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Roberto Rondelli: passione enologica a Dolceacqua

Abbiamo incontrato Roberto Rondelli, proprietario dell’omonima azienda agricola, piccola realtà, con una produzione destinata a una nicchia di wine lover, in un press lunch organizzato a Milano dall’agenzia di comunicazione PR Comunicare il Vino presso il ristorante illiberty Milano.

Per l’occasione ha presentato, guidandone la degustazione, il Dolceacqua Roja (foto 1) insieme con altre quattro etichette ottenute da uve rossese, vermentino e pigato attualmente in produzione; ha inoltre proposto due etichette annata 2015, un Vermentino e un Dolceacqua, che rappresentano il passato, pertanto con uno stile di vinificazione diverso da quello attuale (foto 2) .

Le premesse

C’è chi il vino lo fa per professione e chi, come Roberto Rondelliche lo vinifica per passione. Ed è una passione che lo ha portato nel 2000, aveva diciotto anni, a diventare vignaiolo. Nel vigneto che era stato del nonno, ormai abbandonato, con l’aiuto paterno mette a dimora barbatelle soprattutto di rossese per dare il via a un progetto, allora ancora in nuce, che con gli anni avrebbe preso forma e corpo.

Siamo nella zona DOC di Dolceacqua patria del Rossese, nell’estremo ponente ligure a ridosso del Comune di Ventimiglia, poco distante dal confine francese.

Qui allignano le vigne  Roberto Rondelli, più precisamente nel comune di Camporosso, nella Roja, valle esposta a Nord. Il corpo principale dell’azienda si sviluppa su 3,5 ettari, nella vigna Migliarina, una delle 33 Nomeranze (Menzioni Geografiche Aggiuntive) della DOC Dolceacqua. Un secondo ramo dell’azienda si colloca in località Montecurto, a un chilometro da Migliarina su un versante più caldo, esposto a Sud.

Ed è in questo comprensorio che nel 2009, dopo anni di ricerca e di viaggi, Roberto Rondelli produce il suo primo vino vinificandolo totalmente in acciaio, ma già l’anno successivo comincia a introdurre il legno per dar vita a vini più complessi e longevi.

L’amore per il vino, la vigna, implica anche il rispetto per la madre terra, e pertanto adotta i principi del biologico con attenzione anche alla biodinamica. E in cantina il conseguente rispetto per le uve comporta l’impiego misurato della solforosa e l’utilizzo dei lieviti indigeni. Inoltre dato che la potatura ad alberello, come spiega Roberto Rondelliè la prima strategia in considerazione del cambiamento climatico e dell’approvvigionamento idrico, nel 2016 ho meso a dimora una nuova linea di uve rossese ad alberello con ottimi risultati pur trattandosi di una vigna non irrigata”.

I vini proposti 

 

Vigna Ciotti Terrazze dell’Imperiese Bianco IGT 2023 (foto 3)
È prodotto con uve pigato della Vigna Ciotti nella parte più fresca di Migliarina, dove i filari dimorano ad altitudini più elevate e sono maggiorente ombreggiati. Il suolo è di argille dette marne azzurre, terre bianche che tendono all’azzurro quando sono umide, frammiste a ciottoli di altra matrice geologica. La vinificazione è in bianco con fermentazione in vasche di acciaio; il vino matura in acciaio sui lieviti fini per 5-6 mesi, per poi proseguire l’affinamento in bottiglia. Nel calice si presenta delicatamente fruttato, e ha come caratteristica principale la verticalità, un sorso croccante.

Birbante Terrazze dell’Imperiese Bianco IGT 2023 (foto 4)
Nasce da uve vermentino. La parcella si trova nell’area più calda della valle, molto ben esposta. Il suolo è di marna azzurra. Dopo la raccolta 1/3 delle uve è vinificato con macerazione del mosto sulle bucce, mentre le restanti uve sono vinificate in bianco. Le due partite sono successivamente assemblate ed elevate in tonneau per almeno sei mesi a contatto con i lieviti fini. Come il Pigato comunica freschezza, ma anche grassezza. Il suolo inoltre trasmette note saline evidenti anche nel finale del sorso e nella persistenza.

Arenaria Dolceacqua DOC 2023 (foto 5)
Le uve rossese delle vigne coltivate principalmente sul suolo chiamato Flysch di Ventimiglia, sono vinificate in vasche di acciaio con il 30% dell’uva intera. La fermentazione si svolge in 5- 10 giorni, dipendentemente dalla temperatura. Dopo la torchiatura, il vino matura in acciaio per circa sei mesi sino all’imbottigliamento. Ha tutta la vivace freschezza di un rosso giovane, con sentori di fragola, e con una piacevole aromaticità dettata dalla gioventù.

Marna Blu Dolceacqua DOC 2022 (foto 6)
Le uve rossese provengono tutte da Migliarina e radicano in suolo di marna blu. La fermentazione spontanea ha luogo in vasche di acciaio e ha una durata di circa 15 giorni con pochi rimontaggi per contenere l’estrazione dei composti delle bucce. Se in botte vi è una quota eccedente di materiale solido tende alla riduzione pertanto dopo essere svinato viene lasciato brevemente decantare prima di essere travasato in tonneau dove è elevato per circa 10 mesi. È un vino complesso, di piacevole beva, succoso con sottile trama tannica

Roja Dolceacqua Superiore DOC 2022 (foto 1)
È figlio del Dolceacqua 2015. “Nel 2021 e nel 2022” Spiega Roberto Rondelli “abbiamo cambiato stile di vinificazione tenendo conto che erano cambiati i tempi e con essi il nostro approccio con il vino e soprattutto l’approccio con il consumatore. Abbiamo cambiato stile di vinificazione anche per poter fronteggiare il cambiamento climatico e per ottenere un vino che fosse attuale, caratteristico e capace di durare negli anni”.

Per produrlo è stata effettuata una selezione delle piante più in salute, più in equilibrio e con poca uva e vinificate in maniera tradizionale, limitando l’estrazione dei composti delle bucce, pertanto in piccole vasche di acciaio da 4-5 ettolitri senza rimontaggi, ma solo con follature manuali, non utilizzando pompe, ma secchi, per evitare che l’uva si sgretoli sfarinandosi producendo un odore non voluto. Il vino ottenuto è elevato 10-12 mesi in barrique di più passaggi e affina in bottiglia per diversi mesi. Ha profondità e pienezza, note fresche e saline ed esprime al meglio le caratteristiche del Rossese con grande equilibrio e balsamicità.

Dal 2015 non sono passati ancora dieci anni, ma nel frattempo la vinificazione ha trovato, dopo vari tentativi, un nuovo stile.

Vermentino Riviera Ligure di Ponente DOC 2015
È prodotto seguendo il classico protocollo di vinificazione del vino bianco, senza macerazioni, e con fermentazione e maturazione in vasche di acciaio. “Nel 2015” precisa Roberto Rondellipensavamo tutti al vino in modo differente. Negli ultimi anni sono cambiati tanti fattori, anche tante aspettative e io credo di aver trovato la mia quadra stilistica nei bianchi 2-3 anni fa. Fino ad allora erano tentativi di migliorarsi sempre di più, a volte dovendo tornare indietro. In ogni caso la 2015 è stata un’annata capolavoro, climaticamente perfetta”. Nel calice il vino è opulento, con toni salini e finale pulito e si colgono distinte note di idrocarburo.

Migliarina Dolceacqua DOC 2015
Come in Roja si è cercato di unire alla complessità una pronunciata bevibilità, nel Migliarina 2015 si è voluto dare maggiore concentrazione; basti dire che è stato elevato due anni in barrique, un anno in acciaio, quindi altri due anni in bottiglia. E’ un vino di struttura con un impatto olfattivo fruttato con ricordi di more, che cede il passo a note speziate ben espresse. In bocca è pieno, corposo, intenso.

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