A due passi dal Duomo, nella meravigliosa cornice del ristorane Frades a Milano, i due giovani fratelli di Orani ci conducono in una bottega d’eccellenza enogastronomica sarda gourmet giocando tra tradizione e innovazione. Frades (fratelli) è il simbolo dell’appartenenza alla terra sarda e Gregu non poteva scegliere migliore location per presentare la sua nuova linea Monogram.
La loro linea più prestigiosa dal design ricercato e di prestigio, composta da tre vini alla loro prima annata di produzione, due di monovitigno (Vermentino di Gallura e Carignano) di una specifica parcella di produzione e un blend (grehos). Sono prodotte in un numero molto limitato di bottiglie circa 2600, e come tutti i grandi vini hanno un prezzo significativo, non per tutte le tasche, ma che giustifica l’enorme lavoro di qualità e passione che è la matrice della loro realizzazione. Basti pensare ai 7 anni di sperimentazione prime di uscire in commercio con Monogram.
Siamo nel cuore incontaminato della Gallura a pochi km da Olbia, ai piedi del Monte Limbara, in località Giuncheddu a Calangianus (SS), a 500 mt slm, tra le rocce di granito rosa, la brezza marina costante, 30 ettari di vigneto abbracciati da boschi di querce, sughere e olivastri, con tre laghetti e un ruscello che creano un microclima unico e incontaminato, con una sua biodiversità di erbe aromatiche come la lavanda selvatica che sorgono spontaneamente tra i filari. Da Gregu c’è un vero e proprio patto con la natura dove pratiche sostenibili generano un sodalizio indissolubile tra uomo e natura.
La storia della famiglia risale agli anni ‘20 del Novecento in Barbagia (NU) dove già gli avi coltivavano vite e producevano vino per il consumo familiare e per conferire uve. Le generazioni seguenti si trasferiscono in Gallura portando con sé tutta l’esperienza e la passione degli ascendenti arricchita di innovazione grazie al nuovo enologo Calogero Portannese. I vigneti sono stati acquisiti dalla nota cantina di Piero Mancini con vigneti che hanno dai 10 ai 16 anni d’età per una produzione di circa 70.000 bottiglie l’anno e con la prima annata del 2014.
I vigneti del Vermentino di Gallura, unica DOCG sarda, sulla quale l’azienda ha puntato in qualità, rappresentano la punta di diamante in particolare con Pitraia Vermentino di Gallura DOCG Superiore 2021 con il 100% di uve botritizzate premiato alla sua prima uscita 2021 Tre Bicchieri del Gambero Rosso 2025. La raccolta delle uve avviene in fase tardiva rigorosamente a mano, da uve botritizzate (dove la botrytis si è naturalmente generata sull’uva per le particolari condizioni climatiche, evento che non avviene tutti gli anni) in una particolarissima e piccola parcella del vigneto, caratterizzata dal granito rosa, con una produzione di soli 30 quintali per ettaro.
Qui dopo un affinamento a contatto coi lieviti di almeno 18 mesi, il Pitraia viene coccolato settimanalmente con il bâtonnage (mescolamento delle fecce depositate sul fondo riportandole in sospensione). Questo consente una straordinaria freschezza, una complessità aromatica, una stabilità, morbidezza, pienezza e longevità del vino.
L’attacco è ampio al naso con note agrumate di cedro e bergamotto e di erbe aromatiche tipiche come la lavanda selvatica, il finocchietto, timo e maggiorana e officinali come la camomilla, l’elicriso, il cisto che insieme, conferiscono grande freschezza. La nota speziata di zafferano dominante ma ben integrata accompagna tutta la beva. Pitraia è anche un tripudio alla sapidità, al salmastro del mare, allo iodio benefico che annusi affacciato alla scogliera sarda della Gallura. Un grande vino nella sua complessità, eleganza, purezza e persistenza.
Da Frades l’ho degustato con un antipasto di scampi alla piastra, battuto di erbette amare, foie gras e lampone ghiacciato e mi ha regalato emozioni gusto-olfattive uniche dove il calice ha esaltato la massima espressione del piatto nelle sue note sapide, amare, grasse e fruttate. Connubio perfetto. Come le aquile e i mufloni che raggiungono le vette del Limbara, anche Pitraia ha sfidato il dessert fondendosi anche con una mousse di cioccolato al coriandolo, mango e passion fruit. Volo pindarico. Dove precipita come Icaro, ma cade comunque in piedi; garantendo una degustazione originale, unica e fuori dagli schemi grazie al suo carattere e personalità indiscutibili.
Un calice di Pitraia lo si può degustare anche da solo, per meditare, con grande soddisfazione di beva, sugli scenari incontaminati della natura gallurese, sulla passione dei sardi per la loro terra, e sul mare che ci può cullare in ogni stagione. L’unicità di questo grande vino sta anche nel fatto che non viene prodotto ogni anno per via della botrytis che non sempre ha le condizioni naturali per generarsi: nel 2022 e nel 2023 non è stato prodotto. Uscirà poi con etichetta 2024.
Anche Cala Granis IGT Isola dei Nuraghi 2022 Carignano fa parte della nuova linea Monogram, il nome esplicita proprio Calangianus tradotto in Cala di granito. Il Comune infatti sorge su terreni di disfacimento granitico, con una escursione termica significativa tra giorno e notte che conferisce un microclima unico e speciale per un vitigno che non è tipico della Gallura ma più del Sud della Sardegna, del Sulcis e del Campidano. Il Carignano sorge qui in aree a disfacimento granitico motivo per cui assume connotazioni completamente diverse dal Carignano del Sulcis del Sud della Sardegna.
Fermentazione e affinamento in vasche d’acciaio per 18 mesi di sosta. Al naso domina la marasca, la mora di rovo, e la macchia mediterranea terrosa. Persistente, elegante e con chiusura piacevolmente amaricante. Perfettamente abbinato con una fregula artigianale spicy in zuppetta di pesci di scoglio e conchigliacei dove la speziatura leggermente piccante viene perfettamente integrata alla beva che già con la sue note di freschezza, sapidità e la suoi leggera piccantezza si fondono divinamente.
Si procede con Grehos Colli del Limbara IGT 2019 (dal latino riunire) un blend di vitigni autoctoni di Cannonau, Muristellu (bovale selvatico) e Carignano si integrano con Merlot e Syrah dove fermentano in vasche d’acciao e poi affinano in barriques di rovere francese per 30 mesi. Sembra di addentare una ciliegia croccante dentro ad un Eden di foresta mediterranea con tutti i suoi profumi vegetali e di torba. Tannino elegante e persistenza gusto-olfattiva. Simbolo di armonia ed eleganza e carattere. Emblema della filosofia aziendale.L’abbinamento con il maialetto da latte arrosto, mela cotogna e senape grezza è trascendentale nell’innalzare cibo e vino alla massima espressione l’uno con l’altro.
Parole d’ordine: qualità, emozione, radici identitarie, passione, pazienza e genius loci. Qui una visita in cantina è d’obbligo.
Delle Tenute Gregu abbiamo scritto anche qui.