In attesa del BTO – Be Travel Onlife, che si svolgerà a Firenze il 22 e il 23 novembre che tratterà anche il tema Intelligenza Artificiale e Turismo, abbiamo chiesto a un esperto del settore di darci una chiave di lettura per approcciarci all’argomento.
Abbiamo pertanto chiesto a Febo Leondini (foto 1) di spiegarci come l’Intelligenza Artificiale (AI – Artificial Intelligence) possa essere di supposto al turismo. Ci siamo rivolti a Leondini in quanto professionista competente: Imprenditore nella Distribuzione Beverage nell’Horeca per 35 anni, Consigliere di amministrazione Birra Castello SpA per 11 anni, Consigliere di amministrazione MGM Restaurant Srl da 6 anni, Consigliere di Beverage Network da 4 anni, Consigliere di Assobirra da 3 anni, Presidente AFDB da 3 anni, Lecturer LUISS Business School nel Master in Trade Management, membro dello staff tecnico di Italgrob, advisor strategico alla presidenza di Birra Castello SpA.
Leondini fa subito una premessa:
attualmente qualunque piattaforma di Intelligenza Artificiale non disppone di un’intelligenza vera e propria, ma di replicabilità su base statistica, e pertanto, anche in un futuro prossimo l’obiettivo non è sostituire l’uomo.
Quindi, nell’ambito del turismo non siamo alla ricerca di un robot che sostituisca una guida o un cameriere, ma siamo alla ricerca di una piattaforma che aumenti le capacità professionali di un cameriere o di una guida. Detto questo mentre se si chatta con Chabot non c’è nessuna interlocuzione, quando ci si rivolge a un gemello digitale (digital twin) ci si rapporta a una piattaforma che reagisce molto velocemente, e che utilizzando un algoritmo statistico, che sequenzia lettere e parole in base alla probabilità di occorrenze, genera un dialogo tra umani e macchina.
Per essere più chiaro: se chiediamo al gemello digitale chi sia Dante noi stiamo conducendo una ricerca storica, mentre lui si limita a rispondere con la stringa di caratteri seguente più probabile.
Per cui uomo e macchina sono su due piani di comunicazione diversi.
Sì, però, e qui sta l’aspetto interessante dell’Intelligenza Artificiale, quando si ha un’interazione con un gemello digitale, basato su ChatGPT ad esempio, in realtà si tende a umanizzare il rapporto. L’Intelligenza Artificiale è come la bellezza: sta negli occhi di chi guarda, per cui, pur sapendo che dall’altra parte abbiamo una calcolatrice, ciò nonostante a mano a mano che iniziamo un rapporto di discussione, questo rapporto si umanizza.
Inizia pertanto un processo per cui essere umano e piattaforma avviano una sorta di schismogenesi che porta il primo ad interagire con sempre maggiore coinvolgimento e la seconda ad aumentare le proprie capacità sintattiche. Allora con l’Intelligenza Artificiale siamo di fronte a un ibrido, a qualcosa che non è senziente, ma nello stesso tempo contribuisce ad aumentare le interazioni tra individui.
Perché è un ibrido?
È un ibrido perché attribuiamo consapevolmente all’AI capacità che non ha, ma contestualmente la piattaforma ne esplicita gli effetti simulandone il possesso. In questo senso siamo di fronte a un ibrido, e questo è chiaro, socio-tecnico nel senso che la ragione d’essere dell’AI si palesa con e tra gli esseri umani e con e tra le altre piattaforme. Chiarito questo diventa palese il ruolo dell’Intelligenza Artificiale.
Per cui venendo al turismo
Gli utilizzi sono limitati solo dalla fantasia del creatore, cioè da noi. Al momento ho realizzato, su piattaforma creata da Memori SrL, tre gemelli digitali verticali rispettivamente sulla birra, sul vino, sull’horeca; è in via di approntamento un quarto che avrà il compito di affiancare il turista nello sviluppo di una esperienza di visita. Pertanto, il gemello digitale è una piattaforma con cui il singolo turista può confrontarsi e apprendere di più su prodotti che non conosce e dall’altra parte interagisce nel caso abbia bisogno di un’informazione, per esempio al ristorante per chiedere quale vino abbinare a un piatto fornendo un intervallo di prezzi o organizzando una serie di proposte esperienziali finalizzate a rendere indimenticabile il soggiorno. In ogni momento sappiamo di aver parlato a una calcolatrice, ma nello stesso tempo abbiamo umanizzato quella risposta e attraverso questa umanizzazione abbiamo interagito con il sommelier cameriere del ristorante.
Utilizzi pratici?
L’Intelligenza Artificiale può servire:
per agevolare o ridurre i tempi di addestramento del personale di sala;
per veicolare politiche commerciali che vengono messe sui terminali di comanda dei camerieri;
per essere partner di uno chef perché, contrariamente all’essere umano, si ricorda tutto, per esempio le caratteristiche di un ingrediente che in un momento di confusione possono essere dimenticate;
per pianificare visite e un percorso esperienziale; il gemello digitale è geolocalizzato il che significa che alla stessa domanda dà risposte diverse a secondo da dove ci rivolgiamo.
Per esempio una catena di alberghi ha un cliente che rimarrà 15 giorni in Italia, pernottando in varie città. In merito al cliente la catena ha informazioni di quando prenota, le info di arrivo e di partenza. Può, pertanto, fornire all’ospite un codice QR collegato al gemello digitale che sa dove si trova e che in base al luogo dà consigli, costruendo un percorso esperienziale: dove andare a mangiare, cosa vedere, cosa visitare. Sicuramente il cliente si rivolgerà alla reception per avere indicazioni, ma con il gemello artificiale si aumenta il rapporto con la clientela.
Al BTO verrà presentata una piattaforma, con applicato un modulo di ricordo nel senso che dalle info di login la piattaforma sarà in grado di riconoscere la persona che si sta collegando ricordando le ultime battute scambiate. Pertanto, tornando al nostro cliente della catena alberghiera, al prossimo collegamento si troverà a parlare con “qualcuno” che si ricorda di lui e che ha condiviso con lui un’esperienza sui cui esiti costruirne una nuova.
Pertanto, come ha spiegato in modo esaustivo Febo Leondini l’Intelligenza Artificiale, almeno quella attuale, non ha lo scopo di sostituire l’operatore umano, né potrebbe farlo, ma di migliorarne le capacità così da consentire la costruzione di una CE B2C, o B2B e B2E, sempre migliori.