Paolo Cantele (foto 1), Brand Manager e comproprietario dell’Azienda Vinicola pugliese Cantele di Guagnano, in provincia di Lecce, ha presentato una collezione delle sue etichette più rappresentative in occasione di un evento che si è tenuto a Milano presso l’Armani Hotel di Milano.
Prima di entrare nel merito dei vini vorremmo presentare l’Azienda. Cantele, come ci ha spiegato Paolo, è cognome veneto, più precisamente padovano anche se Giovanni Battista Cantele, il nonno, era veneziano. Giovanni Battista, mediatore di vini sfusi, viaggiando per lavoro nelle regioni del nord, si intrattiene a Imola dove conosce e sposa Teresa Manara. Da Imola si sposta spesso in Puglia, nel Salento, terra di vini generosi, ricchi di corpo e quindi di alcolicità, richiesti in Toscana, nel Veneto, in Piemonte, ma anche in Francia, per rafforzare alcuni vini locali.
In un viaggio in Puglia lo accompagna Teresa che, affascinata dal Salento, convince il marito a trasferirsi in quella terra magica.
E così nel 1950 i coniugi Cantele con i loro due bambini, Augusto e Domenico, lasciano Imola per raggiungere il profondo Sud dando vita a una migrazione controcorrente. E si innamorano del Salento.
Passano gli anni e Augusto, intenzionato a far parte del mondo del vino, si iscrive alla Scuola Enologica di Conegliano Veneto dove completa gli studi e diventa enologo. E da enologo collabora con diverse cantine di Conegliano, dove acquisisce un importante know how soprattutto per la produzione di vini bianchi.
Nel 1979 torna in Puglia e insieme al fratello e al padre fonda l’Azienda Vinicola Cantele. Un suo obiettivo è di lavorare in chiave contemporanea i vini bianchi, e conseguentemente vinifica uno chardonnay, vitigno internazionale, utilizzando le barrique. Ma anche ai rossi lascia la propria impronta stilistica.
La nuova generazione, ossia quella di Paolo, pur rivendicando pienamente la propria appartenenza al Sud e la volontà di utilizzare vitigni autoctoni, ha adottato lo stesso stile così da produrre vini eleganti definiti dall’equilibrio di zuccheri residui, acidità, tannino, alcol.
Cantele, che si trova tra Brindisi e Lecce, in un’area vocata alla produzione del negroamaro, dedica a quest’uva il 50% del vigneto. Si tratta di un vitigno che può dar vita a grandi vini, così come a vini rossi di pronta beva oltre che a splendidi rosati. Gli altri vitigni a bacca nera allevati sono primitivo e sussumaniello; quest’ultimo riscoperto negli ultimi anni, ha caratteristiche particolari e dopo tante sperimentazioni l’Azienda ha saputo interpretarlo al meglio con la produzione di un vino ottenuto unicamente con queste uve.
Per quanto riguarda le uve a bacca bianca, quelle allevate dall’Azienda sono verdeca, malvasia bianca e, in modo preponderante, chardonnay. Quasi tutti i bianchi sono vinificati con criomacerazione di 24-48 ore, quindi fermentazione in acciaio.
Il 90 % dei vigneti è a conduzione bio. Ma in alcune annate particolarmente piovose e umide per combattere la peronospora in qualche vigneto si utilizzino prodotti di sintesi.
I vini presentati
Teresamanara igt Salento Chardonnay 2020 (foto 2)
Le uve sono pressate sofficemente, quindi il mosto comincia la fermentazione in vasche di acciaio; dopo 5-6 giorni, quando il 50% degli zuccheri si è trasformato in alcol, viene spostato in barrique dove completa la fermentazione alcolica. Il vino è elevato sur lie in barrique di primo e secondo passaggio per circa 10 mesi.
Note gustative
Nel calice riflette colore paglierino con sfumature verdi.
Profumo di spezie, in particolare di vaniglia, ricordi di fiori bianchi, di mela golden riflessi agrumati, pasta di nocciole.
Sapore complesso: si avverte la presenza del legno, che fa da sfondo senza interferire; in bocca è pieno, profondo, con buona spalla acida e finale lungo.
Abbinamenti
Tartatre di tonno, pasta alle sarde, paillard di vitello.
Rohesia Rosé Pas Dosé Metodo Classico 2015 (foto 3)
Le uve negroamaro sono pressate intere con resa del mosto del 50%. Il solo mosto fermenta in acciaio poi il vino affina sur lie per 60 giorni. Ha quindi luogo l’imbottigliamento; la rifermentazione in bottiglia si protrae per 60 mesi e alla sboccatura le bottiglia sono colmate senza aggiunta di liqueur.
Note gustative
Piacevole colore rosa chiaro percorso da bollicine minute e continue.
Al naso si riconoscono sentori floreali e di piccoli frutti oltre a ricordi di pane appena sfornato e tenui nuance di erbe aromatiche.
In bocca è cremoso, verticale con freschezza che dà tensione al sorso ed eleganza al vino. Lunga persistenza.
Abbinamenti
Frittura di paranza, cappesante gratinate, salumi.
Amativo Igt Salento 2018 (foto 4 video 5)
Vino rappresentativo del territorio salentino in quanto unisce le uve primitivo e negroamaro.
Dopo la raccolta ha luogo la diraspatura e la pigiatura dei grappoli, quindi il mosto macera sulle bucce per 12-15 giorni in vasche di acciaio. Il vino ottenuto svolge la fermentazione malolattica ed è elevato in barrique per 12 mesi.
Note gustative
Possiede colore rubino intenso, profondo.
Profumi di piccoli frutti: ribes, mirtillo, ma anche ciliegia, oltre a marcate note floreali di rosa e di viola e ricordi boisé.
In bocca è caldo, avvolgente, e riscontriamo una completa corrispondenza tra percezioni olfattive e gustative. E’ un vino morbido, rotondo, vellutato con ricordi di spezie, di pepe nero appena macinato.
Abbinamenti
Cacciagione in casseruola, formaggi lungamente stagionati.
Fanòi Igt Salento Negroamaro 2017 (foto 6)
Dopo la raccolta e la pigiatura il mosto macera sulle bucce per 15 giorni a 26 °C. Il vino ottenuto svolge la fermentazione malolattica e viene elevato in barrique di primo e di secondo passaggio per 14 mesi, quindi è affinato 12 mesi in bottiglia.
Note gustative
Nel calice riflette colore rosso rubino.
Al naso è fruttato, frutta estiva matura, si riconosce la prugna, oltre a ricordi di timo e di spezie dolci.
In bocca è morbido, caldo, con sapide note minerali che, insieme con la sia pur contenuta spalla acida e al tannino ben intessuto, comunicano eleganza al sorso.
Abbinamenti
Lasagne al forno, faraona al cartoccio.
Fanòi Igt Salento Primitivo 2017 (foto 6 e 7)
Dopo la raccolta e la pigiatura il mosto macera sulle bucce per 15 giorni a temperatura controllata. Successivamente il vino svolge la fermentazione malolattica e viene elevato in barrique di primo e di secondo passaggio per 12 mesi, quindi è affinato 12 mesi in bottiglia.
Note gustative
Possiede colore rosso rubino che vira al viola.
Profumo intensamente fruttato di ciliegia matura, di ribes nero, note di macchia mediterranea e ricordi di vaniglia.
In bocca si apre, impatto morbido, vellutato, vivacizzato dalla freschezza che allunga il sorso rallentato dalla giusta presenza tannica.
Abbinamenti
Tagliatelle al sugo di lepre, astice in salsa al vino rosso.