Poke House, catena ristorativa specializzata nei poke, ciotole di riso completate con crudità tagliate a cubetti, ha dato il via alla linea Green Bowl.
Come si evince dal nome, ne rappresenta il côté verde ed è la realizzazione di un progetto che ha richiesto mesi di analisi e di ricerche. Grazie anche al sistema di Loyalty di Poke House, molto seguito dal marketing, e che conta più di 300 mila iscritti, una vera community, la catena ha potuto raccogliere numerosi dati che ha incrociato con quelli rilevati dalla realtà esterna. Ciò che emerge è la domanda sempre più puntuale, da parte della clientela, di ingredienti sani. A ciò si è aggiunga la richiesta di cibi caldi, cucinati e l’aumento del 100% dei poke vegani. Basandosi su questi dati Poke House ha dato il via alla nuova linea che Vittoria Zanetti (foto 1) Founder di Poke House, ha presentato alla stampa nella location di via Turati (foto 2 e 3).
Nel corso dell’evento ha spiegato che la richiesta di cibo sano rappresenta un grande trend che “per noi vuol dire mangiare sano, ma con gusto, con colore, divertendosi, qualcosa da mangiare tutti i giorni e che non annoia, qualcosa di sempre piacevole”.
Vittoria Zanetti sottolinea che il cliente è sempre più attento all’origine del prodotto, alla sostenibilità, alla lunghezza della filiera. Pertanto “abbiamo analizzato le nuove richieste in parte già soddisfatte dalle Poke House, e abbiamo ampliato l’offerta”.
Avere il polso della situazione, comprendere ciò che piace o che non piace, sommato ai trend espressi dal mercato ha permesso a Poke House di capire come sviluppare e rinnovare la propria offerta. “Ogni anno proponiamo qualcosa di nuovo anche perché il cliente lo richiede ed è sempre più esigente. Pertanto, grazie anche al sistema di loyalty abbiamo captato varie esigenze e abbiamo introdotto i prodotti che ci hanno richiesto”.
Nasce così Green Bowl con una visione sostenibile al 100%, green perché è a base verde, perché ha molte più porzioni di verdure rispetto ai poke e la bowl non è a base di riso come nei poke, ma di insalata e per questa è stato allestito un apposito frigo. Inoltre sono stati introdotti ingredienti cucinati come il salmone cotto alla griglia, anziché crudo, così come le verdure. Ma per fare ciò “abbiamo dovuto cambiare la conformazione del bancone perché alcuni dei nostri ingredienti essendo cotti, vanno mantenuti caldi, mentre con il crudo si utilizza il freddo”.
Il materiale della stessa bowl è cambiato in quanto è di polpa di cellulosa per cui green, così come la ciotolina porta salsa che viene inserita nella bowl, perché Green Bowl è green anche nel packaging. Anche per Poke House la tendenza è green, prova ne è l’eliminazione progressiva della plastica, sostituita dalla carta.
Grande è l’attenzione nei confronti dei fornitori. Per quanto riguarda i prodotti extra UE Vittoria Zanetti chiarisce: “li utilizziamo, ma con i nostri piatti cerchiamo di disincentivarne l’impiego limitandoli, ossia offrendone in quantità minore come per esempio l’avocado ed è l’inizio di un percorso in cui cerchiamo di educare il cliente e in ogni caso siamo attenti alle produzioni nazionali di prodotti di origine extraeuropea”.
Le proposte Green Bowl sono molteplici (foto 4) anche vegan, ma ovviamente ciascuno può comporre la propria bowl abbinando gli ingredienti come meglio crede.
Abbiamo provato la Meat Bowl (fito 5 e 6) che è composta da misticanza condita con vinaigrette, sorgo (una piacevole sorpresa), scaglie di Grana Padano, zucchine al prezzemolo, pomodorini confit, polpettine di carne e salsa Caesar nella ciotolina. E’ indubbiamente un pasto completo, un vero piatto unico considerata la presenza di carboidrati (sorgo) e di proteine (polpette e Grana), con l’aggiunta dell’apporto vitaminico garantito dalla ricchezza di verdure. La bowl è indubbiamente gustosa, piacevole, e la presenza dei numerosi ingredienti mantiene viva e stimola la percezione gustativa grazie anche alla salsa. La green bowl soddisfa la fame, sazia ma, aspetto non secondario, senza appesantire.
Poke House è una realtà non solo nazionale, ma anche internazionale, che conta circa 75 locali, per cui si presterebbe al franchising. Ma Vittoria Zanetti in merito è stata categorica nell’escluderlo perché basterebbe un solo ristorante che non rispettasse scrupolosamente gli elevati standard qualitativi che la catena si è posta, per gettare discredito su tutta l’organizzazione. Ciò per dire quanto sia importante la qualità per Poke House.