Skip to main content

Negli spazi dell’Enoluogo a Milano si è tenuta una degustazione chiamata “Le V del Vino”, proposta per darci modo di approfondire le caratteristiche organolettiche di grandi vitigni bianchi italiani: Verdicchio, Vermentino, Vernaccia e Viognier. Così abbiamo potuto riassaggiare dal Verdicchio interpretato da Vito Cardinali, nuova realtà di Morro d’Alba nelle Marche, al Viognier di Michele Satta, proseguire con la Vernaccia di San Gimignano, proposta da Il Colombaio di Santa Chiara, per poi passare al Vermentino della Gallura nelle diverse versioni di Tenute Gregu. Di Il Colombaio e di Tenute Gregu, vi proponiamo una sola espressione. Il tutto preceduto da introduzioni, il più possibile concise, di ogni cantina.

 

Vito Cardinali

Vito Cardinali

Dopo essere nato a Morro d’Alba il suo carisma e la sua visione imprenditoriale lo hanno portato a vivere la maggior parte della sua vita lontano dal luogo di origine. Dopo avere acquistato i primi ettari nel 1972, avvia l’attività agricola nel 1977.

All’inizio si trattava di pochi terreni che dovevano servire come pausa di stacco dalla realtà industriale di Milano, per tornare nei luoghi dell’infanzia e della gioventù del fondatore. Poi la passione per quelle zone, la volontà di preservarne le antiche colture, hanno spinto Vito Cardinali a investire ancora più risorse ed energie arrivando a produrre vino, a farlo con uve autoctone della sua terra. Per meglio comprendere il suolo l’enologo Enrico Simonini, attraverso una collaborazione con l’Istituto ISVEA ha realizzato un’analisi di microzonazione per capire quali potessero essere le azioni migliori da realizzare in campo, con l’obiettivo di lavorare al meglio nei vigneti. La prima vinificazione avviene proprio con la vendemmia 2023, dove nasce sia la versione che vi proponiamo di seguito, così come un Vito Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico DOCG che deve ancora uscire.

Vito Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2023

Ottenuto da uve Verdicchio in purezza, coltivate in biologico, provenienti dai vigneti della zona di Sant’Amico, a un’altitudine media di 200 metri. Dopo la vinificazione il vino sosta in acciaio sulle fecce fini per circa 6 mesi. Viene poi filtrato e imbottigliato a marzo, ma la sua piena espressione avviene dopo l’estate. Dopo un colore giallo dorato con sfumature verdoline, ha al naso note di frutta a polpa gialla, lievi note agrumate, poi floreali di biancospino. Al palato ha struttura ed eleganza al tempo stesso, è fresco, poi è sapido, persistente con nel retrogusto una lieve nota ammandorlata.

 

Michele Satta

Giacomo Satta

L’azienda è nata nel 1983, a Castagneto Carducci, nel cuore della Doc Bolgheri, di cui Michele è uno dei fondatori. Tra il 1983 ed il 1987 questa passione si focalizza su un unico prodotto, il vino, perché “il vino è l’uva che si trasforma, che diventa un’altra cosa, straordinariamente più suggestiva e più buona e diversa nel tempo, che ti inebria un po’ e ti apre uno spazio del cuore”. Tutto il lavoro, di cura, di ricerca, di osservazione e di sperimentazione, compiuto negli anni da Michele e più recentemente dal figlio Giacomo, ha avuto lo scopo di rendere, quanto più fedelmente possibile, l’anima di Bolgheri che è assieme complessità e freschezza, equilibrio e forza controllata. Giacomo dichiara a proposito del vino che vi proponiamo di seguito “Quest’etichetta è nata da un’improvvisa intuizione. Infatti è stato assaggiando l’uva di Viognier in vendemmia, trovandone straordinaria la ricchezza aromatica, che ho deciso di vinificarlo in purezza”.

Giovin Re Toscana Igt 2023

Ottenuto da solo questo vitigno, le cui uve vengono vendemmiate in due distinti momenti, il primo leggermente precoce, finalizzato a raccogliere quando c’è una maggiore dotazione in acidi organici, mentre il secondo a piena maturazione. In cantina i grappoli vengono pressati interi, il mosto è lasciato decantare a freddo per 3 giorni prima della fermentazione alcolica che si svolge tra barrique, vasche di cemento e anfore di terracotta, da uve in parte di uve mature e in parte da vendemmia anticipata. La massa resta a maturare sulle fecce fini nelle stesse tipologie di contenitori per qualche mese prima dell’assemblaggio e dell’ulteriore riposo di 2 mesi in acciaio che precede l’imbottigliamento. Dopo un giallo paglierino intenso, il naso propone profumi di pesca, agrumi tra cui il mandarino, floreali di rosa e caprifoglio, poi da leggeri tocchi speziati. Al palato ha struttura, un’ottima freschezza, poi è sapido, elegante nonostante la giovinezza, persistente con un finale piacevolmente amaricante.

 

Il Colombaio di Santa Chiara

Giampiero, Stefano e Alessio Logi

La storia di questa azienda nasce all’inizio del 2000, quando i fratelli Giampiero, Stefano e Alessio Logi hanno deciso di dare vita al progetto Colombaio di Santa Chiara. La famiglia aveva acquistato da qualche anno la Pieve di San Donato a San Gimignano, una chiesa romanica del XII secolo, la sua canonica, un altro fabbricato e i terreni adiacenti agli immobili. Proprio lì è stata allestita la piccola cantina che ha dato modo all’azienda di muovere i primi passi. Il primo anno sono state prodotte circa 5000 bottiglie. Dopo qualche anno di prove e sperimentazioni, il Colombaio ha trovato nel tempo la sua dimensione. La vendemmia 2011 è stata quella della svolta. Si è passati nel tempo da macerazioni abbastanza spinte a macerazioni più moderate, così i vini sono diventati più equilibrati, verticali nei profumi e nell’assaggio. Ora il Colombaio è certificato Bio.

 

Campo della Pieve Vernaccia di San Gimignano Docg 2023

Viene prodotto da 100% Vernaccia di San Gimignano, vigneti certificati Bio, tra i 360 e 400 metri d’altitudine, su suoli di medio impasto profondi e calcarei.  Dopo una vendemmia manuale, in cantina avviene una pressatura soffice delle uve intere, poi una fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata, per poi affinare sulle fecce nobili per 18/20 mesi in cemento, con bâtonnage. Dopo un colore giallo paglierino, ha un naso complesso e aromatico, con note agrumate, fruttate, sono seguite da note floreali e poi di erbe aromatiche. Al palato è avvolgente, sapido, fresco, equilibrato, di buona lunghezza con un finale leggermente ammandorlato

 

Tenute Gregu

Papà Antioco e i figli Federico (a sinistra) e Raffaele Gregu

Siamo nella Costa Dorata della Sardegna e la famiglia Gregu coltiva questa terra da generazioni. Di padre in figlio si tramandano le conoscenze di allevamento del bestiame, del porceddu, dell’agnello e di prelibatissimi pecorini. Si trovano in Gallura, area che si trova nella parte Nord orientale della Sardegna e si estende quasi interamente nella provincia di Olbia – Tempio, con un’appendice territoriale in provincia di Sassari, con un terroir unico, una sinergia tra influenze marine che si insinuano in una fitta e caratteristica macchia mediterranea. Nel 2011 Antioco Gregu decide di intraprendere con i figli Raffaele e Federico, ultima generazione della famiglia, una nuova avventura, acquistando 50 ettari nelle campagne di Calangianus, su un terreno da disfacimento granitico a 500 metri sul livello del mare. Un contesto unico e incontaminato ai piedi del Monte Limbara, sede del Parco Regionale che porta il nome del monte, tra olivastri e sugherete secolari immerso in profumi di una vegetazione potente e selvaggia. Nel 2014 si imbottiglia la prima annata, Antioco e i due figli si dividono nella gestione dei trenta ettari di vigneto; il padre si occupa della parte vitivinicola, aiutato dal figlio minore Federico, mentre il maggiore, Raffaele, si occupa della gestione in cantina. Le varietà coltivate sono per la maggior parte autoctone: dal Vermentino, di cui recensiamo un’etichetta, al Cannonau, dal Muristellu (noto come Bovale Sardo) ai vitigni internazionali Syrah e Merlot.

 

Selenu Vermentino di Gallura Docg Superiore 2023

Da solo Vermentino coltivato su suoli di disfacimento granitico, viene raccolto con una vendemmia manuale. In cantina prima i grappoli vengono diraspati e poi pressati, con il mosto che fermenta con lieviti selezionati in acciaio. Poi rimane a contatto con le fecce fini per 4 mesi. Dopo un colore giallo paglierino, ha un naso giocato su fiori bianchi, seguito da frutta tra cui la pesca, da agrumi, poi da leggere erbe aromatiche. Al palato ha struttura, eleganza, freschezza, sapidità, è equilibrato, ha un finale persistente.

 

 

Photo @ Vito Cardinali, Michele Satta, Il Colombaio di Santa Chiara, Tenute Gregu. Foto di apertura uva della Colombaio Santa Chiara

Di questo Autore