La rapa cresce da sempre spontaneamente in Europa e nel Medioevo ha avuto un ruolo molto importante nell’alimentazione contadina, quando ancora non c’erano patate e mais.
Ne esistono numerose specie che variano a seconda della pianta di appartenenza: la rapa possiede una radice globosa e steli con foglie e cime floreali di diverse dimensioni e colore. La rapa primaverile è commercializzata senza foglie ed è più piccola e tenera: da ricordare la rapa precoce, dalla polpa tenera e fine. La rapa autunnale più diffusa è la Milano, con la buccia bianca e il colletto viola. Al momento dell’acquisto è importante scegliere rape sode e mai molli, con la buccia liscia e non lacerata e le foglie fresche e ben colorate. Si mantengono a lungo, in luogo fresco. Prima di consumarle bisogna pulirle eliminando lo strato superficiale e spazzolandole sotto l’acqua corrente: si possono consumare anche crude grattugiate, benché generalmente sia preferibile cuocerle in zuppe e minestre, gratinarle al forno, negli sformati, come contorno di carni e salsicce. Le cime di rapa sono molto apprezzate soprattutto nella gastronomia meridionale (qui recensiamo un ristorante pugliese che propone le Orecchiette alle cime di rapa) e richiedono cotture più brevi delle rape per evitare la perdita delle preziose sostanze nutrienti di cui sono ricche. Qui le proponiamo in un ramen in versione fusion.
Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile
Proteine: 1 g
Lipidi: 0 g
Carboidrati: 3,8 g
Fibre totali: 2,6 g
Valore energetico: 19 kcal
La rapa contiene vitamina C e sali minerali, quali calcio, fosforo e potassio, e ha proprietà diuretiche; da aprile si trova la varietà primaverile, da ottobre e per tutto l’inverno quella invernale.
Il segreto
Per pulire senza problemi le rape è utile aiutarsi con un pelapatate: si possono poi cuocere passate in padella con olio, proprio come le patate. Le cime di rapa, invece, sono ottime se cucinate con la pasta, come si usa in Puglia, meglio se corta.