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Al Cinemino. Uscita: l’8 Marzo in occasione della giornata della donna.

Rosario (nome che in spagnolo è femminile) Castellanos non sembra una donna del suo tempo. Da studentessa universitaria introversa diventa presto una delle principali protagoniste della letteratura messicana che, con la sua scrittura, combatte una società molto maschilista. Tuttavia la sua tumultuosa storia d’amore con Ricardo Guerra mostra un lato fragile e contraddittorio della sua personalità. Sarà all’apice della sua carriera e nel momento migliore della sua relazione che Rosario darà il via a un dibattito che segnerà una svolta decisiva nella sua vita.

Note di regia

Tutti noi siamo ipovedenti. Che sia diagnosticato o meno, praticamente nessuno di noi è in grado di vedere ciò che è più vicino a noi: noi stessi. La parte più ampia della nostra superficie è nascosta dietro punti ciechi; ciò che riusciamo a vedere è distorto dalla prospettiva e – a meno che non viviamo in una casa di specchi – ci sono aspetti e proiezioni di noi stessi che sono solo privilegio degli altri. Rosario Castellanos scriveva instancabilmente su se stessa: come se cercasse di cogliere, in una fitta rete di parole, ciò che alla fine è così paradossalmente sfuggente – il sé. Lo ha fatto attraverso i suoi racconti, poesie, opere teatrali e saggi. Lo fece con generosità e saggezza, consapevole che non si trattava solo di lei, ma anche di tutti gli altri. Nonostante avesse radunato nel corso della sua vita un vasto vocabolario del dolore – alla fine era incapace di individuare la posizione esatta della sua ferita.

Eterno femminile è un film che cerca di scovare nei silenzi della sua protagonista l’origine di quella ferita. In ciò che Rosario non ha detto, in ciò che gli esperti non hanno indovinato, e in ciò che i testimoni hanno scelto di nascondere: così come ogni tentativo di avvicinarsi alla verità di qualcun altro, è una parte della speculazione, una parte di proiezione e, in larga misura, la ricostruzione della proiezione del sé sull’altro. Rosario Castellanos è un simbolo altamente riconosciuto della letteratura messicana; oltre alla sua eredità letteraria, è ricordata come una delle figure più importanti del femminismo latinoamericano.

I personaggi

Rosario Castellanos Studentessa introversa che non sembra appartenere al suo tempo, la sua insofferenza nei confronti di una società dominata e gestita dagli uomini la porterà a diventare una figura chiave della letteratura messicana e del movimento femminista latinoamericano. La tumultuosa storia d’amore con Ricardo Guerra ne rivela il lato nascosto di donna fragile e piena di dubbi. All’apice della carriera e nel momento migliore della sua relazione, Rosario dà il via a un dibattito che segnerà una svolta decisiva nella sua vita.

Ricardo Guerra Ideologo marxista si innamora di Rosario già ai tempi dell’università. La coppia si incontra di nuovo dopo molto tempo ma i sentimenti di entrambi non sono cambiati: la loro storia d’amore riprende dal punto in cui era stata interrotta. Con l’avanzare del tempo il loro rapporto inizia a presentare delle crepe: emerge in Rosario una grande fragilità e in Guerra l’insofferenza per gli atteggiamenti della moglie, lontani dagli schemi classici imposti dalla società. Ricardo impersona proprio quella società maschilista che le impedisce di poter conciliare i suoi ruoli di professoressa universitaria, scrittrice, moglie e madre non permettendole di divenire donna pronta alla sua indipendenza. Ricardo si allontanerà insieme al figlio sentendosi accantonato a causa della scrittura e delle battaglie ideologiche della moglie.

Gli interpreti

Karina Gidi

Karina Gidi è un’attrice, conosciuta per Demasiado amor (2001), Abel (2010) e Eterno Femminile (2016). Ha lavorato con alcuni dei più famosi registi teatrali messicani come Ludwik Margules e Mauricio García Lozano.

Daniel Giménez-Cacho

Daniel Giménez-Cacho è nato il 15 maggio 1961 a Madrid, in Spagna. È attore e regista messicano, vincitore del premio Ariel, che ha recitato in diversi film messicani come “Solo con tu pareja” (1991), “Cronos” (1993), “Midaq Alley” (1995) e “Arráncame la Vida ‘(2008), tra gli altri. È noto anche per ‘Y tu mamá también’ (2001), ‘La mala educación’ (2004), ‘Blancanieves’ (2012) e Eterno Femminile (2016).

Regia

Natalia Beristain (Città del Messico, 1981) si è laureata con lode nel 2008 al Centro de Capacitación Cinematográfica, in regia. Il suo cortometraggio Péces Plátano (Banana Fish) è stato premiato come miglior cortometraggio messicano nel 5 ° Festival Internazionale del Cinema di Morelia e nel 2008 è stato presentato al Festival di Cannes come parte della Selezione Ufficiale della Settimana della Critica. Ha diretto quattro cortometraggi; il suo primo lungometraggio No quiero dormir sola è stato presentato in anteprima alla Settimana Internazionale della Critica del Festival del Cinema di Venezia nel 2012 e nello stesso anno ha vinto il premio per Miglior lungometraggio al Morelia International Film Festival e il Premio Yellow Robin al Curaçao-Rotterdam International Film Festival. No quiero dormir sola è stato mostrato in più di 30 festival internazionali. Nel 2014 No quiero dormir sola è stato nominato per 5 premi, tra cui miglior film e il premio come miglior attrice per Adriana Roel, dall’Accademia messicana di cinema e scienze. È stata la direttrice del casting di diverse opere teatrali, serie TV e film, tra cui El Violín (Francisco Vargas), Abel (Diego Luna), La Jaula de Oro (Diego Quemada-Diez) e 600 miglia (Gabriel Ripstein).

Una produzione Woo Films – Zamora Films – Chamaca Films Distribuzione AHORA ! FILM www.ahorafilm.com – ahoraent@gmail.com – tel. +39 045 580336

DURATA: 85′

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