nuance di liquirizia e balsamica che lo connota.

In bocca è secco, morbido, con tannini presenti, ma levigati dall’invecchiamento, nota fresca e lunga persistenza.

Temperatura di servizio: 16 °C

Abbinamenti: carne wagyu alla piastra

Nota emozionale: sogno di una notte autunnale

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