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Mario Aldo Rametta potrebbe essere paragonato ad uno dei quegli oggetti che come avvicini una fiammella di cerino, prende subito fuoco. Infatti, se gli chiedi cos’è Poggio della Dogana, prende subito fuoco quella che possiamo definire la sua “romagnetà”. Cioè, il grande attaccamento alla propria Regione di origine che, forse, non ti aspetti da uno (è bene non dimenticare il fratello Paolo che, però, non era presente alla degustazione), diciamolo al plurale, che nascono a New Orleans, crescono tra gli Stati Uniti e la Svizzera, dedicandosi all’attività imprenditoriale nel settore delle energie rinnovabili e, nello stesso tempo, consolidando un’importante esperienza nell’alta finanza.

Ma il richiamo della Romagna è tale che nel 2016 riescono a dare forma al sogno che avrebbe permesso di soddisfare la propria passione per la terra d’origine della famiglia e l’amore per il mondo agricolo. Nasce così Poggio della Dogana, tenuta vitivinicola nella Terra del Sole, sulle colline di Castrocaro Terme-Terra del Sole e Brisighella, con una produzione incentrata su vini ottenuti da uve autoctone e in particolare Albana, visto anche, secondo Aldo Rametta, il contesto climatico e la vocazione del terreno per il nostro vitigno del cuore. Poi, il rispetto per la natura, altro impegno dei fratelli Rametta, li ha portati ad avere, a partire dal 2023, un’azienda rigorosamente biologica che ha permesso di conquistare, con le varietà autoctone indissolubilmente legate al proprio territorio, anche diversi mercati internazionali.

Nei 20 ettari di vigna, pur con la passione per l’Albana, i Rametta producono anche 4 Sangiovese di grande personalità, nonché una piccola produzione di miele di tiglio e millefiori curata da un apicoltore locale, responsabile di una nutrita colonia di api che hanno trovato casa a Poggio della Dogana, lontano da pesticidi e concimazioni inorganiche. Le piccole ospiti vivono tra i filari e contribuiscono in modo fondamentale alla filiera vitivinicola occupandosi dell’impollinazione della vite, favorendo così la produzione di uva e il mantenimento qualitativo del raccolto.

La biodiversità, imprescindibile per operare una viticoltura sostenibile, è garantita anche dalla presenza di decine di ulivi tra i vigneti che, oltre ad arricchire il paesaggio, svolgono funzioni ambientali fondamentali, mitigando il clima e ospitando la microfauna funzionale alla coltivazione biologica.

Da rammentare, inoltre, che le etichette dei vini di Poggio della Dogana, le vesti grafiche riprendono i bozzetti e gli studi di Silvio Gordini, uno degli artisti più noti dell’Emilia-Romagna, trisavolo di Aldo e Paolo da parte di mamma. La scelta di utilizzare i suoi disegni è un chiaro tributo alla storia familiare e alla cultura locale, tanto cara ai titolari.

 

Belladama Romagna Docg Albana 2023

è la versione secca della varietà allevata a Brisighella, in località “Pideura”, da vigneti di 20 anni. La vinificazione in assenza di bucce segue la procedura tradizionale con la pressatura verticale lenta. La fermentazione avviene in tini di acciaio a temperatura controllata con lieviti indigeni. L’affinamento è di dieci mesi in cemento non vetrificato e di almeno quattro mesi in bottiglia. Il bellissimo giallo dorato carico introduce sentori di agrumi, fiori gialli ed erbe officinali come salvia e rosmarino. In bocca il quadro aromatico spazia tra la freschezza del pompelmo, l’evoluzione della frutta esotica e della nota erbacea, con il tratto sulfureo tipico dei terreni di Brisighella. In tavola è versatile, si sposa con il rombo al forno così come al baccalà fritto ripassato in casseruola, con il fagiano in porchetta o con la tagliata con porcini saltati in padella e tartufo bianco. Il nome è un omaggio a Rosanna, madre di Aldo e Paolo: Belladama era, infatti, l’esemplare della scuderia di cavalli da trotto del nonno materno che lei amava di più da bambina. L’etichetta rappresenta un fiore simile alla bocca di leone.

 

Dulcinea vendemmia tardiva di Albana 2020

è ottenuto da uve stramature sottoposte a pressatura soffice e successiva fermentazione in barriques, ciascuna dedicata a una singola raccolta. L’affinamento è di otto mesi in barriques sulle fecce fini e di minimo 12 mesi in bottiglia, per una produzione di sole mille bottiglie da mezzo litro. Il giallo dorato seduce la vista, la frutta gialla matura, le erbe officinali e la resina l’olfatto. La complessità si ritrova al palato, raffinato, caldo, avvolgente e fresco, perfetto insieme a un formaggio di fossa. Dulcinea, fu una cavallina da corsa tanto cara e fedele a nonno Gino. L’etichetta mostra un mazzo capovolto di frutta matura, richiamando nei profili e nei colori le sensazioni del vino stramaturo.

 

Farfarello Brix Romagna Albana Docg secco 2022

Albana vinificata in assenza di bucce con una pressatura soffice degli acini, seguita da una fermentazione in barrique di rovere da 225 litri, di cui il 50% di primo passaggio. L’affinamento prosegue per 9 mesi sulle fecce fini con periodici bâtonnage, e ulteriori 12 mesi in bottiglia. Il risultato è un vino caratterizzato da un corredo aromatico complesso con nota floreale di erbe aromatiche, che si distingue per eleganza e persistenza, definito da una spiccata mineralità e complessità aromatica, cui concorrono la composizione del terreno e il clima collinare.

 

 

Poggio della Dogana
Via Mengozzi 18 – tel. 347.2121150
Castrocaro Terme e Terre del Sole (FC)

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